«Non al PAN», Il Casalese non può andare in scena a Napoli

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di Chiara Baldi

Sembrava ormai cosa fatta la presentazione teatrale de Il Casalese al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli, gestito dall’Assessorato alla Cultura del Comune) il 22 maggio. Mancava solo il via libera del Direttore del PAN che, stando a quanto si legge nel carteggio di mail tra autori e Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, «era solo una formalità». Invece, il 10 maggio arriva una mail da parte dello staff dell’Assessorato in cui viene comunicato che «la richiesta di presentazione del libro negli spazi del PAN non può essere accettata». Il motivo, scrivono dall’Assessorato, è che «il libro in oggetto è stato già ampiamente presentato in diverse occasioni precedenti» durante le quali, ad onor del vero, il sindaco Luigi De Magistris ha sostenuto pubblicamente il libro. Però stavolta, dicono dal Comune, si è deciso di non concedere lo spazio per la presentazione perché «al PAN si tende ad accogliere anzitutto richieste che abbiamo quale contenuto tematiche sociali». Una motivazione quanto meno discutibile, visto che la “tematica sociale” del libro sembra più che evidente, dal momento che esso tratta dell’ascesa politica di Nicola Cosentino, uomo del Pdl in Campania ed ex sottosegretario all’Economia del Governo Berlusconi, e affiliato al clan dei Casalesi (da cui il titolo dell’opera). Di certo, quindi, il ruolo sociale di Cosentino è quanto di più certo ci sia in questa vicenda oscura.

La richiesta da parte degli autori di presentare il libro al PAN era arriva ad inizio maggio e la “novità”, rispetto alle classiche presentazioni, era che stavolta ci sarebbe stata una rappresentazione teatrale da parte di un gruppo di artisti napoletani, seguita da un dibattito a cui avrebbero partecipato anche alcuni magistrati campani. Una novità, appunto. E visto lo stile del libro, inchiesta giornalistica nata da atti del processo su Cosentino, farne una rappresentazione teatrale sarebbe di certo stato interessante. Se aggiungiamo, poi, che la prima rappresentazione teatrale sarebbe potuta avvenire in uno spazio del Comune di Napoli (il PAN, appunto), si capisce bene che il sostegno ad un libro così osteggiato sarebbe stato ancora più importante per combattere una lotta che è, anzitutto, per la libertà di stampa e per il diritto a svolgere il proprio lavoro in piena autonomia.

Ecco perché il rifiuto da parte dell’Assessorato, che pare arrivare direttamente dal Primo Cittadino napoletano, ha lasciato ancora più interedetti gli autori e l’editore del libro. Dopo l’enorme richiesta fatta dalla famiglia dello stesso Cosentino (un milione e duecento mila euro di risarcimento danni, il ritiro e la distruzione delle copie in vendita), infatti, i nove giornalisti stanno girando l’Italia in lungo e in largo per promuovere il loro lavoro, proprio per difendere l’autorevolezza di quello che hanno scritto (basato, tutto, sugli atti del processo). Ovviamente, appena è stata resa nota la notizia, sul web è partito il passaparola e in molti hanno espresso solidarietà ai nove autori. Ma la solidarietà non basta se non si ha, al proprio fianco, in questa lotta, lo Stato, anche nelle sue istituzioni cittadine. E quest’assenza, gli autori e l’editore de Il Casalese, la sentono ogni giorno di più.

Oggi, 4 giugno 2012, alle 17, gli autori de Il Casalese, insieme alla società civile, saranno a Casal di Principe, presso il salone Sacro Cuore di Gesù per lottare ancora contro ogni bavaglio.

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