La Fifa cede, arriva il sì alla tecnologia

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di Elena Angiargiu

I gol fantasma, al centro di tante polemiche nei post-partita e nei salotti sportivi in tv, potrebbero diventare solo un ricordo. L’International Board della Fifa (Ifab), riunitosi a Zurigo lo scorso 5 luglio, all’unanimità ha dato il via libera all’uso della tecnologia nel calcio. Una svolta storica destinata a rivoluzionare il mondo del pallone, fino ad ora contrario all’adozione di dispositivi tecnologici a supporto delle decisioni arbitrali.

Gli strumenti – Due sistemi hanno superato il periodo di sperimentazione, avviato nell’agosto del 2011: Hawk-Eye (Occhio di falco) e GoalRef. L’inglese Occhio di Falco è basato sul riconoscimento ottico attraverso 14 telecamere ad alta definizione in grado di catturare 2000 immagini al secondo e ricostruirle in tre dimensioni definendo l’esatta posizione della palla. Il danese GoalRef sfrutta i campi elettromagnetici con dieci antenne montate su pali e traverse e tre microchip installati all’interno del pallone. In entrambi i casi, in meno di un secondo, grazie ad una vibrazione unita alla ricostruzione visiva o ad un segnale radio, il primo arbitro riceverà un impulso sul proprio orologio se il pallone varcherà interamente la linea di porta.

La tecnologia in campo, ha però puntualizzato la Fifa, sarà utilizzata esclusivamente per la linea di porta e non per le altre aree di gioco. Secondo quanto stabilito dal massimo organismo preposto al cambiamento delle regole del gioco, si tratta di un “cambiamento autorizzato, non obbligatorio”, che esordirà nel Mondiale per Club del prossimo dicembre in Giappone e, in caso di esito positivo, sarà utilizzato nella Confederations Cup del 2013 e nei Mondiali del 2014 in Brasile. La Fifa si farà carico dei costi dell’installazione per le competizioni che organizza: la cifra per dotare ogni stadio delle nuove apparecchiature si aggirerebbe intorno ai 120-160.000 euro, ha dichiarato Jerome Valcke, segretario generale della Fifa.

Arbitri e tecnologia – La “goal-line technology” avrà un impatto notevole sugli arbitri chiamati a prendere, sempre più spesso, decisioni controverse. Esteso a tutte le competizioni ufficiali l’arbitraggio a 5, con un direttore di gara, due assistenti arbitrali e due assistenti di porta, adottato anche dalla Uefa in occasione degli ultimi Europei di calcio.

Via libera alla tecnologia, dunque, ma con un ruolo preponderante della componente umana. Agli arbitri, infatti, spetterà ancora l’ultima parola. Oltre a verificare la funzionalità del mezzo prima della gara, l’arbitro potrà decidere di non avvalersene se accerterà irregolarità nel funzionamento o ravviserà un fallo all’origine del gol-non gol, come ha precisato il delegato scozzese della Fifa, Jonathan Ford.

Sport e tecnologia – Prima del calcio, altri sport hanno deciso di fare ricorso alla tecnologia per scongiurare gli errori arbitrali. Ben più di un supporto può essere considerata la moviola in campo utilizzata nel rugby, nel tennis e nel basket. Basti pensare al TMO (Television Match Officer), all’occhio di falco e all’instant replay, che in tante circostanze hanno dipanato dubbi su mete, traiettorie, contestazioni e colpi proibiti nelle fasi di gioco.

Errori e polemiche sempre più frequenti hanno spinto anche il calcio ad affidarsi alla tecnologia con l’obiettivo di evitare che i gol fantasma possano falsare campionati o risultare decisivi nelle competizioni internazionali. L’ultimo caso eclatante, in ordine di tempo, è costato all’Ucraina l’eliminazione da Euro 2012 per mano dell’Inghilterra, a sua volta penalizzata da un gol segnato e non convalidato contro la Germania nei Mondiali del 2010 in Sudafrica. La lista è lunga anche nel campionato italiano di Serie A, dove ha fatto discutere per mesi la clamorosa svista arbitrale che ha negato un gol a Muntari nel big match tra Milan e Juventus.

Le reazioni – “L’introduzione della tecnologia è diventata una necessità”. Così scriveva su Twitter Joseph Blatter, presidente della Fifa, il giorno dopo il contestato episodio di Euro 2012. Un cambiamento epocale, maturato dopo gli ultimi Mondiali, sottolinea Blatter, che però non dovrà far perdere al calcio il suo “volto umano”. Contrario il numero uno dell’Uefa, Michel Platini, strenuo detrattore della tecnologia in campo e favorevole invece a proseguire l’esperienza degli arbitri di porta.

 

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