Intervista. AVIS, presentate le iniziative per i 90 anni dell’associazione

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L’AVIS, l’Associazione Volontari Italiani Sangue, si prepara a festeggiare 90 anni. Le iniziative per celebrare l’importante ricorrenza sono state presentate a Palazzo Montecitorio il 1° dicembre, in coincidenza della “Giornata mondiale di lotta contro l’AIDS”.  Numerosi i progetti in vista dello speciale compleanno del 2017. Intervista al Presidente dell’AVIS di Gonnosfanadiga

manifesto-90-anni-di-avis#90AVIS” è il filo conduttore della campagna di comunicazione dell’Associazione Volontari Sangue Italiani, che nel 2017 festeggerà novant’anni. Durante la conferenza stampa, che si è tenuta a Montecitorio il 1° dicembre scorso, è stato presentato il ricco programma di iniziative che, a partire dal prossimo anno, interesseranno molti territori della Penisola.

L’AVIS vuole celebrare l’anniversario della nascita ricordando la sua storia ma anche progettando il futuro. Il manifesto, accompagnato dal logo ufficiale delle celebrazioni, è costituito da “un’immagine raffigurante centinaia di nomi che, simbolicamente, rappresentano tutti i volti della nostra Associazione, uniti dai valori del volontariato, della solidarietà, della gratuità e dell’anonimato” – contenuti nello Statuto – come precisa l’AVIS Nazionale, presentando la sua campagna di comunicazione.

Il percorso dell’AVIS inizia nel 1927, in seguito ad un’intuizione del dottor Vittorio Formentano, ma si costituisce ufficialmente come Associazione nel 1946. Riconosciuta nel 1950 con una legge dello Stato italiano, è oggi un ente privato con personalità giuridica e finalità pubblica, disciplinato dalla “Legge quadro sul volontariato” (n. 266/91). È presente su tutto il territorio nazionale con una struttura articolata in 3.418 sedi Comunali, 121 sedi Provinciali, 22 sedi Regionali e l’AVIS Nazionale, presieduta da Vincenzo Saturni, che ha sede a Milano.

La Campagna istituzionale “90 anni insieme” ripercorre gli inizi della sua storia. Era il 16 febbraio 1927 quando il dottor Formentano lanciava un appello sui principali quotidiani italiani per cercare donatori volontari di sangue. All’appello risposero 17 persone: 16 uomini e 1 donna. Oggi, a quasi un secolo di distanza, l’AVIS conta più di 1.300.000 donatori volontari, periodici e gratuiti.

Tra le altre iniziative previste per il 2017, vanno segnalate: la ricerca sull’AVIS nella storia della medicina trasfusionale, affidata all’Università di Palermo, all’Università dell’Insubria e alla Società di Storia della Medicina, che sarà diffusa nel mese di marzo; le due indagini commissionate al CNR (Centro Nazionale per le Ricerche) sugli scenari futuri dell’Associazione nella società e nel mondo del lavoro, che verranno presentate a maggio; un approfondimento del Libro Bianco pubblicato nel 2013 sul sistema trasfusionale, realizzato in collaborazione con il Cergas Bocconi; la Campagna partecipativa “Dialetti”, che rappresenta il ritratto collettivo dell’Associazione attraverso un proverbio o un motto sul sangue, inteso come elemento universale; l’“Alfabeto della Solidarietà”, installazione multimediale che sarà allestita a Milano nel mese di maggio e che racconterà, attraverso le lettere dell’alfabeto, il senso del donare per migliaia di volontari. Nel quadro della presentazione delle attività in programma per il 90° anniversario è stato rinnovato anche il protocollo d’intesa con l’ADMO, l’Associazione Donatori Midollo Osseo.

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Foto di Sandro Pinna

Intervista al Presidente di un’AVIS Comunale

In occasione di questo importante anniversario, Mediapolitika ha intervistato il responsabile di un’AVIS locale, una delle oltre 3.400 sedi territoriali sparse in tutta Italia. Sandro Pinna, 53 anni, nel volontariato dal 1991, è il Presidente dell’AVIS di Gonnosfanadiga, associazione del Medio Campidano, nella provincia del Sud Sardegna.

L’AVIS del tuo Comune è nata nel 2014, ma dal 1992 (e fino a due anni fa) hai iniziato ad occuparti della raccolta di sangue con l’associazione di volontariato Li.V.A.S. Quale bilancio fai dell’attività di donazione in questi anni?

Il bilancio è positivo sotto tutti gli aspetti: siamo in costante crescita, soprattutto negli ultimi anni, di nuovi donatori e nuovi soci, che si tesserano nella nostra sede. Il dato più confortante è che si stanno avvicinando alla donazione ragazzi che hanno appena raggiunto il diciottesimo anno di età. Al momento, abbiamo quasi esclusivamente donatori di sangue, ma speriamo quanto prima di far conoscere anche l’importanza della donazione di piastrine e di plasma.

Il sangue è indispensabile per la sopravvivenza di molti ammalati. Puoi spiegarci perché il ruolo dei volontari è così importante e lo è soprattutto per la Sardegna?

La donazione è un atto semplice ma di estrema importanza. Il sangue, infatti, è una “fonte rinnovabile” perché lo si può donare regolarmente, a patto di soddisfare certe condizioni, perché il nostro organismo lo reintegra molto velocemente. Inoltre, con la donazione si ha la garanzia di un controllo costante del proprio stato di salute. Queste sono, già di per sé, ragioni che dovrebbero spingere tutti a diventare donatori.

Il ruolo di chi dona il sangue è fondamentale, e lo ancor di più se il donatore si associa alle sezioni AVIS, poiché così noi dell’Associazione ci organizziamo per garantire le necessarie scorte di sangue presso i centri  trasfusionali. La Sardegna, in particolare, conta il più alto numero di talassemici a livello nazionale, insieme alla Sicilia e al Delta Padano, e di conseguenza necessitiamo di maggiori quantità di sangue.

Il 2017 è alle porte e per l’AVIS segna una ricorrenza importante. Manca poco, infatti, al centenario dell’associazione. Guardando al futuro, quali speranze e aspettative hai per il prossimo decennio, quando l’AVIS festeggerà un secolo di vita?

La mia aspettativa è quella di vedere autosufficienti tutte le Regioni che, ad oggi, purtroppo, non lo sono. La mia personale speranza è che tutti i giovani, compiuti i 18 anni, diventino donatori di sangue. Sarebbe, oltre che un gesto altruistico importante, un traguardo che potrebbe dare loro tanta soddisfazione e speranza di vita a chi ne ha bisogno.

(Elena Angiargiu)

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