Giorgia Meloni e i miei dubbi amletici. E’ lei l’inventrice dell’Angelo Azzurro?

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di Lucia Varasano

Arredi poco moderni, santini di politici sparsi negli angoli più disparati, poltrone di velluto viola, quattro clessidre- da quella alta quanto un dito a quella alta quanto un’anca- e le piante, unico tocco di green nel salotto di “Telecamere”su Rai3, rotocalco d’informazione politica, economica e parlamentare, di Anna La Rosa. Aldilà dell’arredamento, che mi trasmette una certa ansia, in una domenica di febbraio vengono presentati due politici di casa nostra, Antonio Di Pietro e Giorgia Meloni.

Entrambi sembrano aver inventato qualcosa, Di Pietro il dipetrismo, e come rinnegarlo, e la Meloni… l’Angelo Azzurro! Avete compreso bene, la bambina dalla vocazione politica, nata sotto il segno del capricorno che preferiva il lego alle bambole, ha tra i segni particolari il “naso rosso”, e -recito testuali parole- “non per il raffreddore ma per la campagna che ha condotto contro la diffusione dell’alcool nei giovani, anche se da ragazza, provetta barman del Piper, si dilettava in cocktail, tanto da averne inventato uno, l’Angelo Azzurro”.

L’Angelo Azzurro, il cocktail dall’anima blu, dal cuore di Blue curaçao, il cocktail che con la sua elevata gradazione alcolica riesce a “farti volare” in un sol sorso, è stato inventato da Giorgia Meloni. Come? Eh sì, ha detto proprio l’Angelo Azzurro. Una frase che io, cultrice dell’alcool (che amo degustare con misura), sento ancora rimbombare. Mi fiondo sulla tv in un sol balzo. Lei, algida sorride, nessuna precisazione, solo uno sguardo misto tra “ma è na cazzata” e “vabbè va, teniamoci sto merito”. Ma io mi sento confusa, sgraziatamente mi agito, poi, a lucidità ripresa, decido di cercare la risposta ad una domanda fondamentale: “Ma sto cocktail, l’avrà inventato davvero la leader di “Fratelli d’Italia”? D’altronde spiegherebbe la simpatia per i partiti con il logo dal colore blu, blu come Alleanza Nazionale, blu come Popolo della Libertà, blu come il neonato Fratelli d’Italia.

Mi precipito sul web e mi accorgo già subito della complessità della ricerca. Sul sito della gloriosa storia del Piper, non c’è nulla che mi esorti a pensare che l’Angelo Azzurro sia nato lì, tantomeno per mano della Meloni. Questo cocktail poi, in realtà ufficialmente non esiste: non è codificato IBA (una lista che raccoglie i cocktail mondiali riconosciuti come tali), e negli altri Paesi al di fuori dell’Italia nemmeno lo conoscono. Dopo una valeriana, contatto uno dei barman più conosciuti, Carmelo Martino, Capo Barman AIBES (Associazione Italiana Barman e Sostenitori) della Sez. Calabria oltre che Responsabile di zona Prov. Reggio Calabria. Con un curriculum così, da domani, penso dopo averlo contattato, potrò dormire meglio.

Carmelo è secco e preciso: “L’Angelo Azzurro non è altro che la versione italiana del Blue Lagoon, risale solo a una moda, quindi può darsi che l’abbiano inventato i clienti stessi delle discoteche, un po’ come è successo con red bull e vodka alla fragola. Negli anni 80 impersava l’Electric Lemonade per cui potrebbe essere che l’ispirazione sia partita da lì, Roma è di sicuro la città dove si è fatto conoscere di più, ma francamente non penso sia stato inventato al Piper, e non abbiamo notizie che sia stato inventato da Giorgia Meloni. Probabilmente non lo sa nessuno dove e come sia nato, ma è meglio che resti nella notte dei tempi”.

Quindi, calcolando che il Blue Lagoon girava già dagli anni ’50, a meno che la Meloni non stia nascondendo i suoi settant’anni, possiamo dormire tranquilli, non è lei l’inventrice dell’ Angelo Azzurro.

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