L’area archeologica del Circo Massimo torna al suo splendore

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Dopo sei anni di restauro, l’area archeologica del Circo Massimo viene riconsegnata alla città

Roma è da sempre sinonimo di storia e leggenda. E preservare le sue origini è interesse di tutti, non solo dei romani. Per la prima volta dopo sei anni di restauro, apre al pubblico l’area archeologica del Circo Massimo, dopo l’inaugurazione alla quale hanno partecipato la sindaca Virginia Raggi e l’assessore alla cultura Luca Bergamo.

Questo gioiello dell’antichità è stato restituito alla Capitale e dal 17 novembre è possibile accedervi dall’ingresso di Piazza Capena. Dopo 2800 anni di avvenimenti e attraverso i suoi tesori, oggi finalmente svelati, il Circo Massimo avvolgerà cittadini e turisti in una suggestione senza tempo.

Nel corso dei secoli la zona è stata oggetto di diverse trasformazioni, fino a raggiungere il suo attuale splendore: 600 metri di lunghezza e 140 di larghezza hanno ospitato, a partire dall’età regia, manifestazioni pubbliche di ogni genere, dalle competizioni ippiche alle cacce con animali esotici, dalle rappresentazioni teatrali alle esecuzioni pubbliche passando per le processioni religiose e trionfali.

In seguito l’area è diventata luogo di passaggio dell’acqua Mariana ospitando coltivazioni agricole e mulini, proprietà privata della famiglia Frangipane, cimitero degli Ebrei per poi ospitare, a partire dal XIX secolo, gli impianti del Gazometro, magazzini, manifatture, imprese artigianali e abitazioni.
Fino all’11 dicembre dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 16 (ultimo ingresso ore 15); dal 12 dicembre il sabato e la domenica dalle 10 alle 16 (ultimo ingresso ore 15) e dal martedì al venerdì su prenotazione allo 060608. Per ulteriori informazioni visita il sito.

I lavori di riqualificazione ambientale e di musealizzazione, che avevano come obiettivo il recupero del monumento nei suoi valori archeologici, storici e paesaggistici e l’ottimizzazione della sua accessibilità e fruibilità, sono stati condotti da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con l’Ufficio Città Storica, con il contributo tecnico di Zetema Progetto Cultura e realizzati dall’Impresa Celletti Costruzioni Generali.

La ridefinizione della zona dell’emiciclo, la realizzazione dei percorsi di visita e di una terrazza panoramica hanno conferito una nuova leggibilità all’intera area archeologica: un continuum spaziale e temporale che fanno del Circo Massimo una zona collegata dalla leggenda alle origini di Roma.

Nuovo volto anche per la “spina”, la lunga piattaforma posizionata al centro della pista (a cinque metri di profondità rispetto all’attuale piano) che era decorata con statue, tempietti, vasche e obelischi egizi.
I visitatori potranno passeggiare, ad esempio, sotto l’Arco Di Tito o scattare foto davanti la Torre della Moletta dalla quale è possibile raggiungere uno splendido punto panoramico ed essere testimoni di una bellezza che trasvola ogni confine temporale.

(di Anna Piscopo)

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