Ballottaggi amministrative 2017: bignami del chi e del dove

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25 giugno molti italiani di nuovo alle urne per i ballottaggi delle amministrative. Calo dell’affluenza a parte, non si prevedono ribaltamenti nei risultati

Parma, Verona, Genova e Carrara, questi sono solo alcuni dei comuni capoluoghi di provincia dove i ballottaggi del 25 giugno prossimo decideranno le sorti politiche e amministrative per gli anni a venire. In totale sono 140 i comuni i cui cittadini saranno costretti a tornare alle urne per scegliere i loro sindaci fra i due candidati più votati al primo turno. Fra questi, solo 8 vedono esponenti del Movimento 5 Stelle, per il quale sono in molti a recitare già il de profundis. A torto forse.

Certo è che ci sono due o tre situazioni che ben rappresentano la crisi dei pentastellati e che costituiscono delle vere e proprie spine nel fianco per Grillo e compagni. Prima fra tutti Parma, dove il movimento ha racimolato a malapena 2500 voti e, cosa ben più significativa, Federico Pizzarotti, sindaco uscente espulso da Grillo nel 2016, ha superato il primo turno con il 34.8% mettendo una seria ipoteca sulla sua rielezione. Il suo sfidante Paolo Scarpa dovrà darsi da fare per battere “Mister Pizza”, nomignolo forgiato dal leader dei 5 stelle per Pizzarotti, ma che evidentemente porta bene all’ex grillino.

Verona invece vedrà uno scontro tutto interno al centrodestra, nel quale Federico Sboarina, candidato di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia, si troverà di fronte Francesca Bisinella appoggiata da una serie di liste civiche fra le quali spicca quella del compagno e sindaco uscente della città, Flavio Tosi. Anche nella città dell’Arena, i giochi sono tutt’altro che chiusi. Se da un lato Sboarina è uscito vincitore dalla prima tornata elettorale, dall’altro la senatrice Bisinella può vantare di essere appoggiata dalla lista più votata al primo turno. Tuttavia la vera questione riguarda la scelta che faranno i due partiti esclusi dal ballottaggio. Attualmente il Pd appare spaccato fra coloro che non intendono appoggiare in alcun modo la Lega e il centrodestra e quelli che non hanno la minima intenzione di votare una nuova giunta Tosi sotto mentite spoglie. Nessuna indicazione da parte dei rappresentanti di M5S che lasceranno al loro elettorato piena libertà di voto. Una questione non da poco quella dei voti dei partiti esclusi dal ballottaggio in quanto rappresentano oltre il 30% di coloro che hanno votato al primo turno.

A Grillo e compagni non è andata bene nemmeno a Genova. Il leader del Movimento 5 Stelle non vedrà un pentastellato governare la sua città natale almeno per altri cinque anni. Probabilmente l’”affaire Cassimatis” è stato più grave di quanto lo stesso Grillo abbia mai voluto ammettere, ma quel che è certo è che anche nella città della Lanterna il Movimento ha dovuto arrendersi ai partiti più tradizionali. Al ballottaggio andranno Marco Bucci, candidato del centrodestra, e Gianni Crivello, espressione della sinistra e supportato anche dal sindaco di Milano Beppe Sala.

Carrara è l’unico capoluogo di provincia in cui i pentastellati potrebbero conquistare la poltrona di sindaco grazie al loro candidato, Francesco De Pasquale, che al primo turno ha superato Andrea Zanetti, rappresentante del Centrosinistra. Visto il risicato distacco fra i due candidati, ora la palla passa al centrodestra e ai verdi, i quali con decisioni dell’ultimo minuto potrebbero indirizzare il loro elettorato verso l’uno o l’altro candidato.

Fra gli altri comuni capoluogo in palio, c’è molta attesa per Monza, dove i candidati ai ballottaggi hanno ottenuto la stessa percentuale di preferenze al primo turno, segno di una gara ancora aperta. Meno in bilico gli altri grandi centri, nei quali a meno di sorprese clamorose dovrebbero prevale i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti il 25 giugno. Quel che è certo è che gli italiani sono un po’ stufi della politica nostrana. Ormai il dato riguarda qualsiasi tipo di consultazione, effettuata in qualsivoglia periodo dell’anno. Anche per le elezioni amministrative sono lontanissimi i tempi in cui l’affluenza raggiungeva picchi stratosferici e negli occhi degli italiani c’erano le sfide alla don Camillo e Peppone, un po’ romanzate forse, ma di certo molto più genuine e coinvolgenti.

(di Christopher Rovetti)

 

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