Amarcord: la splendida illusione del Bologna di Guidolin

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Era un traguardo proibitivo, impensabile da poter raggiungere. E’ diventato invece un sogno possibile, la sua realizzazione era lì ad un passo, un attimo prima di quel brutto risveglio che ancora oggi fa male a tutti i cuori bolognesi.

Il Bologna che si appresta ad iniziare la stagione 2001-2002 è una squadra profondamente rinnovata rispetto a quella che ha chiuso al decimo posto il campionato precedente. Tanto per cominciare, al timone del club non c’è più lo storico presidente Giuseppe Gazzoni Frascara, bensì è subentrato Renato Cipollini che ha detto a chiare lettere di voler far meglio del suo predecessore che poco meno di tre anni prima aveva condotto quel Bologna che, guidato in panchina da Carlo Mazzone, era arrivato fino alle semifinali di Coppa Uefa e di Coppa Italia. L’allenatore ora è Francesco Guidolin, confermato anche da Cipollini, un tecnico giovane ma con un’esperienza ormai importante in serie A, mentre in campo ci sono i reduci di Usa ’94, ovvero il portiere Gianluca Pagliuca e l’attaccante Giuseppe Signori, ormai simboli dello spogliatoio e beniamini del pubblico felsineo; a centrocampo i rossoblu conteranno sul talento e la qualità di Locatelli e Zauli, nonché sulla verve di Pecchia e Nervo, infine in difesa c’è il promettente Zaccardo e gli esperti Fresi e Castellini. Le premesse per disputare un campionato migliore del precedente con salvezza ottenuta già nel girone d’andata e vista sull’Europa nel ritorno, insomma, ci sono davvero tutte e l’impressione generale è che il Bologna possa essere una delle sorprese della stagione.

La serie A 2001-2002 parte il 26 agosto 2001 e il Bologna ha l’onore di disputare la gara inaugurale del torneo, sabato 25, ospitando allo stadio Dall’Ara l’Atalanta. Sugli spalti dell’impianto bolognese ci sono 22.000 spettatori che assistono ad una gara condizionata dal caldo e dalle gambe ancora imballate dalla preparazione estiva, ma pur sempre di buon livello; il Bologna segna presto, al 19′, col solito Signori, poi resiste a qualche attacco dei bergamaschi e porta a casa i primi 3 punti della stagione. Un buon inizio, un clima euforico perché vincere all’esordio porta sempre entusiasmo ai tifosi che, in fondo, vivono di questo dopo oltre due mesi di astinenza dal calcio e dalla propria squadra del cuore. Ma per il Bologna l’eccitazione dura poco, dato che alla seconda giornata i rossoblu cadono in casa del neopromosso Chievo che è la rivelazione del campionato e che vince per 2-0 portandosi clamorosamente in testa alla classifica a punteggio pieno dopo due turni. Passa una settimana, però, e la squadra di Guidolin si fa perdonare battendo in casa il Parma nel sentito derby della via Emilia: segna il centravanti argentino Julio Ricardo Cruz che in estate ha promesso più gol dell’anno prima e che con Signori sembra aver composto una coppia perfetta che ricorda molto quella costituita qualche anno prima dallo stesso Signori e dallo svedese Kennet Andersson, alto e prestante proprio come Cruz.

Dopo la vittoria di Venezia e la preventivabile sconfitta in casa dell’Inter, il Bologna sbanca Verona e blocca sullo 0-0 al Dall’Ara la Juventus, ritrovandosi al quarto posto con 13 punti e a sole 3 lunghezze dalla vetta. La classifica, lo dice anche Guidolin, è inutile guardarla a fine ottobre, eppure i tifosi se la ammirano più volte al giorno, non si sa mai, chissà quanto durerà; qualcuno scatta una foto alla pagina del Televideo con la graduatoria della serie A, perché si rende conto che l’evento è abbastanza eccezionale, oltre al fatto che quarto posto significa anche ammissione ai preliminari di Coppa Campioni. Il momento magico dei felsinei, inoltre, prosegue: il 28 ottobre la squadra emiliana resiste a San Siro contro il Milan strappando un sofferto 0-0 ed una settimana più tardi supera per 3-2 la Fiorentina nel derby dell’Appennino, caldissimo per entrambe le tifoserie, ed in cui incomincia la verve offensiva del difensore Fresi che sigla una doppietta e che si scoprirà goleador in un’annata assai particolare con l’infortunio a Signori che terrà l’ex laziale a lungo lontano dai campi. Il Bologna è terzo, 17 punti incamerati, uno in più della Roma campione d’Italia in carica, due in più del Milan che ha speso oltre 150 miliardi per gli acquisti di Rui Costa e Filippo Inzaghi, addirittura tre in più della Juventus che in estate ha richiamato in panchina Marcello Lippi ed ha portato a Torino Buffon, Thuram e Nedved.

A ridimensionare la compagine rossoblu ci pensano però due ko consecutivi: il primo è sorprendente, a Lecce, dove il Bologna sbaglia pure un rigore nel finale che poteva valere l’1-1, il secondo è in casa dove la Roma passa per 3-1 e ristabilisce le distanze fra sé e la formazione di Guidolin. Ma il Bologna, in fondo, non è stato costruito per vincere lo scudetto, per cui è inutile agitarsi, l’Europa è alla portata dei felsinei, il campionato ancora lungo e il pubblico è tutto con la squadra. Prima di Natale, il Bologna alterna ottime prestazioni in casa dove vince contro Torino e Perugia, a gare deludenti in trasferta come la sconfitta per 2-0 a Piacenza. Il 22 dicembre 2001, poi, i rossoblu iniziano a diventare la squadra delle rimonte: a Roma contro la Lazio, infatti, i bolognesi vanno sotto 2-0 per la doppietta di Claudio Lopez, ma già alla fine del primo tempo riducono lo svantaggio con Cruz e alla mezz’ora della ripresa agguantano il 2-2 col difensore Zaccardo. A Bologna passano così un Natale felice e prolungano la festa alla ripresa del campionato quando i rossoblu battono 2-1 il Brescia il giorno dell’Epifania. Un’altra rimonta arriva il 13 gennaio a Bergamo: Atalanta sul 2-0 dopo 25 minuti e Bologna che acciuffa il pareggio grazie al gol di Olive prima dell’intervallo e a quello di Brioschi (altro difensore) al 91′, vendicando anche l’eliminazione dalla Coppa Italia, arrivata proprio per mano degli atalantini.

La svolta per il Bologna sembra arrivare il 20 gennaio alla seconda giornata del girone di ritorno quando batte 3-1 il Chievo e lo avvicina al quarto posto: 33 punti per i veneti (con anche una gara da recuperare), 32 per il Milan e 31 per il Bologna. Le prime tre posizioni sono ormai prenotate da Inter, Juventus e Roma che si giocheranno lo scudetto fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata, ma il quarto gradino del torneo è un avvincente lotta a cui partecipa con pieno diritto anche un Bologna in salute e in grado di mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Alla 22.ma giornata, il 10 febbraio, la squadra di Guidolin ospita l’Inter: per i nerazzurri di Cuper l’occasione è ghiottissima per riprendersi il primato, dato che in serata andrà in scena lo scontro diretto fra Roma e Juventus, ma il Bologna non può perdere dopo la sconfitta di Parma e lo scialbo 1-1 casalingo contro il Venezia ultimo in classifica. La gara dei rossoblu è magistrale già nel primo tempo, poi nella ripresa Pecchia sblocca la situazione e Zauli, con una rete da antologia, porta i suoi sul 2-0, appena scalfito dal gol della bandiera interista firmato da Seedorf proprio sul gong; è un successo coi fiocchi per il Bologna che batte una grande come l’Inter e rosicchia ben 3 punti al Chievo, sconfitto in casa dall’Udinese ed ora distante appena 2 lunghezze. Una settimana dopo arriva l’aggancio: i veneti pareggiano in casa della Lazio, gli emiliani vincono pure a Udine grazie ad una rete di Cruz ad inizio gara e raggiungono il quarto posto alla pari dei rivali e con 3 punti di vantaggio su un Milan sempre più in crisi.

E’ il miglior momento della stagione per un Bologna che sembra volare in campo: contro il Verona la vittoria è quasi epica, in quanto gli scaligeri segnano con Gilardino al 76′ gettando una secchiata d’acqua gelata sulla schiena dei tifosi bolognesi. Poco male, perché dopo neanche tre minuti il solito Fresi rimette in equilibrio risultato ed incontro, poi al 92′ Cruz firma la rete del sorpasso e di un’altra rimonta di un Bologna che vede ormai il quarto posto come traguardo raggiungibile, anche perché domenica 10 marzo 2002 i rossoblu legittimano quella che appare una superiorità netta sulle rivali. Quel giorno si gioca infatti al Dall’Ara Bologna-Milan: i giornali parlano di ultima spiaggia per i rossoneri di Ancelotti per raggiungere il quarto posto, soprattutto perché la sconfitta nel derby con l’Inter dell’ultima giornata non lascia alternativa alla compagine milanista che vincendo aggancerebbe proprio il Bologna al quarto posto a quota 41 punti. Non passano neanche 3 minuti dal fischio d’inizio che Fresi ribatte in rete una punizione di Signori respinta da Abbiati: Bologna in vantaggio e Milan alle corde; al 25′, poi, la trappola del fuorigioco milanista non è quella dei bei tempi andati di Rijkaard e Baresi, Cruz si infila e mette dentro il raddoppio. Il Milan è annichilito, non reagisce e fa perdere la pazienza anche ai tifosi che lo hanno seguito in trasferta e che a metà ripresa abbandonano il settore dello stadio a loro concesso e se ne vanno in segno di protesta. E’ il trionfo del Bologna che a 8 giornate dalla fine del campionato è quarto in classifica con tre punti di vantaggio sul Chievo e ben 6 sul Milan.

Sembra fatta per i rossoblu, anche perché l’ostacolo più pericoloso appariva quel Milan che invece di fronte alla squadra di Guidolin si è fatto piccolo piccolo e vive una crisi profondissima, mentre il Chievo, con tutto il rispetto, sembra un avversario alla portata di un Bologna che si dimostra forte sotto ogni punto di vista, dalla tecnica all’impostazione tattica, dalla grinta alla mentalità. Ma se è vero che quando si arriva in cima poi si può soltanto scendere, la caduta del Bologna di Guidolin inizia forse proprio dopo quel successo contro il Milan che sembra valere una bella fetta di quarto posto. Già, perché da allora le due squadre cambiano marcia: i rossoneri inanellano risultati positivi a raffica, mentre gli emiliani iniziano a balbettare, pareggiano 1-1 a Firenze al cospetto di una formazione allo sbando ed ormai retrocessa come quella viola, poi battono a fatica il Lecce in casa per 4-3 grazie all’ennesima rimonta (da 2-3 a 4-3) prima di perdere 3-1 a Roma contro i giallorossi il 30 marzo: quel giorno, è il sabato di Pasqua, il Milan piega con lo stesso punteggio il Parma e si porta ad un solo punto dal Bologna quarto. A Guidolin e ai suoi incomincia a vacillare qualche certezza, il pareggio in casa del Torino è alleviato dall’analogo 1-1 del Milan col Chievo che restituisce fiducia all’ambiente bolognese, perché il calendario sorride ai rossoblu che se la vedranno con Piacenza e Perugia, mentre al Milan toccherà la proibitiva doppietta Juventus-Roma, entrambe in lotta per lo scudetto. Ma il risultato è clamorosamente negativo per il Bologna che uscirà dalle due giornate con zero punti, i rossoneri perderanno con la Juve ma strapperanno lo 0-0 con la Roma agganciando gli emiliani a quota 49 e rimettendo in gioco anche Chievo e Lazio.

A due giornate dal termine del campionato, il Bologna si ritrova ad inseguire il quarto posto e a veder vanificato un consistente vantaggio che appena un mese e mezzo prima appariva sufficiente a giocarsi quel preliminare della Coppa dei Campioni che ora risulta invece complicato da raggiungere. Il 33.mo turno, però, aiuta la compagine di Guidolin che vince lo scontro diretto con la Lazio 2-0 (reti di Signori e Pecchia) ed approfitta della caduta del Chievo per 5-0 in casa della Roma; il Milan vince in rimonta a Verona e a 90 minuti dalla fine del campionato, la classifica nella zona che conduce al quarto posto recita: Bologna e Milan 52, Chievo 51, Lazio 50. Se Bologna e Milan giungeranno pari sarà necessario disputare uno spareggio, voci provenienti dalla Lega Calcio parlano già di Genova come probabile sede dell’eventuale incontro. I felsinei hanno però di fronte a loro un ostacolo durissimo: giocano infatti a Brescia in casa di una squadra che deve a tutti i costi vincere per non retrocedere, mentre il Milan ospita a San Siro il Lecce già condannato alla serie B. La settimana che precede il 5 maggio 2002 è ovviamente tutta concentrata sulla lotta scudetto che vede in corsa ancora sia l’Inter, sia la Juventus e sia la Roma, ma anche la corsa per Europa e salvezza tiene in ansia l’Italia del calcio che in 90 minuti vedrà emettere tanti verdetti non ancora assegnati.

Il Bologna ha fiducia ma anche paura, perché a Brescia sarà una battaglia e chi uscirà sconfitto vedrà vanificato il lavoro di una stagione intera. Il Brescia sa che vincendo probabilmente riuscirà a salvarsi perché a Piacenza si giocherà lo scontro diretto fra gli emiliani ed il Verona, mentre il Bologna è consapevole di avere nello spareggio l’unica speranza di rimanere agganciato al quarto posto, dato che il Milan difficilmente fallirà in casa contro il Lecce. Brescia-Bologna è la classica sfida all’ultimo sangue, tanti calci e poco calcio, ci si mette anche il maltempo a rendere tutto più drammatico, col campo pesante e le facce dei giocatori sporche di fango. Il Milan, intanto, ha come previsto già sbrigato la pratica Lecce portandosi sul 2-0 dopo 40 minuti; a Piacenza, poi, i padroni di casa stanno vincendo e il pubblico bresciano è in tumulto perché sa che con un gol contro il Bologna, la propria squadra sarebbe salva. Nell’intervallo deve accadere qualcosa nello spogliatoio del Brescia poiché al ritorno in campo i lombardi sembrano trasformati: dopo 3 minuti segna Bachini, un gol che fa esplodere lo stadio Rigamonti e pone di fatto fine alle speranze di un Bologna sgonfio ed impaurito come mai accaduto prima in stagione. Proprio nello stesso momento, inoltre, il Piacenza raddoppia contro il Verona e per il Brescia la salvezza è davvero ad un passo. Il Bologna in campo non c’è più, i bresciani andranno ancora in gol con Roberto Baggio e con Luca Toni: 3-0, così come con lo stesso punteggio il Piacenza batte il Verona, risultati che condannano proprio i veneti alla retrocessione, con relative feste a Brescia e a Piacenza.

Le lacrime al Rigamonti le versa così tutte il Bologna, beffato dal Milan sul filo di lana per il quarto posto, ma beffato anche dal Chievo che batte l’Atalanta e dalla Lazio che vince contro l’Inter, fa sfuggire lo scudetto dalle mani dei nerazzurri e permette ai biancocelesti (assieme proprio al Chievo) di scavalcare a braccetto il Bologna che finisce settimo e perde in un sol colpo sia i preliminari di Coppa Campioni che l’accesso alla Coppa Uefa. Un finale atroce per la formazione di Guidolin, a lungo grande favorita per un sogno che si è infranto sul più bello, a lungo considerata la squadra delle rimonte e che proprio sulla linea del traguardo ha subìto la rimonta decisiva. La legge del contrappasso, insomma, si è abbattuta alla perfezione in quello che il 5 maggio 2002 è diventato l’inferno bolognese.

di Marco Milan

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