Ambiente, verso la giornata nazionale delle vittime dell’inquinamento

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L’emergenza ambientale e la memoria nella proposta di istituire il 25 febbraio come Giornata nazionale delle vittime dell’inquinamento ambientale

A Taranto, dalla “Fiaccolata per i nostri angeli”, è partita la proposta di istituire una Giornata in ricordo delle vittime dell’inquinamento. Il 25 febbraio è la data simbolica scelta dall’associazione dei “Genitori tarantini” in memoria dei bimbi morti per il cancro e per le malattie connesse all’inquinamento. A un mese dalla scomparsa di Giorgio Di Ponzio, il 15enne che ha lottato per tre anni contro un sarcoma, un tumore raro e aggressivo, in migliaia hanno manifestato per le strade della città pugliese per ricordare l’adolescente tarantino e le tante persone scomparse prematuramente per i danni provocati dall’inquinamento.

La decisione di istituire una giornata di commemorazione, appoggiata da SIMA -Società Italiana di Medicina Ambientale, è “un atto di civiltà per ricordare chi non c’è più e per dare voce a tutte le realtà territoriali che soffrono un impatto ambientale che ha negative ricadute sulla salute pubblica”, ha dichiarato Cinzia Zaninelli, Presidente dell’Associazione Genitori tarantini E.T.S..

L’approvazione spetta al Parlamento ma l’iniziativa ha già incassato il plauso del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che si è espresso a favore della proposta il 4 marzo mentre si trovava ad Oslo in visita istituzionale. “Sostengo con convinzione la proposta di istituire la Giornata nazionale delle vittime dell’inquinamento ambientale il 25 febbraio. Sono tante, purtroppo, le vittime, non solo i morti o gli ammalati ma anche i familiari e chi vive nei territori italiani inquinati, come ho avuto modo di constatare quando indagavo nella Terra dei fuochi”, ha dichiarato il Ministro, aggiungendo: “Il diritto al lavoro deve andare di pari passo con la tutela della salute e dell’ambiente”.

La Società Italiana di Medicina Ambientale e l’Associazione Genitori tarantini E.T.S. hanno lanciato una consultazione pubblica di raccolta firme tramite il portale Italiaambiente per sostenere l’istituzione della Giornata in memoria delle vittime, supportare il lavoro del Ministro Costa ed infondere fiducia alle migliaia di persone che vivono nei siti più inquinati d’Italia, per non dimenticare e per lavorare sull’educazione, sulla prevenzione e sull’informazione.

Intanto, a Taranto, il disastro ambientale è sotto gli occhi di tutti, ancora una volta, dopo il sequestro delle collinette ecologiche del 5 febbraio scorso e la decisione dell’Amministrazione comunale di chiudere fino al 31 marzo due scuole del quartiere Tamburi.

Abbiamo bisogno di certezza e speditezza” è l’appello del Comune di Taranto, dopo i primi riscontri dell’Arpa Puglia che ha individuato nella zona sostanze altamente tossiche e cancerogene. Decenni di veleni e tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi, dall’Italsider, l’azienda siderurgica di proprietà pubblica nata nel 1961 all’Ilva, commissariata nel 2013 dopo il sequestro dell’acciaieria per gravi violazioni ambientali, fino alla cessione da novembre 2018 all’ArcelorMittal Italia.

Nei vari passaggi di proprietà, i problemi alla salute pubblica continuano a pesare come macigni: i circa 9 ettari lungo il perimetro della fabbrica che avrebbero dovuto attenuare l’impatto ambientale della produzione industriale restano una fonte di grave inquinamento paragonabile a “discariche abusive”.

Dopo la segnalazione degli ambientalisti, il ministro Costa ha chiesto all’Ispra di compiere accertamenti sui valori di diossina a Taranto, mentre Legambiente ha esortato ArcelorMittal ad “andare oltre gli obblighi sanciti dal Piano Ambientale”, sollecitando l’azienda a esprimersi con trasparenza sulla valutazione dell’impatto sanitario dell’impianto.

L’inquinamento ambientale in Italia è ormai un’emergenza. Gli ultimi dati diffusi da organizzazioni internazionali e nazionali non lasciano spazio a dubbi.

Secondo l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno ci sono 84.300 vittime in Italia del solo inquinamento atmosferico a cui si devono aggiungere i 5.300 morti per amianto secondo l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e i 3.200 decessi attribuibili a tumore al polmone causato dalla presenza di gas radon in ambienti indoor, stando ai dati forniti dall’ISS – Istituto Superiore di Sanità.

Gli ultimi risultati del Rapporto Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) dell’ISS segnalano un eccesso di mortalità e un eccesso di incidenza dei tumori nell’insieme della popolazione residente nelle aree in cui sono presenti i 45 Siti di Interesse Nazionale. Sono interessati 319 comuni italiani e una popolazione di circa 5.900.000 abitanti (al censimento 2011). Dalla rilevazione si evidenziano 12.000 morti in più del previsto in 8 anni (dal 2006 al 2013), soprattutto per tumori ma anche per malattie cardiocircolatorie.

Eccessi che risultano essere negli uomini pari al 4% di tutte le cause e al 3% di tutti i tumori maligni, nelle donne del 5% di tutte le cause e del 2% di tutti i tumori maligni. I valori assoluti risultano essere 5.267 decessi (tutte le cause) e 3.375 decessi (tutti i tumori maligni) negli uomini, 6.725 e 1.910 rispettivamente nelle donne.

Tra i più giovani, dai neonati ai ragazzi di 24 anni, è stato registrato un aumento del 9% dei casi di tumori maligni, nelle zone più inquinate. Nei siti contaminati, dove è attivo il registro tumori (28 su 45), “l’eccesso di incidenza” rispetto a coetanei che vivono in zone considerate “non a rischio” è del 62% per i sarcomi dei tessuti molli, del 66% per le leucemie mieloidi acute, del 50% per i linfomi Non-Hodgkin e del 36% per i tumori al testicolo. Nel primo anno di vita, vi è un eccesso di ricoverati del 3% per patologie di origine perinatale rispetto al resto dei coetanei. Rilevato anche un eccesso compreso tra l’8 e il 16% per le malattie respiratorie acute ed asma tra i bambini ed i giovani.

Fare rete e individuare una giornata di formazione è l’idea del Ministero dell’Ambiente, che troverebbe un risvolto concreto nell’istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’inquinamento. È anche una risposta auspicabile all’inquinamento atmosferico, considerato dall’OMS “il maggior rischio ambientale per la salute nel 2019”.

Un’emergenza silenziosa ma costante quella delle malattie legate ai danni ambientali di fronte alla quale serve una presa di posizione per richiedere senza rinvii le bonifiche necessarie a risanare i territori inquinati e attività produttive che non prescindano dalla salvaguardia ambientale, a Taranto come in tante altre zone d’Italia.

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