Roma pride 2012, intervista allo Youtuber CelyMcFarland

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di Cristiano Checchi

Il web quale mezzo di democratizzazione, web come mezzo per abbattere qualsiasi forma di barriera. Si parla spesso di internet come lo strumento per dare spazio a quelle tematiche meno trattate e voce a chi altrimenti nei mezzi di comunicazione tradizionali non ne avrebbe. La tematica gay è sicuramente una di quelle battaglie a cui il web è molto utile per cercare di far capire che l’essere gay non è una diversità o tanto meno una malattia.

GAY PRIDE- Sabato c’è stato il Gay Pirde a Roma che come ogni anno ha visto una grandissima partecipazione da parte dei membri della comunità LGBT, e non solo. A manifestare per i diritti degli omosessuali c’era anche un Youtuber conosciuto con il nome di Cely McFarland, il quale il 4 settembre del 2011 ha aperto un canale su Youtube dedicato proprio al mondo LGBT. Il canale ha avuto 75.000 visualizzazioni totali e conta 789 iscritti. Numeri importanti per una piccola realtà che cerca di affrontare un tema di così grande portata. Proprio in merito al Roma Pirde, e alle tematiche che affronta, Mediapolitika gli ha posto qualche domanda per sapere della sua esperienza e vedere cosa si può fare anche solo con 10 minuti a disposizione.

Ti sei costruito un ruolo all’interno della comunità gay con i tuoi video, ci puoi spiegare quello che fai e perché lo fai?

Ho iniziato quasi per caso seguendo altri youtuber italiani, come WillWoosh e Cicciasan, entrambi di stampo comico. Credendo che fosse divertente fare dei video su Youtube, ho pensato di fare altrettanto e volendo unire l’utile al dilettevole, ho scelto il tema dell’omosessualità e del mondo LGBT.

Così un giorno ho accesso la webcam e ho registrato il primo video, “Le 10 categorie di gay” (video che ha avuto più di 15.000 visualizzazioni, ndr) per poi proseguire con temi più impegnativi, come il coming out, i matrimoni, la realtà lavorativa dei gay e quella delle trans, per arrivare infine agli inutili rimedi per guarire i gay, o almeno questo è ciò che ritengono possibile fare alcune persone.

Il mio obiettivo è informare gli eterosessuali di tutto ciò che riguarda la comunità LGBT e le problematiche che vive, scegliendo di proposito la chiave umoristica che ritengo più universale. Purtroppo data la complessità di alcuni make-up e anche delle riprese non mi è possibile fare tutto da solo, ma fortunatamente ho tante persone che mi aiutano.

Nel tuo modo di rappresentare il mondo gay hai avuto critiche dalla stessa comunità LGBT come mai?

Perché volendo fare ironia ho spesso sfruttato i soliti luoghi che vedono i gay come superficiali o femminili. Ma questo è un compromesso dettato da esigenze di copione, cosi come lo è la scelta di raffigurare quasi sempre i miei personaggi eterosessuali come dei mostri omofobi, su questi ultimi però la comunità LGBT non ha avuto granché da ridire, anzi!

Penso che la comunità LGBT dovrebbe essere più rilassata e meno aggrappata ai modelli classici eterosessuali di uomo dai modi maschili e di donna dai modi femminili. Dico questo perché molti si vantano di ricalcare questi modelli, ponendoli come assoluti, ma ragionando in questo modo il messaggio di uguaglianza si perde del tutto, senza contare che la ritengo una grave forma di omofobia tra gli stessi gay che piuttosto che sostenersi non fanno che prendere le distanze gli uni dagli altri, formando una scissione molto netta ai limiti del disprezzo reciproco tra gay virili e gay femminili. Lo stesso vale per le lesbiche.

Hai partecipato al Roma Pirde di sabato e nello specifico sei d’accordo con le modalità in cui viene manifestata la vostra richiesta di diritti?

Non manco al Gay Pirde dal 2008. Ci vado non solo perché è divertente, con tutte quelle maschere, colori e musica, ma soprattutto ci vado perché in Italia abbiamo ancora oggi bisogno di manifestare per ricordare quali diritti ci sono negati. Per quanto riguarda il modo in cui viene manifestato, ho notato un grande miglioramento quest’anno nei costumi scelti dai partecipanti. Non c’erano grandi casi di volgarità nel voler mostrare il proprio corpo come nelle scorse edizioni, anzi è stato molto più sobrio. Credo che questo sia molto importante per cercare di mantenere credibilità nei confronti degli italiani e dei politici. Va bene divertirsi, anche se il gay pride non dovrebbe essere una festa, ma a tutto c’è un limite e forse quest’anno si è raggiunto un buon equilibrio. Come ogni anno hanno forse un po’ esagerato con i cartelloni.

Siamo in pieno clima Europei, anche se sono arrivate poi le scuse, cosa pensi delle dichiarazioni di Cassano su gay calciatori, cera davvero omofobia nella sue parole?

Personalmente non ho ritenuto omofoba la parola “frocio” quanto l’affermare “spero che in nazionale non ci siano gay”. Primo perché a nessuno dovrebbe riguardare ciò che un’atleta o qualsiasi altra persona fa nella vita privata. Secondo perché non vedo come questo possa effettivamente essere un problema per gli altri compagni di squadra. Sono lì per giocare a calcio, non per giudicarsi l’uno con l’altro o condividere esperienze sessuali. Quando ha poi aggiunto “se ci sono gay, problemi loro” è stato l’apice dell’ignoranza, sottolineando che essere gay è un male e quindi un problema.

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