Amarcord: fine dell’incanto, la Bulgaria ad Euro ’96

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Molti sostengono che i Mondiali americani del 1994 siano stati fra i più deludenti di sempre, poco spettacolo, orari ai limiti dell’assurdo con le squadre costrette a giocare a mezzogiorno con il 90% di umidità per consentire la visione delle partite in Europa alla sera, oltre ad un tasso tecnico inferiore alle precedenti edizioni. Ciò, se è vero, ha fatto scaturire diverse sorprese, dalla Romania, fino alle semifinaliste sconfitte Bulgaria e Svezia.

Proprio la nazionale bulgara ha raggiunto a Usa ’94 l’apice della sua storia, la semifinale persa contro l’Italia e la finale per il terzo posto regalata agli svedesi (4-0 già all’intervallo) con quarto posto finale comunque nobilissimo per una Bulgaria storicamente mai competitiva. Logico, però, che dopo quell’exploit l’Europa si aspetti una conferma dagli Europei del 1996, anche perché i bulgari non sono arrivati quarti ai mondiali per caso, hanno le loro individualità, prima fra tutte quella di Hristo Stoichkov, carattere bizzoso ma tecnica sopraffina, il vero gioiello della Bulgaria a Usa ’94, l’uomo simbolo, il talento della nazionale, non a caso insignito del Pallone d’Oro nel 1994. La compagine bulgara, insomma, sembra avere tutte le carte in regola per qualificarsi ad Euro ’96 ed essere poi fra le protagoniste del torneo. Il sorteggio, poi, dà una mano a Stoichkov e compagni, inseriti in un girone che comprende sì la Germania, ma anche avversari di basso livello come Galles, Georgia, Albania e Moldavia. La Bulgaria vince le prime 6 partite di fila, compreso il 3-2 rifilato alla Germania a Sofia il 7 giugno 1995 e si invola verso la qualificazione.

Un lieve calo nella seconda parte del raggruppamento non consente ai bulgari di vincere il girone (prima sarà la Germania) ma le permette comunque di qualificarsi senza patemi come seconda con 22 punti, 3 in meno dei tedeschi, ed approdare così per la prima volta nella sua storia alla fase finale di un campionato europeo. Il commissario tecnico è sempre Dimitar Penev, in squadra c’è Stoichkov, c’è il cervello Balakov, c’è il carismatico e compianto Ivanov, c’è il centravanti Leckov che ha 29 anni ma ne dimostra una decina di più, c’è in generale voglia di conferma per una generazione che potrebbe avere a disposizione ancora forse solamente i Mondiali del 1998 per affermarsi definitivamente fra le grandi dell’epoca. Il sorteggio della fase finale non è benevolo con i bulgari, inseriti nel gruppo B assieme a Francia, Spagna e Romania, vale a dire con due squadroni ed i rumeni, rivelazione di Usa ’94 proprio come la Bulgaria. Penev non ha paura, sa che qualificarsi per i quarti di finale sarà complicato ma non impossibile, anzi, la qualità della sua squadra potrà mettere in seria difficoltà le rivali.

Il 9 giugno 1996 a Leeds la Bulgaria fa il suo debutto assoluto agli Europei incrociando la Spagna. In effetti, la nazionale di Penev sembra simile a quella di due anni prima, squadra attenta, pragmatica ma dotata di grande talento dalla cintola in su. Il primo tempo termina a reti bianche, poi a metà ripresa i bulgari si guadagnano un rigore che Stoichkov trasforma con freddezza; vincere la prima partita sarebbe importantissimo in chiave qualificazione, ma la Spagna reagisce e pareggia poco dopo con Alfonso per l’1-1 finale che, tutto sommato, non viene accolto negativamente da nessuna delle due. Nell’altra gara del girone, intanto, la Francia supera per 1-0 la Romania. 13 giugno: a Newcastle si gioca Bulgaria-Romania ed un successo dei bulgari avvicinerebbe notevolmente la loro qualificazione ai quarti ed estrometterebbe i rumeni. Stoichkov va in gol dopo 3 minuti, il risultato non cambierà più e per la Bulgaria il più sembra fatto. Il fuoriclasse bulgaro, inoltre, si presenta agli Europei dopo una travagliata stagione in Italia al Parma dove era arrivato per vincere tutto, finendo invece per litigare con compagni ed allenatore a causa dei suoi eccessi caratteriali e di un peso forma mai rispettato, col risultato di essere escluso dalla rosa già a metà stagione.

Ma in Inghilterra Stoichkov sembra rinato, sembra quello di Usa ’94 e la Bulgaria sembra ad un passo dai quarti di finale. Nell’altra gara, intanto, Spagna-Francia finisce 1-1 determinando, ad una giornata dal termine della fase a gironi, una classifica con Francia e Bulgaria a 4 punti, Spagna 2, Romania 0. I bulgari, dunque, così come i francesi hanno il destino nelle proprie mani, vincendo sarebbero qualificati e primi nel gruppo, con un pareggio e la concomitante vittoria della Spagna si farebbe ricorso alla classifica avulsa, mentre in caso di sconfitta e successo spagnolo andrebbero avanti i vincitori dello scontro Francia-Bulgaria e, appunto, la Spagna. Da Madrid a Barcellona c’è paura di un accordo segreto fra bulgari e francesi per fare pari, patta e tanti saluti alle Furie Rosse, ma in realtà la Francia ha il dente avvelenato con la Bulgaria che nel 1993 vinse al Parco dei Principi di Parigi estromettendo clamorosamente i transalpini da Usa ’94, secondo fallimento mondiale consecutivo dopo il mancato accesso ad Italia ’90.

La Francia vuole vendicare quell’umiliazione, poco le interessa di mettere a rischio la qualificazione, anzi, è convinta che battendo i bulgari possa mettersi in tasca oltre al primo posto anche parecchia considerazione in vista del proseguimento del torneo. I francesi partono forte e chiudono il primo tempo avanti di un gol, poi nella ripresa raddoppiano, mentre intanto Spagna e Romania sono sull’1-1, risultato che manderebbe ai quarti comunque Francia e Bulgaria. Stoichkov (3 gol in 3 partite) dimezza lo svantaggio al 70′, ma la doccia gelata per i bulgari arriva al minuto 85 quando la Spagna si riporta in vantaggio scavalcandoli in classifica. A nulla serve il forcing finale, anzi, al 90′ ecco anche il 3-1 della Francia che elimina la Bulgaria e vola ai quarti a braccetto con gli spagnoli. La delusione è enorme per Stoichkov e compagni, convinti di potercela fare e beffati quasi esclusivamente dalla disposizione delle partite nel girone, ma sicuri anche di non essere inferiori ad una Spagna che si qualifica grazie a due pareggi e ad una vittoria striminzita.

La Bulgaria non esce affatto ridimensionata da Euro ’96, anche se i risultati attesi erano diversi e anche se l’obiettivo minimo dei quarti di finale non viene raggiunto. In un torneo a 16 squadre è comunque già un successo esserci arrivati, poi i dettagli hanno fatto la differenza, ma il talento della squadra non si può discutere. Il problema, però, è che quella generazione d’oro sta esaurendo il suo splendore, la clessidra sta per terminare la sabbia, Francia ’98 sarà l’ultima recita per i fantastici protagonisti della Bulgaria del 1994. Forse è per questo che negli spogliatoi di Newcastle (sede di Francia-Bulgaria del 18 giugno 1996) serpeggia malinconia e timore di aver ormai dato tutto. Ai mondiali del 1998, in effetti, i bulgari ci arrivano vincendo il proprio girone davanti a Russia, Israele, Cipro e Lussemburgo, ma in Francia sono la sbiadita copia delle precedenti uscite: scialbo 0-0 contro il Paraguay, sconfitta di misura con la Nigeria e pesante 1-6 incassato con la Spagna. Cala così il sipario su una delle nazionali più forti degli anni novanta che, esaurita la candela di una generazione di fenomeni, torna nell’anonimato da cui era arrivata.

La Bulgaria, del resto, dal 1998 in poi collezionerà solamente eliminazioni, molte delle quali senza neanche avvicinarsi alla qualificazione sia per i Mondiali che per gli Europei. Le generazioni successive a quella di Stoichkov e compagni non eguaglieranno mai quella e l’unica apparizione della nazionale bulgara ad un grande torneo sarà quella agli Europei del 2004, chiusa per altro con tre sconfitte su tre nel girone contro Svezia, Danimarca ed Italia. A Usa ’94 la Bulgaria aveva seminato, ad Euro ’96 non è riuscita a raccogliere e questo rimane ancora oggi un fortissimo rammarico fra gli appassionati di calcio bulgari che forse mai più disporranno di una nazionale di calcio così forte.

di Marco Milan

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