Il Calciomercato entra nel vivo tra grandi colpi e “fair-play finanziario”

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di Giovanni Fabbri
La crisi del calcio italiano- Ieri si è conclusa la seconda settimana dall’apertura ufficiale del Calciomercato e i colpi più “roboanti”, per usare un’espressione cara a Walter Sabatini, direttore sportivo della Roma, sono già stati messi a segno. La Serie A si conferma anche quest’anno “terra fertile di saccheggio” per i grandi club stranieri. Le società italiane non riescono a competere economicamente con le potenze del calcio europeo e sono costrette ad accettare le offerte per le cessioni dei loro campioni. Le speranze dei tifosi di vedere i loro beniamini continuare a vestire la maglia della squadra del cuore vengono disilluse; i sogni di assistere alla presentazione di qualche campione vengono infranti. La causa è la difficile situazione economica del nostro Paese alla quale neanche il calcio può sottrarsi. Così, in attesa di tempi migliori e di qualche sceicco disposto ad investire nel nostro calcio, la cosa migliore è vendere per rispettare il cosiddetto “fair-play finanziario”.

I petrol-dollari del PSG- La regina del mercato il suo sceicco lo ha trovato, parliamo del Paris Saint-Germain che a suon di “petrol-dollari” si è già assicurata le prestazioni sportive di tre dei più grandi calciatori del nostro campionato: Lavezzi, Ibrahimovic e Thiago Silva. Per il primo l’ufficialità è già arrivata da qualche giorno e la squadra parigina ha versato 30 milioni di euro nelle casse del Napoli. Per i due gioielli rossoneri invece l’ufficialità è cosa molto più recente. Per il brasiliano il comunicato è arrivato sabato pomeriggio, mentre per lo svedese bisogna ancora limare qualche piccolo dettaglio riguardante il suo contratto. Il campione svedese dovrebbe andare a guadagnare circa 14 milioni di euro all’anno, cifra che gli permetterebbe di diventare il secondo giocatore più pagato al mondo dopo il camerunense Samuel Eto’o.

I colpi delle italiane- I colpi delle squadre italiane invece sono molto più all’insegna dell’ “austerity”. Le operazioni in entrata più importanti sono state finalizzate dalla Juventus. La squadra campione d’Italia ha definito gli acquisti di Lucio, svincolato, e di Isla ed Asamoah dall’Udinese, spendendo 15 milioni di euro per le due metà, e rimane in attesa di sferrare l’attacco decisivo al famigerato top player. Anche l’Inter è molto attiva. I nerazzurri, dopo aver ufficializzato tre ottimi calciatori (Palacio, Handanovic e Silvestre), stanno utilizzando le rimanenti risorse per cercare di arrivare a Paolinho, forte centrocampista del Corinthias. Il Milan in entrata ha ufficializzato solo Montolivo a parametro zero e Acerbi, acquistato dal Chievo. Le due squadre romane sembrano in leggera difficoltà: l’unico volto nuovo nella Lazio, sfumati Breno e Ylmaz, è quello di Ederson, mentre la Roma, dopo le incognite Castan e Dodò e l’importante cessione di Borini, trova delle difficoltà per portare a Brunico Tachtsidis, atteso con ansia da Zeman. Mentre ha già raggiunto i suoi nuovi compagni a Riscone l’americano Bradley. Giunto alla corte del Boemo per 3,5 milioni d’euro più la metà di Stoian. Anche il mercato del Napoli sta vivendo una fase di stallo, ancora nessuna trattativa in entrata è stata portata a termine con successo, anche se per Poli e Behrami sembra ormai questione di ore. Tutti nomi che non riescono a scatenare l’entusiasmo dei tifosi; questo è il nuovo marchio di fabbrica del nostro calcio, costretto a chinare la testa di fronte alla floridezza economica e tecnica di altre realà (spagnola, inglese, tedesca). Movimenti questi che ormai ci sovrastano e con i quali non è più possibile confrontarsi ad armi pari come avveniva in passato.

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