Tiangong-1: cronaca di una caduta annunciata

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La stazione spaziale cinese Tiangong-1 sta precipitando sulla Terra in modo del tutto incontrollato. Alcuni detriti potrebbero raggiungere il nostro paese il giorno di Pasqua

Una stazione spaziale cinese lunga 10,7 metri e pesante qualcosa come 7,5 tonnellate si schianterà sulla Terra il giorno di Pasqua. Badate bene, questa non è una fake news come quelle che vanno tanto di moda al giorno d’oggi e non è nemmeno un pesce d’aprile ben congegnato. E siccome nessuno di noi è Orson Welles non si tratta nemmeno di una rivisitazione de La guerra dei mondi. Questa è la pura e semplice realtà, solo un po’ stringata per sottostare a quel sensazionalismo tanto caro al giornalismo moderno.

Facciamo un po’ di chiarezza. Tra qualche giorno, esattamente il giorno di Pasqua, la stazione spaziale cinese Tiangong-1, attualmente alla deriva attorno al nostro pianeta, precipiterà sulla Terra sbriciolandosi in miliardi di pezzettini. Grazie alla nostra atmosfera, molti dei detriti non raggiungeranno il suolo, ma c’è una concreta possibilità che alcuni pezzi del Palazzo Celeste (traduzione italiana di Tiangong) possano arrivare integri in qualche giardino o su qualche terrazzo, in una fascia spaziale che va dalla Cina al Brasile. Diciamo che le indicazioni sono un po’ vaghe, ma del resto mica capita tutti i giorni che una stazione spaziale entri i rotta di collisione con il nostro pianeta. Questa è roba che accade solo nei film di fantascienza o al massimo nei cartoni animati.

Eppure sta accadendo davvero, proprio sopra le nostre teste. La stazione spaziale, lanciata nel settembre 2011 dal governo di Pechino per far concorrenza a quella internazionale prendendo a modello l’indimenticabile Mir, ha avuto una vita breve e nemmeno troppo intensa. Dopo soli 5 anni e mezzo di anonima carriera, questo prodigio della tecnologia made in China è stato letteralmente abbandonato suo destino. Da quel momento è iniziata una lenta e inesorabile deriva che ha portato questo relitto spaziale verso una triste e forse tragica fine. Quello che tutti si chiedono è come sia stato possibile che i tecnici cinesi non abbiano previsto un epilogo tanto pericoloso. Voglio dire, Tiangong-1 non è certo il primo rudere celeste che precipita sulla Terra, ma almeno nelle precedenti occasioni sono stati fatti calcoli abbastanza precisi circa la zona di impatto. E soprattutto sono state prese molte precauzioni affinché i detriti precipitassero in aree non abitate.

In realtà il finale non doveva essere proprio questo. L’agenzia spaziale cinese aveva programmato di far rientrare la stazione in modo controllato in modo da farla precipitare in mezzo all’oceano Pacifico. Purtroppo dal marzo del 2016, i tecnici hanno perso ogni contatto con Tiangong-1 e hanno dovuto dire addio al programma di rientro. Fossimo stati in un film tipo Armageddon o Superman, avremmo avuto un qualche eroe pronto a saltare sul primo razzo in partenza per andare a piazzare una bella carica nucleare in grado di distruggere questa “cinesata”. Ma poiché non siamo in un kolossal hollywoodiano e gli eroi scarseggiano, non possiamo fare altro che sperare che il “Palazzo Celeste” non ci caschi in testa.

Sul sito della Protezione Civile sono state pubblicate alcune informazioni utili, relative alle tempistiche e alle probabili zone di impatto. Secondo le stime dell’agenzia spaziale italiana i frammenti della stazione dovrebbero raggiungere il suolo nella mattinata del giorno di Pasqua, con le possibili variazioni dovute all’evoluzione del flusso solare e alle tempeste geomagnetiche. Per quanto riguarda l’area dell’ipotetico impatto, la fascia interessata va dall’Emilia Romagna fino al sud Italia. Ancora più complesso è ipotizzare delle misure di prevenzione e protezione rispetto alla caduta dei detriti. Sebbene non siano previste scene apocalittiche, non è da escludersi la possibilità che i pezzi più grandi possano sfondare tetti e solai causando danni a persone e cose.

Dunque il primo di aprile non ci resta che stare col naso all’insù, sperando che il cielo non venga attraversato da strani e sinistri bagliori. Con buona probabilità non accadrà un bel nulla e noi avremo passato qualche ora in ansia. Ma se proprio fossimo costretti a dare ragione al più funesto dei panorami possibili, a quel punto potrebbe venirci incontro il calcolo probabilistico. Del resto la probabilità che la Terra venga colpita da un simile evento apocalittico non è troppo differente dalla possibilità che esista un qualche supereroe in grado di salvarci.

(di Christopher Rovetti)

 

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