Prima dell’elezione di Papa Francesco, riflessioni sulla nuova Chiesa

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di Agnese Cleri

L’umile rinuncia di Benedetto XVI è stata un atto di implicita modernizzazione, che relativizza la persona del papa. D’ora in poi la “persona” del romano Pontefice – che finora era nascosta dietro l’alone della sua autorità sacrale –, potrà riemergere in modo più realistico, umile. Ferita dai veleni, dagli scandali e dalle voci che la vedono protagonista, la Chiesa dovrà “rigenerarsi come ai tempi di San Francesco”, sostiene il cardinale Christoph Schönborn, psicologo, filosofo e teologo, allievo di Ratzinger. Siamo infatti, secondo lui, ora come allora, in un “mondo che è religiosamente e culturalmente pluralistico, in un mondo maggioritariamente pagano”. Sempre secondo il cardinale Schönborn, “la critica dell’Europa nei confronti del cristianesimo è da ritenersi positiva. L’Europa potrebbe aver bisogno della voce profetica della Parola, ma anche il cristianesimo ha bisogno che la voce dell’Europa ponga in questioni critiche in risposta”. La Chiesa, dunque, con questo addio del Papa, è chiamata a un grande rinnovamento. Il successore di Benedetto XVI dovrà, quindi, affrontare quelle sfide che necessitano di una risoluzione: dalla crisi interna alla Chiesa alle contraddizioni della stessa, dall’ostilità europea al rinnovamento del cristianesimo, che dovrà essere credibile e fedele alle sue radici. Dovrà indicare ai fedeli vie percorribili, strade di realismo cristiano, che non fuggano la contemporaneità ma se ne facciano carico. L’esercizio dell’autorità nella Chiesa dovrebbe emulare gli standards di apertura, responsabilità e democrazia raggiunti nella società moderna. La leadership dovrebbe essere corretta e credibile; ispirata dall’umiltà e dal servizio; con una trasparente sollecitudine per il popolo. Il popolo cristiano, inoltre, sta cambiando i suoi connotati: il cristianesimo infatti, è sempre più diffuso in Africa, in Asia e in Sud America, mentre in Europa si assiste a un disamoramento. Il nuovo Papa dovrà, quindi, essere un uomo forte, risoluto, dotato di vigore sia del corpo sia dell’anima, in grado di farsi amare, di risanare le spaccature interne alla Chiesa e di fare da collante tra i vari popoli cristiani. D’altronde, si sa, ogni crisi è un’opportunità per riemergere ancora più forti.

 

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