Champions League. Il Real Madrid sfiora l’impresa, ma il Borussia Dortmund va in finale

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Non riesce la grande impresa, la rimonta storica al Real Madrid che manca l’accesso alla finale e si ferma uno scalino più in basso per la terza volta consecutiva. A Wembley va il Borussia Dortmund per un probabile derby tedesco nell’ultimo atto della Coppa dei Campioni.

E’ una finale meritatissima per gli uomini di Klopp, non c’è niente da dire, niente da obiettare; il 4-1 conquistato all’andata è stato gestito magistralmente per ottanta minuti dai tedeschi che hanno sofferto l’arrembaggio del Real solamente nel primo tempo quando Cristiano Ronaldo e compagni hanno assediato la porta di Weidenfeller, autore di un paio di grandi parate, uno dei quali sullo stesso asso portoghese. Nella ripresa la squadra di Mourinho si è spenta ed è andata un paio di volte vicinissima alla capitolazione, ringraziando gli attaccanti del Borussia che inspiegabilmente avevano deciso di scioperare davanti alla porta madridista, vedi la traversa di Lewandowski. Poi però, quando tutto sembrava svanito, è arrivato il gol di Benzema, entrato al posto del fantasma di Higuain, il Real ha tentato il tutto per tutto nella bolgia del Santiago Bernabeu negli ultimi dieci minuti di gara, recupero compreso, e il Borussia ha iniziato a tremare temendo di gettare tutto al vento. Frenetici, poco lucidi ma di tutto cuore gli assalti dei bianchi: in uno di questi Sergio Ramos trova la zampata vincente e segna il 2-0 che riporta sotto il Real con due minuti di tempo regolamentare e cinque di recupero da giocare. Il Borussia Dortmund vacilla e si rintana nella propria metà campo, mentre i tifosi di casa impazziscono, sospingono i loto beniamini verso il 3-0 che varrebbe la finale, ma non basta, la sveglia è suonata troppo tardi, il Real preme ma non accade più nulla e alla fine fa festa un Borussia Dortmund un po’ frastornato ma qualificato.

I tedeschi tornano in finale 16 anni dopo il trionfo di Monaco di Baviera contro la Juve di Marcello Lippi. Monaco di Baviera, già, la città del probabile avversario dei gialloneri il prossimo 25 maggio. Ma in finale la meravigliosa squadra di Klopp dovrà essere più lucida e meno leziosa sottoporta, perché l’esperienza non si può acquisire in un giorno, ma l’intelligenza si. Mourinho si arrende ancora in semifinale, lascerà Madrid con qualche rimpianto e forse con una domanda: come sarebbe andata se la sua squadra avesse giocato l’intera partita con la foga e l’intensità degli ultimi dieci minuti? Difficile dirlo, così come difficile è per i madrileni ingoiare l’ennesimo boccone amaro in Europa, quella decima coppa che non vuole arrivare ed una finale che manca da 11 anni, troppi per il Real. Ma questa è già storia vecchia, ora a Dortmund ci si siede davanti a damigiane di birra e si attende il nome della sfidante: cugini bavaresi o Barcellona che sia, il Borussia se la gode già.

Marco Milan

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