Amarcord: quando perdere è l’unica cosa che conta. L’incredibile record del Palazzolo Calcio

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L’importante non è vincere, ma partecipare. Già, però si partecipa sempre per vincere. Tante discussioni fra gli sportivi e gli appassionati di sport, fra atleti che competono per conquistare successi e lottare per il massimo obiettivo possibile, anche quando le risorse non lo permettono e anche quando la strada è più in salita. Poi ci sono i record, quelli negativi che tutti vogliono evitare perchè restano, rimangono nella storia e sono, loro malgrado, indelebili. Per maggiori informazioni, meglio informarsi coi tifosi del Palazzolo Calcio che nella stagione 1996-97 vissero il momento più buio della loro storia e il record peggiore della storia del calcio italiano.

Palazzolo sull’Oglio è un paese di 20 mila abitanti in provincia di Brescia ma equidistante dalla città bresciana e da Bergamo, adagiato sulle rive del fiume Oglio. La squadra di calcio cittadina è il Palazzolo, compagine dai colori bianco e azzurro, un apice di notorietà negli anni venti quando partecipa alla Coppa Italia e sfida il Torino, anni di serie C prima della seconda guerra mondiale, quindi tanto dilettantismo ed il ritorno in terza serie nel 1989 dopo la fusione con la Grumellese e la sostituzione del Telgate Calcio nella C2 1989-90. E’ la svolta per il Palazzolo che si classifica subito terzo nel girone A della serie C2 e l’anno successivo, il 1990-91, arriva primo nel girone B e conquista per la prima volta nella sua storia la promozione in C1; una festa per la cittadina lombarda che ben figura nei primi due campionati giungendo entrambe le volte al nono posto e ringalluzzendo i tifosi che ogni domenica si presentano nel piccolo stadio Comunale, 6 mila posti. Ma la gloria dura poco: nel 1994 arriva l’ultimo posto nel girone A della C1 ed una retrocessione evitata solo col ripescaggio estivo per la mancata iscrizione di varie formazione, ma rimandata di un anno e certificata con un altro ultimo posto al termine del campionato 1994-95, preludio ad un periodo terribile per la società, travolta da problemi finanziari che si acuiscono sempre più fino a diventare un vero e proprio dissesto. Nell’estate del 1995 la squadra viene indebolita e nessuno, neanche il più ottimista dei tifosi, crede nell’immediato ritorno in C1, anzi, l’annata in C2 si prospetta complicata per una compagine in crisi economica, con una società assente ed una rosa formata da giocatori giovani, inesperti e lasciati soli con il loro destino. Un destino crudo e spietato: il Palazzolo si classifica ultimo per il terzo anno consecutivo e retrocede nell’allora Campionato Nazionale Dilettanti, l’attuale serie D.

L’estate del 1996 è caldissima a Palazzolo sull’Oglio e non solo per questioni climatiche: la proprietà del Palazzolo è alla canna del gas, il fallimento è dietro l’angolo, viene fondato l’AC Pro Palazzolo che prende il titolo del San Pancrazio Calcio e si iscrive alla Seconda Categoria, mentre il Palazzolo prova a resistere iscrivendosi miracolosamente al Campionato Nazionale Dilettanti pur con una rosa di ragazzini e senza la possibilità di giocare a Palazzolo sull’Oglio. La situazione è molto chiara: il Palazzolo mantiene la categoria che le spetta, l’AC Pro Palazzolo diventa la squadra cittadina, pur se in Seconda Categoria, per non perdere titoli sportivi, in attesa che si faccia chiarezza sul futuro. Vengono così composti i 9 gironi del Campionato Nazionale Dilettanti e il Palazzolo è inserito nel raggruppamento C assieme alle altre squadre lombarde, a quelle del Trentino Alto Adige ed alcune formazioni dell’Emilia Romagna. Nessun si illuda, si legge sui quotidiani locali alla vigilia del torneo: la squadra biancoazzurra è destinata ad un’ennesima retrocessione, è troppo debole ed inesperta rispetto alle rivali, l’obiettivo è di far la miglior figura possibile e nel frattempo far luce sul futuro societario del club per riorganizzare una pronta risalita assieme all’altra squadra della città.

Il 1 settembre 1996 inizia il campionato e il Palazzolo è ospite dell’Albinese. Nessuno lo sa ancora, ma Albinese-Palazzolo è il testacoda del girone perchè i padroni di casa domineranno il torneo, saliranno in C2 e daranno vita poi alla fusione con il Leffe da cui nascerà l’AlbinoLeffe, protagonista in serie B per un decennio. L’Albinese si diverte coi bimbi del Palazzolo, la gara finisce 10-0, la sensazione è che per i bresciani la strada sia molto più che in salita. Sette giorni dopo arriva lo 0-2 casalingo con il Sassuolo, quindi un altro 0-10, stavolta in casa col Fanfulla, il 5-1 patito a Trento in cui il Palazzolo trova il suo primo gol stagionale, e il ko di misura 1-0 contro la Settaurense, una delle poche sconfitte dignitose di una stagione che, lo si è già capito dopo appena un mese, sarà da guinness dei primati per la povera compagine lombarda che perde in successione 6-0 a Montichiari, 3-1 in casa col Ponte San Pietro e 2-1 in casa del Darfo Boario i cui tifosi, a fine gara, fischiano la propria squadra, considerando lo striminzito 2-1 contro il Palazzolo una sorta di sconfitta. Dopo 8 giornate il campionato del Palazzolo ha già preso una piega agghiacciante, la squadra ha perso tutte le partite ed è completamente inerme di fronte agli avversari, anzi, qualcuno inizia a parlare di torneo falsato, di girone anomalo con 17 squadre anzichè 18. Ma i ragazzi che scendono in campo hanno poche colpe, sono giovani ed abbandonati a sè stessi, ogni domenica sentono il peso di un’umiliazione già scritta e già prevista e sanno che non possono contrapporre nulla se non la loro dignità e il loro orgoglio.

La caduta verticale del Palazzolo è inarrestabile: 0-3 con la Pavullese, 7-2 a Fidenza, 0-7 contro il San Paolo d’Argon, 3-1 col Sancolombano, 0-3 contro l’Arco. I tifosi, che intanto si dividono andando ad assistere spesso anche alle gare dell’AC Pro Palazzolo, non sanno cosa dire o cosa fare, sono impotenti anche loro di fronte al tracollo della compagine bresciana in un campionato come quello di serie D che pur non essendo professionistico è l’anticamera della serie C, ha seguito ed è spesso citato nelle trasmissioni televisive e sui giornali; il campionato disastroso del Palazzolo non passa inosservato, in effetti, i cronisti più cinici iniziano a sentir odore di record negativo assoluto, gli stessi calciatori biancoazzurri si lasciano sfuggire qualche battuta all’uscita dagli stadi: “Chissà se ce la facciamo a perderle tutte”. In realtà ci sarebbe poco da ridere, ma è evidente che la situazione a Palazzolo sull’Oglio sia paradossale e che, forse, iscrivere una squadra simile al Campionato Nazionale Dilettanti non aveva alcun senso. Anche perchè il Palazzolo continua imperterrito a perdere: 2-0 in casa del Tecnoleno, 0-2 con l’Orceana, 11-0 a Collecchio, quindi l’1-2 casalingo contro il Clusone che chiude un girone d’andata da brividi con 0 punti e 17 sconfitte su 17 partite.

Nulla cambia con l’inizio del girone di ritorno, perchè contro la capolista Albinese il Palazzolo rimedia un altro 11-0 dopo peraltro il 10-0 dell’andata, quindi perde 7-1 a Sassuolo, 8-0 a Lodi col Fanfulla e 4-0 in casa con il Trento. Alcuni calciatori, intanto, hanno preferito cambiare aria per non avere l’etichetta di perdenti perenni e per trovare stimoli nuovi in piazze che qualcosa possono ancora giocarsi in un campionato che invece per il Palazzolo è ormai uno stillicidio, un andamento piatto e regolare, peraltro impossibile da ravvivare. Nessuno fa neanche caso all’aritmetica retrocessione in Eccellenza, nessuno fa ormai caso a capire se il Palazzolo abbia perso o meno, viene controllato solo quanto abbia perso. Ormai la squadra lombarda non c’è più: perde 5-0 con la Settaurense e 9-0 in casa col Montichiari, 6-0 ospite del Ponte San Pietro e 7-2 in casa del Darfo Boario che “vendica” così il semplice 2-1 dell’andata. Il 2 marzo 1997 arriva la sconfitta più dolce del girone di ritorno, l’1-0 patito in casa della Pavullese che viene quasi festeggiato da un Palazzolo che ormai è sulla bocca dell’Italia intera che, fra ironia e tenerezza, legge ogni lunedì il risultato di questa povera squadra che perde tutte le partite inanellando record su record. Mancano intanto ancora 8 gare alla fine del campionato e il Palazzolo non migliora nulla, tutt’altro: 11-1 col Fidenza, 3-1 in casa del San Paolo d’Argon, 1-6 casalingo col Sancolombano, 6-0 ad Arco, 1-9 col Tecnoleno, 4-0 ad Orzinuovi con l’Orceana, 1-5 con il Collecchio ed infine 10-1 in casa del Clusone, paese vicno Bergamo dove si conclude il campionato peggiore della storia del Palazzolo, peggiore di una squadra italiana dalla serie A al Campionato Nazionale Dilettanti o Serie D.

Al termine di Clusone-Palazzolo 10-1 del 4 maggio 1997, nello spogliatoio i calciatori del Palazzolo stappano una bottiglia di spumante per “festeggiare” le 34 sconfitte su 34 partite, il record assoluto (seppur negativo) e per sdrammatizzare quello che è molto più di un fallimento sportivo. 16 reti realizzate, 191 subite, -175 come differenza reti, 23 punti dal penultimo posto, 41 dal quart’ultimo che valeva la salvezza. Numeri impietosi, ma c’è di più: il Palazzolo inanella anche un altro record, quello di 4 ultimi posti consecutivi in campionato fra C1 e C.N.D. e a cui si aggiunge anche il penultimo dell’anno successivo in Eccellenza (1997-98) che relega i bresciani in Promozione. La successiva fusione fra AC Pro Palazzolo e Palazzolo, una nuova proprietà ed un’economia risanata riportano nel 2001 il Palazzolo in serie D e nel 2003 in C2, restituendo dignità alla città e ad una tifoseria che, nonostante le attenuanti e le condizioni disastrate del club, è stata costretta a vivere quel campionato 1996-97 completamente da dimenticare, eppure così anomalo da risultare a 20 anni esatti di distanza, assolutamente indimenticabile.

di Marco Milan

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