La casa Internazionale delle Donne compie dieci anni: intervista a Francesca Koch

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di Valentina Verdini

Sono passati dieci anni dall’inaugurazione della Casa Internazionale delle Donne. È l’8 marzo 2002 quando in via della Lungara, nel cuore del quartiere Trastevere di Roma, vede la luce un progetto che riesce a coinvolgere più di quaranta associazioni. La Casa delle Donne conclude un periodo di grande fervore del movimento femminista romano degli anni ’80. Una corrente che rivendica uno spazio pubblico all’interno del quale si possa parlare liberamente di sessualità, separatismo, lesbismo e dove la politica possa intrecciarsi con la cultura. 

Nella città dove la laicità cerca di convivere con la presenza ingombrante del Vaticano, la sfida era proprio questa: dare voce a tematiche che fino a quel momento erano escluse dal vocabolario di una donna perbene. La scelta del palazzo del Buon Pastore di via della Lungara non è perciò casuale: per lungo tempo esso è il luogo dove vengono recluse giovani donne colpevoli di aver trasgredito l’ortodossia cattolica alle quali viene offerto un percorso di pentimento.

Nel 1985 al Centro Femminista Separatista viene assegnata solo una parte dell’edificio. Tuttavia non sono poche le resistenze che provengono dalla politica e dallo stesso Vaticano. Dopo una stagione di ricorsi al Tar, manifestazioni, il 14 dicembre 2001 il sindaco di Roma Walter Veltroni concede le chiavi del Buon Pastore al consorzio Casa Internazionale delle Donne.

Dopo dieci anni di attività il complesso è diventato un centro di numerose attività: a partire da un centro congressi che promuove iniziative culturali anche internazionali, una bottega di artigianato con prodotti equo-solidali, una libreria, una caffetteria, fino ad arrivare all’archivio storico del movimento.

In occasione dell’ anniversario, Mediapolitika ha rivolto alcune domande alla presidente della Casa Internazionale delle Donne e protagonista della campagna del movimento femminista romano, Francesca Koch. Auguro quindi una buona visione.

In questa giornata un augurio speciale va alle nostre lettrici. Che ogni giorno possa essere un 8 marzo, un 8 marzo di commemorazione degli sforzi compiuti da noi donne e di rivendicazione di diritti che ancora non abbiamo acquisito.

 

 

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