Corea del Nord, morto Kim Jong Il inizia la corsa alla successione

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di Pierfrancesco Demilito

Prima Ben Alì, Mubarak e Gheddafi e adesso Kim Jong Il. Il 2011 non è certo un anno facile per i dittatori del pianeta. Ma se la caduta dei tiranni magrebini è giunta grazie alla ribellione dei popoli che per tanti anni hanno schiacciato, in Nord Corea non è andata così. Il “caro leader”, come usavano chiamarlo i coreani del Nord, si è spento, all’età di sessantanove anni, stroncato da un infarto. O almeno questo afferma l’autopsia ufficiale. Sarebbe morto sabato durante uno dei suoi abituali viaggi in treno. Già, perché Kim Jong Il temeva tremendamente gli aerei e così, durante la sua dittatura durata diciassette anni, si è sempre spostato in treno, anche in occasione dei suoi viaggi in Cina e in Russia, gli unici due paesi con cui la Corea del Nord ha mantenuto rapporti diplomatici.

La sua morte, però, non spalanca le porte alla democrazia, anzi, si teme possa creare una forte instabilità nell’area e, se da un lato le autorità di Seoul esultano per la morte del primo nemico, dall’altro osservano con grande attenzione e con un po’ di preoccupazione le future evoluzioni politiche.

A succedere al “caro leader” sarà il suo terzogenito, Kim Jong Un, di cui si sa davvero pochissimo. Designato successore di Kim Jong Il un anno fa, durante il congresso del Partito dei Lavoratori, Jim Jong Un si appresta a diventare uno dei dittatori più giovani del mondo, e non è ben chiaro se abbia compiuto 27 o 28 anni. Proprio la sua giovane età, però, potrebbe rappresentare un problema in particolare per le forze armate poco propense a dipendere da un leader con così poca esperienza.

Inoltre si teme anche per il ruolo che potrà assumere durante questa fase Jang Song Taek, fratello di Kim Jong Il e mentore di Kim Jong Un. Secondo la coreanista e studiosa di storia politica e diplomatica dell’Asia orientale, Rossella Ideo, sentita da Peacereporter.net, Taek è una figura molto importante nel paese asiatico. Fino ad oggi ha ricoperto l’incarico di vicepresidente della commissione nazionale di Difesa – il cui presidente era il defunto dittatore – e anche grazie a questo incarico ha conquistato la fiducia dell’esercito. La Ideo, dunque, si chiede: «seguirà le volontà di Kin Jong Il? Agirà in proprio, per il potere personale, o sarà un fedele tutore del giovane senza esperienza? Si aggiunga anche che in un Paese confuciano come la Corea del Nord ci sono preclusioni verso la leadership incarnata da un giovane. E le forze armate, da parte loro, manifesteranno una fedeltà personale a Jang Song Taek oppure continueranno a essere fedeli alla dinastia del Kim, che negli ultimi anni non ha garantito un livello di sussistenza neppure minimo ai nordcoreani? Ci sarà un “si salvi chi può”? Tutto è possibile».

Al momento l’unica cosa certa è che la Nord Corea ha proclamato ben dodici giorni di lutto nazionale, non ci resta che capire se la battaglia per la successione a Kim Jong Il rispetterà questo lutto o inizierà già nelle prossime ore.

Fonte foto: Galaxy fm on Flickr

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