Fact checking, quando il Ministro mette in difficoltà il giornalista
0
0
di Pierfrancesco Demilito
La novità di questa campagna elettorale è il fact checking, ovvero un controllo sulla veridicità delle affermazioni dei politici, una pratica molto diffusa tra i media d’oltreoceano e sbarcata in Italia grazie a Sky. La rete di Murdoch, in occasione del confronto tra i candidati alle primarie del centrosinistra, è stata la prima a utilizzare il fact checking nella televisione italiana e da allora non ha più smesso. Non solo, ha fatto scuola e così la pratica si è diffusa anche nelle altre tv e sui giornali nazionali.
Ma se fino a qualche giorno fa il fact checking faceva tremare le gambe solo ai politici ospiti in studio, ora a temere sono anche i giornalisti. La scorsa settimana, infatti, durante la trasmissione Piazzapulita, in onda su La7, il conduttore, Corrado Formigli, ha affermato che il ceto medio del nostro paese ha un reddito annuo di 100.000 euro. Una dichiarazione dei redditi decisamente alta per essere considerati del ceto medio, specie di questi tempi, ma Formigli è certo del suo dato e non fa retromarcia.
Su twitter, quindi, parte inesorabile la gara al cinguettio più pungente e qualche tweet sull’argomento scorre anche tra quelli messi in video dalla redazione (che non censura e la prende sportivamente). Sul social la bufera di sarcasmo infuria fino a quando a placare gli animi e a smentire definitivamente il conduttore arriva il Ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, che, allegando il dato di un’indagine della Banca d’Italia, salomonico twitta: “Ci aiuta Bankitalia nel dire che stanno parlando del 10-15% delle famiglie italiane. Ceto medio?”.
Colpiti e affondati, la redazione di Piazzapulita, da sempre attentissima alla rete e all’interazione tra i social e la tv, alza bandiera bianca: Formigli rettifica e mostra anche il tweet del Ministro. E così, questa volta a fare fact checking è stato il ministro, costringendo il giornalista alla rettifica. Come dire, chi di spada ferisce…
