Amarcord: quando l’Inghilterra fallì l’approdo a Usa ’94

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Un fallimento in piena regola. Come i due della Francia fra 1990 e 1994, come i due recenti dell’Italia fra il 2018 ed il 2022. La mancata qualificazione dell’Inghilterra ad Usa ’94 resta ancora oggi una delle macchie indelebili nella storia della nazionale britannica, una delusione colossale che nel Regno Unito hanno faticato per anni a digerire.

Dopo il quarto posto ad Italia ’90, la nazionale inglese disputa un pessimo europeo in Svezia nel 1992, uscendo al primo turno e mostrando un calcio povero dal punto di vista tecnico e tattico. Eppure, i calciatori in organico sono ottimi, in primis quel Paul Gascoigne che sarà pure una testa calda ma che è il simbolo della nuova Inghilterra. Il commissario tecnico è Graham Taylor che, dopo la delusione di Euro ’92, ha il compito di qualificare gli inglesi ai Mondiali del 1994 che si disputeranno negli Stati Uniti. I britannici sono inseriti nel gruppo 2 e, ad onor del vero, il raggruppamento è tutt’altro che semplici: oltre all’Inghilterra, infatti, ci sono la fortissima Olanda di Gullit, Rijkaard e Van Basten, l’emergente Norvegia, la Polonia e le mediocri Turchia e San Marino. Inglesi ed olandesi sono favoritissimi, anche se norvegesi e polacchi si preannunciano ostacoli insidiosi, soprattutto gli scandinavi che stanno per vivere il punto più alto della loro storia.

A scompaginare il girone, in effetti, sono proprio i norvegesi che partono col botto battendo per 10-0 il malcapitato San Marino, poi bloccano a Wembley sull’1-1 l’Inghilterra. Il doppio successo sulla Turchia sembra rilanciare i britannici, mentre intanto l’Olanda arranca perdendo in Norvegia e pareggiando contro la Polonia. E’ forse questo il momento in cui in Inghilterra si illudono che il più sia ormai fatto, l’Olanda è in difficoltà, la Norvegia è un’ottima squadra ma forse non reggerà fino alla fine. Il 28 aprile 1993, poi, lo scontro diretto fra Inghilterra ed Olanda termina 2-2, ma in 4 giorni fra il 29 maggio ed il 2 giugno, gli inglesi si mettono in difficoltà da soli pareggiando 1-1 in Polonia e perdendo 2-0 in Norvegia. La situazione incomincia a complicarsi, al di là dell’ultimo posto di San Marino e di una Turchia inferiore alle rivali, Norvegia, Olanda e Inghilterra si giocano i due posti che valgono la qualificazione ad Usa ’94 con la Polonia quarto incomodo.

Il confronto diretto Olanda-Norvegia termina a reti bianche, a settembre l’Inghilterra regola 3-0 la Polonia eliminandola di fatto dalla corsa. Il 22 settembre l’Olanda vince 7-0 con San Marino e la Norvegia piega di misura la Polonia, mentre meno di un mese dopo l’Inghilterra cade 2-0 a Rotterdam contro l’Olanda, cedendo il passo agli stessi olandesi e alla Norvegia che vince 3-0 in Polonia ed è aritmeticamente qualificata per la prima volta nella sua storia alla fase finale della coppa del mondo. Ad una giornata dalla fine, gli scandinavi sono primi, l’Olanda seconda e l’Inghilterra terza ad inseguire a 2 lunghezze e con un piede e mezzo fuori dai Mondiali. Il 17 novembre 1993, gli inglesi hanno una sola possibilità per approdare negli Stati Uniti, ovvero vincere a San Marino e sperare in un suicidio degli olandesi in Polonia. La serata inizia in maniera quasi surreale, allo stadio Dall’Ara di Bologna i sanmarinesi vanno addirittura in vantaggio, poi l’Inghilterra ne fa 7 ma non basta perché intanto l’Olanda vince 3-1 in Polonia e mantiene i 2 punti di vantaggio che le consentono di staccare il biglietto per l’America. La classifica finale dice: Norvegia 16, Olanda 15, Inghilterra 13, Polonia 8, Turchia 7, San Marino 1.

Il fallimento è epocale, ai mondiali del 1994 mancheranno due nazionali di spicco come Francia ed Inghilterra, per i francesi è addirittura il secondo flop consecutivo, quello degli inglesi fa comunque tanto rumore e non sembrano esserci giustificazioni di sorta. Da Londra a Liverpool, passando per Manchester e Nottingham la paura è per gli Europei del 1996 che proprio l’Inghilterra organizzerà. Taylor darà le dimissioni ed il suo successore Venables condurrà gli inglesi fino in semifinale, senza però abbassare la delusione per una qualificazione ai Mondiali alla portata e sfuggita per superficialità e mancanza di gioco.

di Marco Milan

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