Le equilibriste. Presentato il rapporto annuale sulla maternità in Italia

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In Italia si invecchia di più e si hanno meno figli. A dirlo è l’ultimo rapporto annuale sulla condizione materna nel nostro Paese, pubblicato da Save the children lo scorso 11 maggio, a pochi giorni dalla festa della mamma.

Il benessere del piccolo – si sa – è direttamente proporzionale a quello della madre. Importante quindi la dimensione sociale, personale e professionale nella quale essa vive e opera. Il rapporto, dal titolo “Le equilibriste, la maternità tra ostacoli e visione di futuro”, mostra la condizione lavorativa delle donne oggi partendo dalle carenti politiche di welfare. Dal quadro tracciato da Save the Children emerge che le donne italiane rispetto a quelle europee decidono di avere un figlio (o più di uno nella migliore delle ipotesi) intorno ai 31,7 anni contro 30,5 della media europea.

Un insieme di cause che probabilmente ha una comune matrice: le politiche di welfare. A quest’ultimo si collega anche il crescente tasso di denatalità. Il rapporto infatti dice che nel 2015 si è registrato il minimo storico delle nascite in Italia, in tutto 485.780, meno 17mila rispetto all’anno precedente.

In generale il numero delle madri diminuisce, mentre aumenta il numero di donne tra i 24 e i 64 anni che vive con figli under 25 o tra i 16 e i 25 anni ancora economicamente dipendenti. In generale il problema occupazionale tocca le donne e i più giovani, il “serbatoio”, la forza motrice di un Paese!

E a livello europeo come si presenta in tasso di occupazione delle donne? Anche qui il Belpaese si riconferma tra quelli più indietro: solo al 27esimo posto (parliamo di donne tra i 25 e i 49 anni). E se malauguratamente una donna decide di avere più di un figlio, il tasso di occupazione diminuisce progressivamente. Quindi, se proprio lo vogliamo, meglio fermarci a un figlio, sperando di riuscire a mantenerlo, con la consapevolezza che saremo noi a farci carico anche delle faccende domestiche. Sì, perché in Italia – e anche qui vantiamo un triste primato – le donne e le mamme devono affrontare un carico di lavoro non retribuito maggiore degli uomini. Anche nella fascia di età tra i 25 e i 44 anni, il lavoro domestico rimane ancora appannaggio soprattutto delle donne, che vi dedicano 3 ore e 25 minuti al giorno, contro 1 ora e 22 minuti degli uomini.

Come intervenire? Innanzitutto è necessario un riequilibrio nella distribuzione dei carichi di lavoro all’interno delle famiglie; in seconda battuta – e non meno importante – è fondamentale assistere le madri e i genitori con adeguate politiche a sostegno della genitorialità. Infine, per quanto riguarda la classifica regionale del Mother’s Index per il 2017, si confermano come regioni migliori in termini di qualità della vita per le mamme il Trentino Alto Adige, la Valle d’Aosta, l’Emilia Romagna e Lombardia.

(di Anna Piscopo)

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