Champions League. Bayern Monaco stellare, altra lezione al Barcellona

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Barcellona – È finita come previsto, la squadra più forte è approdata in finale di Coppa dei Campioni La serata del Camp Nou non è stata per remuntade improbabili, ma per la consacrazione di una squadra forte in maniera impressionate, capace di centrare la seconda finale di Champions consecutiva, la terza nelle ultime quattro edizioni (ha mancato l’appuntamento solo nel 2011, eliminata dall’Inter di Leonardo).

Il Bayern Monaco di un perfetto Jupp Heynckes (prossimo alla pensione per lasciare spazio a Guardiola) ha incantato anche nel ritorno della sfida contro il Barcellona. Stavolta le reti sono state 3, ma le firme uguali a quelle dell’andata: Robben con un gran sinistro a giro e Muller per il terzo gol, nel mezzo la sfortunata autore di Piqué. Proprio il centrale catalano, uno degli ultimi ad arrendersi, aveva salvato il Barca dal tracollo già nel primo tempo con due interventi miracolosi su Robben e poi su Lahm al 12’ e al 19’ . Ma di fronte al Bayern perfetto formato Champions, c’era un lontano parente del Barcellona degli ultimi anni. Le speranze di farcela erano legate a Messi, ma con la pulce argentina in panchina le poche chance d’impresa si erano ridotte in prossimità dello zero già al calcio d’inizio. Poi ha parlato il campo, quello sul quale il Barcellona non è stato quasi mai pericoloso, tranne che per un tiro di Pedro dalla distanza e qualche percussione di Iniesta e Dani Alves e una girata alta da dentro l’area di Xavi, e poco altro. Specchio della sterilità offensiva il tabellino delle occasioni che al minuto 17 per il Barcellona era ancora fermo a 0. Male, anzi malissimo le carte tentate da Vilanova, Song e Fabregas sono sembrati corpi estranei, specie il primo. Tra Pedro e Villa poca cosa intesa, Iniesta è stato il più volenteroso, con però anche il faro Xavi sottotono. Al Barcellona, messa da parte l’amarezza per questo tonfo, sarà il momento di rimettersi a tavolino per sistemare la situazione tecnica per tornare l’armata europea (il campionato non è mai stato in discussione e manca solo l’ufficialità per il 22esimo titolo) conosciuta fino a poco tempo fa.

Tutto quello che non si è visto nel Barcellona si è invece visto nel Bayern Monaco e nei suoi straordinari interpreti: Robben e Ribery a sostenere l’instancabile Mandzukic, con il solito perfetto Schweinsteiger a offrire coperture e ripartenze. Le reti, arrivate al 48’, 72’ e 76’, hanno solo ribadito quanto apparso già chiaro, rendendo ancora più curioso, per gli scenari futuri, l’arrivo di uno come Guardiola alla guida di una squadra praticamente perfetta (11 a 0 rifilato tra quarti e semifinale).

Contro il Borussia Dortmund la possibilità di vendicare le ultime due finali perse; sarà inoltre la prima finale tutta tedesca in Champions, e arriva dopo quella spagnola (2000), quella italiana (2003) e quella inglese (2008). Segno tangibile del cambiamento che mette il calcio tedesco al vertice del calcio mondiale. Non resta che restare comodi e aspettare. Borussia Dortmund – Bayern Monaco, Londra, 25 maggio: la finale è servita.

Cristiano Checchi 

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