Formula 1, Schumacher: 4 anni di un silenzio sempre più assordante

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Il 3 gennaio ha compiuto 49 anni, ma per la quarta volta consecutiva Michael Schumacher non ha potuto festeggiare il suo compleanno. Da quel 29 dicembre 2013, giorno dell’incidente sugli sci avvenuto in Francia, l’ex pilota di Formula 1 che detiene gran parte dei record singoli di questo sport, vive dietro le quinte di una riservatezza maniacale voluta dalla sua famiglia e dal suo intero entourage.

Dopo il terrore iniziale, il coma e la degenza in ospedale, sembrava che Schumacher avesse iniziato un percorso riabilitativo che lo potesse riportare a condurre una vita normale, ma col passare del tempo l’ottimismo è scemato, le possibilità di una ripresa cerebrale concreta si sono abbassate, mentre ad alzarsi sempre più è stato il muro di silenzio eretto dalla moglie Corinna e dalla storica agente Sabine Kehm. Al di là di qualche scarno comunicato e delle varie speranze espresse ad ogni intervista, infatti, di Schumacher non si sa più nulla, nessun dettaglio sulle sue condizioni, nessun ragguaglio, nessuna parola oltre lo stretto necessario, niente di niente filtra dalla bellissima villa svizzera di Gland dove il tedesco è tornato circa nove mesi dopo l’incidente sulla neve e dove risiede tuttora. Tifosi, appassionati, giornalisti, l’intero mondo della Formula 1 e dello sport, ma anche la semplice gente comune, non chiedono foto per valutare in modo macabro quanto questi 4 anni abbiano portato via l’atleta che fu, non chiedono che Michael Schumacher venga portato al parco in carrozzella dandolo in pasto al primo sciacallo di turno; la privacy chiesta ed imposta dalla famiglia è sacrosanta e guai a violarla, ma l’interazione umana che il popolo chiede è una vicinanza maggiore con un idolo che per vent’anni ha elettrizzato le folle di tutto il mondo avvicinando all’automobilismo anche chi di guardar macchine che corrono una dietro l’altra proprio non ne aveva fantasia. Da 4 anni l’ex campione del mondo vive recluso in casa sua, vegliato ed amato dalla famiglia, dalla moglie, dai figli, dal fratello Ralf, nella lussuosa villa svizzera sono stati ammessi pochissimi ospiti, Luca di Montezemolo, ad esempio, o Jean Alesi, ai quali è stato tassativamente vietato di divulgare qualsiasi tipo di informazione su quanto visto o appreso lì dentro.

Speculazioni e articoli da acchiappo ce ne sono stati parecchi: “Schumacher sta per morire”, “Schumacher sorride”, “Schumacher piange”, “Schumacher comunica sbattendo le palpebre”, tutti pezzi che hanno richiamato pubblico ma soprattutto querele dai severissimi avvocati del 7 volte campione del mondo. Nel 2015 la famiglia Schumacher ha vinto una causa contro la rivista tedesca Bunte che a nove colonne aveva titolato: “Schumacher kann wieder gehen“, ovvero “Schumacher può di nuovo camminare”. Uno sciacallaggio vero e proprio, certamente, ma anche l’indiretta conferma che Schumacher invece non cammina. Dopo 4 anni, tante speranze e poche certezze, è forse arrivato il momento di far sapere al mondo come sta veramente Michael Schumacher, evitando l’uscita di articoli spazzatura e togliendo dall’angoscia milioni di persone che lottano silenziosamente col campione tedesco, speranzosi ma purtroppo ormai consapevoli di aver perso per sempre quell’indistruttibile fenomeno.

di Marco Milan

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