D’Alema e Salvini: il futuro politico dopo il voto del 4 dicembre

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Il voto del referendum costituzionale segnerà uno spartiacque nella storia politica italiana. Le domande sul futuro in questi giorni animano il dibattito dell’opinione pubblica

dalema_salviniTra i nomi che suscitano maggiore interesse c’è senz’altro Massimo D’Alema, tornato attore degli avvenimenti di politica interna sull’onda del No al referendum. “Comunque vada a finire, che vinca il Si e che vinca il No, quando finisce questa campagna elettorale tornerò pienamente al mio lavoro, quello di presiedere la Fondazione culturale dei Socialisti europei a Bruxelles e quindi non mi occuperei della politica italiana”. D’Alema sembra quindi allontanare ogni possibilità di tornare protagonista della scena politica del Paese. Quanto al rinnovo della sua tessera del Partito Democratico spiega: “credo che sia quinquennale…”.

Chi invece ha tutte le intenzioni di restare e di farlo in maniera più incisiva è Matteo Salvini, che a Firenze, durante la manifestazione indetta dal Carroccio ha dichiarato: “Se vince il no si va a votare, se vince il no scelgono i cittadini non Mattarella. Chi è Mattarella?, con la riforma che faremo noi ci sarà l’elezione diretta del presidente del Consiglio, e manderemo in soffitta il presidente della Repubblica che non serve a niente, come i prefetti – aggiunge – Il presidente della Repubblica non serve a nulla e al Quirinale ci metteremo un enorme asilo nido gratuito per i bambini che non trovano posto”.

Quanto al suo futuro politico, ha le idee decisamente chiare: “Se chiedono ci sono, non è più tempo di rimandare, tentennamenti, dubbi, paure. Coraggio, idee e squadra non ci mancano. Non abbiamo paura, oggi comincia una lunga marcia, la lezione di Trump e del libero voto degli americani è che si può vincere contro tutto e contro tutti, banchieri, lobbisti, giornalisti, cantanti”, ha aggiunto.

Il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha aggiunto: “Siamo a Firenze per lanciare un messaggio forte all’interno della coalizione di centrodestra o di quello che rimane, Matteo Salvini si candida alla leadership di un centrodestra che interpreta bisogni e esigenze, e che dà risposte concrete e coraggiose. Questo è il messaggio che parte da qua”. Maroni ha poi rincarato: “Se vince il No Renzi deve andare a casa. Non c’è possibilità di trucchi e inciuci o di governo di scopo. Ci vuole il metodo Trump, uno tsunami che mandi a casa chi usurpa il potere. Via il Matteo sbagliato, venga il Matteo giusto: Salvini”.

(di Azzurra Petrungaro)

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