Basilicata, inquinamento del Pertusillo. Seconda parte dell’intervista al Tenente Di Bello

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Di seguito la seconda parte dell’intervista al Tenente Di Bello, sull’inquinamento del Lago del Pertusillo in Basilicata. A questo link la prima parte. Come scritto nelle scorse settimane, continueremo a seguire la vicenda con attenzione e siamo disponibili ad ospitare eventuali smentite, precisazioni o riflessioni dei soggetti istituzionali e non chiamati in causa dalla nostra inchiesta. 

di Lucia Varasano

L’ARPAB ha mai misurato il contenuto di idrocarburi nelle acque del Pertusillo fino a prima della pubblicazione delle analisi dell’EHPA del maggio 2011?

Non credo che Arpab abbia controllato gli idrocarburi prima del maggio 2011 in quanto non vi sono dati pubblici che lo testimonino preciso che le analisi sugli idrocarburi ed idrocarburi policiclici aromatici presenti nelle acque, noi invece come Ehpa abbiamo riscontrato la presenza degli idrocarburi sia nelle acque sia nei sedimenti.

Quali misure sono state adottate nei confronti dell’ARPAB, per aver omesso numerose volte i controlli sulle acque e per non aver reso pubbliche le analisi e le matrici?

Ad oggi relativamente alla questione invaso del Pertusillo nei confronti dell’ARPAB non è stata presa nessuna misura, viceversa io sono stato prima sospeso in via preventiva per 2 mesi, poi si è aperta un’ azione disciplinare dell’Ente Provincia di Potenza, nel corso degli incontri presso l’Ufficio per i provvedimenti disciplinari veniva disposto il temporaneo trasferimento presso altro ufficio per salvaguardare l’immagine dell’Ente. Sono 2 anni che pur essendo pagato da Tenente della Polizia Provinciale lavoro in un Museo con compiti completamente diversi dalle mie funzioni, infine ho subito il 6 giugno 2012 la condanna a 2 mesi e 20 giorni per rivelazione di segreti di ufficio, certo ho avuto il beneficio della non menzione della pena sul casellario giudiziario ed il non luogo a procedersi perché incensurato ma intendo fare appello a questa sentenza.

A fronte delle denunce, dati alla mano sull’ inquinamento, le acque potabili del lago del Pertusillo sono classificate ancora come categoria A2, perciò sottoposte a trattamento fisico e clinico di normale disinfezione?

E’ un ottima domanda davvero perché viste le condizioni dell’ invaso andrebbe garantito un trattamento chimico e fisico spinto e quindi una riassegnazione della categoria di quelle acque, spero si faccia qualcosa presto in tal senso.

La Val d’ Agri è una zona ad intensa attività estrattiva, e non solo. Nelle immediate vicinanze del bacino del fiume Ofanto sorge l’ impianto di termodistruzione dei rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali “Fenice”, di Melfi. Da un monitoraggio del 2003 emerge una contaminazione delle acque sotterranee con i superamenti dei valori di CSC (Concentrazione Soglia di Contaminazione). L’ ARPAB a “seguito del perdurare della situazione di contaminazione delle acque sotterranee” ne da comunicazione nel 2009. Inizia la messa in sicurezza e Fenice attiva una nuova barriera idraulica nello stesso anno e la Giunta Regionale amplifica il ruolo di ARPAB con “Monitoraggio Melfese”. Di mezzo un’ indagine del pm Colella. Come è cambiato il monitoraggio sullo stato delle acque del sottosuolo nei territori trivellati? È specifica per le attività petrolifere?

Credo siano maturi i tempi per iniziare a parlare di monitoraggio delle acque del sottosuolo di tutte le zone interessate da attività estrattive e da smaltimenti di rifiuti pericolosi provenienti da altre Regioni e Nazioni, allo stato attuale non vi sono controlli adeguati e ciò è dimostrato dalla evidente accertata inadeguatezza dei controlli messi in campo sulle acque di superficie destinate al consumo umano. Tuttavia per prevenire ed evitare che vi possano essere nuovi casi di omissioni su una materia così importante e delicata questi controlli dovrebbero essere effettuati alla presenza di associazioni e di persone a cui debba essere consentito la realizzazione di analisi autonome con la successiva verifica di un soggetto giuridico terzo che non abbia nulla a che vedere con le Istituzioni e gli interessi locali.

Il 65% delle acque dell’invaso del Pertusillo confluiscono alla vicina Puglia prevalentemente per usi potabili ed in parte per usi irrigui, ma sembra si tratti di un caso “lucano”.

Di recente e precisamente nel mese di marzo 2012 sono stato a Taranto invitato dall’associazione Legamiionici per parlare di acque, di come proteggerle, di qual’è lo stato attuale in termini di analisi chimiche e l’ho fatto come Tenente e come socio fondatore dell’EHPA insieme alla Prof.ssa Albina Colella. Con questo voglio dire che qualcosa in Puglia si sta muovendo, insieme possiamo fare tutti gli sforzi necessari per restituire una qualità alle acque pubbliche che non sono solo un caso Lucano. Il Pertusillo ha 155 milioni di metri cubi di acqua, inoltre è collegato a mezzo condotta all’invaso di Montecotugno che è la diga più grande d’Europa in terra battuta questi invasi arrivano prevalentemente nei rubinetti dei Pugliesi ed è giusto che si dia la massima priorità alla qualità e per farlo occorre far funzionare tutto alla perfezione. Esiste un termine che si usa frequentemente nel testo unico sull’ambiente D.lgs 152/2006 e dice secondo le migliori tecnologie del tempo. Per migliorare la qualità delle nostre acque occorre investire, in termini di prevenzione, in termini di repressione ed in termini di tecnologie avanzate. Detto questo però se intorno ad un invaso destinato ad acque potabili la legge prevede una fascia di rispetto dove determinate attività non sono consentite bene quella legge va rispettata e se vi sono pozzi di petrolio, uso di funghicidi, pesticidi e disserbanti questo non può più esserci se davvero vogliamo tutelare il bene pubblico per eccellenza che è l’acqua. Stessa cosa dicasi per i depuratori che non funzionano e scaricano i loro liquami nelle acque dell’invaso, questo non si deve più verificare.

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