Grecia: uscire dalla crisi restando nell’euro

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di Laura Guadalupi

Antonis Samaras è il nuovo premier greco, il quarto in otto mesi. Scegliendo lui, nelle elezioni del 17 giugno, la Grecia ha scelto di restare nell’euro. Samaras è infatti il leader di Nea Demokratia, partito conservatore pro-euro che, vincendo, ha conquistato 129 seggi in Parlamento sui 300 complessivi. Il sostegno, in realtà, è ben più ampio. Il nuovo esecutivo è infatti un governo di unità nazionale contro la crisi, nella cui coalizione rientrano, oltre a Nea Demokratia, anche i 33 deputati del Pasok, partito socialista e storico rivale di ND, e i 16 deputati di Dimar, partito moderato di Sinistra Democratica.
I due leader, Evangelos Venizelos del Pasok e Fotis Kouvelis di Sinistra Democratica, garantiscono solo un appoggio esterno a ND. Condizione sufficiente, tuttavia, per il costituirsi di una maggioranza parlamentare che in totale può avvalersi del sostegno di 179 deputati sui 151 necessari.

L’obiettivo di questo esecutivo così composto è tradursi in un governo di lunga durata che garantisca alla Grecia <<speranza>> e <<stabilità>>. Sono le parole pronunciate da Samaras poco prima di giurare davanti al capo dello Stato, Karolos Papoulias, e all’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymos.
Al neoeletto il compito di portare la penisola ellenica fuori da una crisi che si protrae ormai da troppo tempo. Nea Demokratia ha promesso di mantenere gli impegni con l’Unione Europea, sebbene nei propositi della coalizione figuri anche la rinegoziazione dei termini del memorandum da 130 miliardi di euro, che Atene ha firmato con i creditori internazionali.
L’accordo è stato tra gli argomenti al centro dei dibattiti in campagna elettorale in particolare per Alexis Tsipras, leader del partito di sinistra radicale Syriza e contrario al memorandum. Syriza non ha vinto le elezioni, ma nonostante la sconfitta ha incassato un ottimo risultato elettorale. Con circa il 27% dei consensi è arrivata seconda solo dietro a Nea Demokratia, conquistando 71 seggi. A conti fatti, Syriza si conferma una grande forza di opposizione votata da un greco su quattro.
Un risultato degno di nota l’ha ottenuto anche Alba dorata. Il partito di estrema destra ha superato infatti la soglia di sbarramento del 3% e siede in Parlamento con 18 deputati.

L’attenzione ora si concentra sul prossimo vertice dell’Unione Europea del 28-29 giugno, considerato determinante per le sorti dell’euro e dell’Ue. In questa occasione il governo ellenico potrebbe già avanzare delle proposte per convincere la Troika a rinegoziare il memorandum. Intanto lunedì 25 giugno i rappresentanti dei creditori internazionali (Bce-Ue-Fmi) della Grecia dovrebbero tornare ad Atene per valutare, a detta del commissario Ue agli Affari monetari Olli Rehn, lo “stato di attuazione del programma per l’adeguamento di bilancio e le riforme economiche”.

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