Immigrazione, i dati del XVII Rapporto Ismu
di Elena Angiargiu
Diminuisce il numero di stranieri nel nostro Paese. Crescono gli occupati e i residenti, frena l’immigrazione irregolare. A rilevarlo è il “XVII Rapporto nazionale sulle migrazioni 2011” realizzato dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) e presentato il 12 dicembre scorso, che fotografa la situazione migratoria in Italia tra il 2010 e il 2011.
IMMIGRAZIONE E LAVORO – Nel mercato del lavoro sono gli immigrati a reggere meglio l’impatto della crisi. Tra il primo trimestre 2010 e lo stesso periodo del 2011, la forza lavoro immigrata ha fatto registrare un incremento del 14%, mentre gli italiani hanno perso 160 mila posti di lavoro.
Incrociando le domande di nuovi ingressi, presentate attraverso il Decreto flussi 2010-2011 e le richieste di nulla osta al lavoro per gli immigrati, superiori alle quote previste, la maggior parte delle domande riguarda la mansione di collaboratore/collaboratrice familiare (62,5%). Nel settore domestico-assistenziale, più della metà delle domande, a sorpresa, è stata presentata da lavoratori cinesi. Nella graduatoria dei nuovi ingressi per nazionalità al primo posto troviamo il Bangladesh, mentre nella classifica delle province più attraenti figurano Milano, Roma e Brescia. Al Sud, sesto posto per Napoli.
IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE – Sempre più alunni stranieri nelle classi italiane, in particolare nella scuola primaria. Fa riflettere il dato su istruzione e cittadinanza: sono oltre 700 mila gli alunni con cittadinanza non italiana (+37% rispetto all’anno scolastico 2009/2010), quasi l’8% della popolazione scolastica, per la maggior parte concentrati in Lombardia.
Rispetto alla popolazione adulta, i giovani italiani assumono un atteggiamento più critico nei confronti degli immigrati: gli stranieri costituiscono un problema per le opportunità di lavoro secondo il 60% dei giovani del nostro Paese. Cresce l’attenzione dell’opinione pubblica verso il tema dell’immigrazione: il 24% degli italiani (+11% rispetto al 2009) ritiene che l’immigrazione sia il principale problema da affrontare su scala nazionale. Tema che non sembra altrettanto prioritario nell’agenda politica: dal 2006 ad oggi gli interventi legislativi sull’immigrazione a livello statale rappresentano appena il 6,7% degli atti approvati. Si legifera ancora meno a livello regionale.
IMMIGRAZIONE E ATTIVITÀ ILLECITE – Le rivoluzioni del Nord Africa hanno prodotto inevitabili ripercussioni sui flussi migratori, intensificando i traffici illeciti di migranti arrivati via mare in Italia. Lo testimonia l’impressionante cifra degli sbarchi tra gennaio e maggio del 2011: 507 rispetto ai 159 effettuati nell’intero 2010. Sulle coste italiane, Lampedusa in testa con il 73% degli sbarchi, sono approdati soprattutto uomini (90%), tunisini e libici. In forte crescita la componente femminile, passata dal 5% al 10% nell’ultimo anno. Ad approfittare dei controlli meno stringenti, a seguito dell’eccezionale ondata di sbarchi dai Paesi protagonisti della “Primavera araba”, sono stati proprio i trafficanti di migranti con un giro d’affari di circa 700 milioni di euro all’anno.