Romania, licenza di uccidere i cani randagi

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di Daniela Silva

La vita di migliaia di cani randagi in Romania è ormai letteralmente appesa a un filo. Il 21 giugno scorso, infatti, il Parlamento romeno rimandò, per mancanza di tempo, la discussione di una legge sull’uccisione di cani randagi che popolano il Paese. La proposta di legge PL 912 prevedeva la possibilità di autorizzare lo sterminio brutale di oltre due milioni di randagi. Ora, a quanto pare, il Governo sembra aver trovato il tempo di approvare questa assurda legge. Secondo quanto riporta il canale telematico Green Style infatti, i cani verrebbero presi al collo per strada con una grossa pinza, sedati sul posto tramite un’iniezione calmante, gettati a terra, scaraventati in massa nell’inceneritore e bruciati vivi. Praticamente una strage, oltre che una brutalità senza ragione.

Su Facebook da tempo circola una petizione al Parlamento europeo per bloccare la PL 912. In breve tempo in tutta Europa sono state raccolte oltre 20.570 firme, ma è un numero ben lontano dal milione di firme necessarie.

Il 22 novembre scorso, dopo anni di confronti che non hanno portato ad alcuna soluzione, in Romania, è passata la legge che lascia liberi i sindaci di decidere sull’abbattimento dei cani randagi. Non è automatico, ma i sindaci e i comitati locali, potranno decidere liberamente, discrezionalmente, cosa fare. Se vorranno potranno, come già succede in molte città rumene, sterminare i poveri randagi. Perché sono un pericolo per le persone, perché è troppo oneroso per le collettività occuparsene in maniera diversa. La legge, approvata dalla Camera dei deputati, trasferisce dalle autorità centrali le responsabilità a quelle locali. Il testo, approvato dal Parlamento romeno, prevede di rimuovere dalla strada tutti i cani. Poi, se entro trenta giorni non verranno adottati e se i Comuni non troveranno i fondi per trattenerli nei canili, potranno essere abbattuti. La legge lo consente, precisando che ai sindaci basterà soltanto disporre del benestare dei propri cittadini tramite un referendum locale. Non è chiaro cosa succederà nel caso in cui un quartiere voterà per l’abbattimento e un altro contro di esso. Per salvarli, o per condannarli, forse i cittadini dovranno trasferire i cani da un quartiere a un altro. Fatto sta che è da anni che le autorità non riescono a trovare soluzioni, se non l’eliminazione fisica dei cani.

Le associazioni animaliste italiane e europee che operano in Romania parlano di uno sterminio senza precedenti. Sebbene la legge contenga anche provvedimenti positivi, come l’identificazione dei cani tramite microchip, le onlus temono che, in realtà, i Comuni che decideranno di sterilizzare i cani anziché sopprimerli saranno pochissimi.

Il rischio è che la morte di oltre due milioni di cani randagi possa trasformarsi in un business legale: il provvedimento potrebbe infatti arricchire le autorità locali, che per l’operazione “anti-randagi” riceveranno ingenti fondi dallo Stato. Per l’ennesima volta, quindi si è scelta la via meno eco-sostenibile: il provvedimento, da mesi al centro di polemiche e tentativi di bloccarlo e sostituirlo con una campagna di sterilizzazione dei quattro zampe, è passato con 168 voti a favore e 111 contrari.

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