Amarcord: Sunday Oliseh, l’uomo delle grandi promesse

0 0
Read Time6 Minute, 18 Second

Di calciatori solo parzialmente espressi è piena la storia del calcio, così come di promesse non mantenute. Più particolare, invece, è trovare un giocatore capace di non trovare la sua dimensione in un solo campionato e in un solo paese, anche se frequentato in epoche ed età diverse. E’ quanto accaduto a Sunday Oliseh, centrocampista nigeriano che sembra proprio non aver digerito l’Italia e la serie A.

Sunday Oliseh nasce in Nigeria, ad Abavo, il 14 settembre 1974. Delle sue doti di calciatore sembrano accorgersi quasi tutti in patria, Oliseh è un mediano dotato di buon fisico ed ottima visione di gioco, non è un regista puro ma neanche uno di quei medianacci bravi solo a correre e a picchiare duro. L’approdo in Europa è rapido, già nel 1990 a soli 16 anni debutta nella prima divisione belga con la maglia del Royal Liegi con cui giocherà fino alla stagione 1993-94 quando si guadagnerà pure la convocazione con la nazionale per i mondiali americani dove giocherà tutte e 4 le partite della Nigeria che, all’esordio assoluto nella coppa del mondo, arriva sino agli ottavi di finale venendo poi eliminata dalla doppietta di Roberto Baggio contro l’Italia. Stavolta di Oliseh si accorgono tutti: neanche vent’anni e già risulta come uno dei migliori centrocampisti emergenti nel panorama calcistico internazionale, anche se i grandi club ancora non se la sentono di investire su quella che, a conti fatti, è ancora soltanto una promessa.

E così, a spuntarla è la Reggiana che nell’ultimo campionato di serie A si è salvata all’ultima giornata vincendo a San Siro contro il Milan e si appresta a giocare dunque un’altra stagione nella massima serie. Il rinforzo è di quelli eclatanti per una società di provincia come quella emiliana, Oliseh l’ha ammirato il grande pubblico ai mondiali, i tifosi della Reggiana non credono ai propri occhi, così come Giuseppe Marchioro, tecnico dei granata. La stagione, però, non parte bene per una squadra che non sembra più quella dell’anno prima, anzi, non ha né gioco, né determinazione e neanche quel pizzico di fortuna che servirebbe per agguantare la seconda salvezza di fila. Oliseh, che pure sarebbe uno dei fiori all’occhiello della compagine emiliana, fatica ad integrarsi, non capisce bene la lingua e non si ritrova nel calcio italiano, troppo veloce e troppo tattico rispetto alla Nigeria e rispetto al Belgio. In più, la Reggiana sin dall’avvio di campionato si dimostra formazione con enormi lacune, stazionando sin dalle prime giornate negli ultimi posti della classifica.

Neanche l’avvicendamento sulla panchina emiliana fra Marchioro ed Enzo Ferrari aiuta la Reggiana che retrocede senza lottare fino in fondo per la salvezza. Oliseh delude, è la controfigura del bel giocatore ammirato ai mondiali, non garantisce dinamismo e fosforo al centrocampo ed il suo unico gol stagionale arriva alla terz’ultima giornata il 21 maggio 1995 nel 2-0 che i granata rifilano al Brescia ultimo della classe a giochi ormai fatti. La retrocessione degli emiliani obbliga la società a mettere il nigeriano sul mercato dove ad accaparrarselo è il Colonia: due stagioni in Bundesliga, buona la prima, ottima la seconda, condita pure da 4 reti che gli valgono l’approdo all’Ajax dove vince il titolo al primo anno venendo convocato a fine stagione per i mondiali di Francia del 1998. Nella rassegna iridata, Oliseh segna anche una rete (stupenda, peraltro) nel successo degli africani per 3-2 contro la Spagna ed anche se l’avventura si chiude ancora agli ottavi (Nigeria ko con la Danimarca), l’ex centrocampista della Reggiana si impone come uno dei migliori nel suo ruolo.

Un’altra stagione all’Ajax, la consapevolezza di essere cresciuto e maturato, ed ecco la seconda chiamata dall’Italia, stavolta ancor più celebre della Reggiana perché nell’estate del 1999 Oliseh viene corteggiato e poi acquistato dalla Juventus che dopo un’annata pessima cerca il riscatto in campionato. E’ Carlo Ancelotti, tecnico juventino, a chiedere alla società il mediano nigeriano che i bianconeri strappano all’Ajax per 21 miliardi di lire, trasformandolo così in uno degli acquisti più attesi dell’anno per la tifoseria juventina, bramosa di riscossa in campionato e in Coppa Uefa dove i torinesi approdano dopo aver vinto l’Intertoto in estate. Oliseh si mette discretamente in mostra, gioca da titolare anche la prima partita di serie A contro la Reggina al Delle Alpi in cui prende addirittura due pali ed orchestra alla perfezione il centrocampo juventino, ma quando in autunno incomincia la stagione vera e propria, il centrocampista africano perde il posto da titolare e Ancelotti non se la sente di modificare una formazione che sin da subito sgomita con la Lazio per la vittoria dello scudetto. A 25 anni suonati, Oliseh è consapevole delle proprie qualità ed è convinto di potersi affermare anche in una squadra come la Juventus che lotta per i massimi traguardi.

Ma Ancelotti continua a dargli poco spazio, soprattutto in campionato dove il mediano nigeriano gioca col contagocce, mentre meglio va in Coppa Uefa, competizione in cui Oliseh trova pure la sua prima (e poi unica) rete in bianconero, il 21 ottobre 1999 a Sofia nel 3-1 juventino in casa del Levski, andata del secondo turno. I tifosi iniziano ad essere delusi dal suo rendimento, a difenderlo è il portiere della Juve, l’olandese Van der Sar che è stato pure suo compagno di squadra all’Ajax, mentre lo stesso Oliseh dopo qualche mese di silenzio, sotto Natale interviene e dichiara: “La Juve è il massimo per un calciatore, in estate potevo andare alla Roma o venire a Torino, ma ho scelto i bianconeri perché non potrebbe esistere di meglio“. La Juventus, nel frattempo, viene eliminata dalla Coppa Uefa per mano degli spagnoli del Celta Vigo, mentre in campionato è in testa alla classifica e in primavera sembra lanciata verso lo scudetto. Il ko nello scontro diretto contro la Lazio ringalluzzisce i biancocelesti che opereranno poi la clamorosa rimonta che permetterà loro di superare i bianconeri all’ultima giornata.

Gli spazi per Oliseh si erano però ormai chiusi da tempo, le presenze in campionato saranno appena 8, in totale 19 considerando anche quelle di Intertoto, Coppa Uefa e l’unica in Coppa Italia. La Juventus, delusa dal rendimento del nigeriano, ne perfeziona la cessione al Borussia Dortmund ed anche Carlo Ancelotti non si oppone ad un’operazione che passa in secondo piano in Italia. In Germania, Oliseh si riprende e per la seconda volta dimostra tutto il suo valore lontano dall’Italia, diventando un perno del Borussia con cui gioca tre stagioni vincendo il campionato nella stagione 2001-02. Chiuderà la carriera dopo due anni al Bochum, un altro al Borussia Dortmund e l’ultimo in Belgio al Genk, terminando un percorso fatto di alti (tanti, soprattutto in nazionale con cui ha vinto pure l’oro olimpico ad Atlanta nel 1996) e bassi, quasi tutti in Italia dove in due stagioni, prima a Reggio Emilia e poi a Torino, ha combinato poco e niente, risultando in entrambe le circostanze una delle maggiori delusioni del campionato.

Difficile spiegare come mai Sunday Oliseh abbia fatto cilecca in serie A, laddove diversi suoi conterranei hanno invece ottenuto i risultati migliori delle proprie carriere (da Martins a West, fino ad arrivare al recentissimo Osimhen). Fatto sta che a fronte di tante aspettative, il mediano africano non ne ha indovinata una: alla Reggiana era probabilmente troppo giovane, inesperto, trovandosi al posto sbagliato nel momento sbagliato, mentre alla Juventus non si è saputo imporre in una squadra di campioni con ambizioni importanti. Questi i fatti, ad ognuno di voi la sentenza. Sunday in inglese significa domenica, ma Oliseh in Italia di domeniche felici ne ha vissute veramente poche.

di Marco Milan

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleppy
Sleppy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *