Amarcord: Fermo in serie B, un sogno chiamato realtà

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Grandi storie per piccole città, gioie mai provate prima, momenti di gloria inaspettati e che restano indelebili per sempre. A Fermo, centro di quasi quarantamila abitanti ed oggi capoluogo di provincia dopo anni vissuti all’ombra di Ascoli Piceno, c’è il ricordo di quell’anno fra il 1999 e il 2000, vissuto ai vertici del calcio, apici mai toccati prima, la paura di soffrire di vertigini, mista al desiderio di arrampicarsi sempre più in alto.

Battipaglia, 16 maggio 1999: la Fermana deve giocare l’ultima giornata del campionato di serie C1, girone B, in casa della Battipagliese ed è in testa alla classifica davanti al Palermo, la grande favorita di inizio campionato e che si è invece perso per strada favorendo la rimonta dei marchigiani, i quali dopo un inizio orribile, hanno infilato una serie di risultati utili consecutivi che li hanno prima avvicinati e poi addirittura messi davanti ai siciliani. Alla vigilia di Battipagliese-Fermana, insomma, i gialloblu guidati dal tecnico Ivo Iaconi possono scrivere la storia della società marchigiana, approdare per la prima volta in serie B e contro ogni pronostico. La storia di quella Fermana nasce due anni prima quando nel 1997 il club viene rilevato dal presidente Giacomo Battaglioni che promette un futuro migliore per i gialloblu, migliore di salvezze stentate e stagioni passate nei caldi e polverosi campi dei dilettanti, compresa una clamorosa mancata iscrizione al campionato Interregionale (serie D) nel 1988 quando la società sbagliò fidejussione, presentandone una assicurativa anzichè quella bancaria, unica obbligatoria per iscriversi. Ma la Fermana per due anni si salva miracolosamente, prima ai playout battendo il Trapani, poi evitando gli spareggi per un soffio a 90 minuti dal termine del campionato; a quel punto in panchina arriva Ivo Iaconi, tecnico all’apparenza burbero e scostante, in realtà preparato tatticamente e bravo a plasmare i nervosismi dello spogliatoio. La stagione 1998-99 inizia male, come detto, nessuno si aspetta la Fermana nemmeno in zona playoff, invece i ragazzi in maglia gialla e pantaloncini blu, guidati in campo dal carismatico capitano Guido Di Fabio, scalano posizioni su posizioni, esaltando sempre di più gli increduli sostenitori fermani.

Fino a quel 16 maggio e a quel Battipagliese-Fermana che può valere la promozione. Basta vincere per gli uomini di Iaconi che temono però l’inesperienza e qualche favore nei confronti del Palermo, più potente politicamente, economicamente e con un bacino di utenza potenzialmente da serie A. La vigilia della gara di Battipaglia sembra confermare i timori della Fermana: il sabato sera la squadra mangia al ristorante dell’albergo e nella notte quasi tutti i calciatori restano intossicati, svegliandosi con problemi intestinali e una conseguente debolezza la mattina successiva, la mattina della partita. Iaconi va su tutte le furie, la società accusa l’intero sistema calcistico di voler sabotare la sua squadra e presenta una denuncia alla Magistratura, ma nel frattempo rassicura i suoi ragazzi, dice loro che manca l’ultimo sforzo per mettersi poi alle spalle tutta la stagione. Ma i residui delle polemiche e della nottata si fanno sentire, la Fermana chiude il primo tempo sotto di un gol, la Battipagliese sembra più in palla e la serie B diretta sta per sfumare. Poi nella ripresa i marchigiani ribaltano la situazione, prima pareggiano con Marino e poi siglano la rete del definitivo 2-1 con Mastrolilli all’84’, un gol che vale la prima storica promozione in serie B di un club piccolo ma determinato, sconosciuto calcisticamente ed ora nell’olimpo del pallone a dispetto di ogni previsione. Tutta Italia è incuriosita, anche perchè ai nastri di partenza della serie B 1999-2000 si presenta uno spettacolo particolare: da una parte ci sono formazioni di estremo blasone come le due genovesi, il Napoli, il Vicenza e l’Atalanta, dall’altra le esordienti Alzano Virescit e Fermana, oltre al Savoia che torna fra i cadetti dopo 50 anni.

La Fermana non cambia molto per l’esordio in B, mantiene Iaconi in panchina e gran parte dell’ossatura della squadra che ha vinto la serie C, aggiungendo appena qualche tassello come il centravanti Massimiliano Fanesi che all’inizio non è ben visto dai tifosi fermani poichè nato a San Benedetto del Tronto ed ex calciatore di Sambenedettese, Ancona e Tolentino, tutte acerrime rivali regionali della Fermana. Il debutto dei gialloblu in serie B avviene il 29 agosto 1999 in trasferta ad Empoli, al cospetto di una squadra che solamente in maggio giocava in serie A. Tutta Fermo segue con trepidazione la prima partita in assoluto della compagine cittadina in serie B, è un orgoglio spaventoso quello dei fermani che hanno imbandierato città e balconi con drappi gialloblu; un orgoglio tutto regionale, perchè la Fermana è la più alta rappresentante delle Marche in quell’anno, con Ancona ed Ascoli in serie C e la Sambenedettese addirittura in D. Empoli-Fermana inizia in sordina, fa caldo, i toscani attaccano di più, i marchigiani sono più guardinghi; poi a un quarto d’ora dalla fine, il portiere fermano Aprea non trattiene un tiro dal limite dell’area e sulla palla di avventa l’attaccante dell’Empoli Mastrolilli che insacca il gol vittoria; proprio lui, proprio l’uomo del gol promozione. Beffa, anzi doppia beffa per la Fermana, perchè è il vecchio idolo locale a condannare i vecchi compagni alla sconfitta. Poco male, il campionato è lungo e la Fermana ad Empoli è stata compatta e per nulla intimorita, ora punta al primo storico successo in serie B nella seconda giornata davanti al pubblico di casa, anche se Fermana-Pistoiese del 5 settembre si disputa a San Bendetto del Tronto poichè lo stadio Recchioni di Fermo è ancora in ristrutturazione. Iaconi apporta qualche modifica alla squadra, intanto in porta c’è Aprea, appena arrivato dal Pescara e più esperto di Cecere su cui sono ricadute gran parte delle colpe per il ko di Empoli. La Fermana attacca, la Pistoiese si difende coi denti, alla fine arriva uno 0-0 che non accontenta nessuno, anche se per entrambe le squadre si nota qualche passo in avanti; Iaconi è contento a metà, la sua formazione ha incamerato il primo punto della sua storia in serie B, ma è apparsa ancora contratta e soprattutto poco incisiva in zona gol.

Ma il peggio deve ancora arrivare: nelle successive tre giornate, infatti, arrivano per la Fermana altrettante sconfitte, 4-0 a Napoli, 1-2 in casa col Brescia sempre a San Benedetto del Tronto dove arriva il primo gol in campionato dei gialloblu siglato da Marino su punizione, quindi il 4-2 rimediato a Pescara dove Fanesi segna i suoi primi gol della stagione e inizia a far breccia nel cuore dei tifosi fermani. Alla sesta giornata, il 3 ottobre, arriva il debutto allo stadio Recchioni, completamente ristrutturato e ribollente di passione con 6 mila tifosi gialloblu a spingere i ragazzi di Iaconi contro il Treviso verso quella prima vittoria che però non arriva: la gara termina 1-1, Fanesi pareggia il gol trevigiano di Ballarin, ma non basta per dare la svolta al campionato alla prima nello stadio nuovo. La Fermana resta ultima con 2 punti, gioca, lotta, non è nemmeno fortunata, ma paga inesperienza e troppa foga nel voler trovare quel successo che non vuole proprio far capolino a Fermo. Bastano però altri sette giorni e i tanto sospirati 3 punti si materializzano nella seconda sfida casalinga consecutiva, stavolta contro l’altra neopromossa Savoia: finisce 3-2 per la squadra di Iaconi, segnano Marino, Fanesi e Di Fabio, può essere il vero cambio di marcia per la Fermana che in un colpo solo conquista la prima vittoria in campionato e in serie B, lascia l’ultimo posto della classifica e si libera di tanti fantasmi, compreso quello di essere sterile in zona gol. E’ però un fuoco di paglia, perchè la squadra resta debole e vulnerabile, dopo il successo sul Savoia arrivano infatti 4 sconfitte consecutive contro Chievo e Cesena in trasferta e contro Vicenza ed Alzano Virescit in casa; proprio il ko al Recchioni contro i bergamaschi all’undicesima giornata, il 14 novembre, determina l’esonero di Iaconi, sollevato dall’incarico e sostituito da Stefano Di Chiara. Il nuovo tecnico, esordiente in serie B dopo aver fatto gavetta in C ed aver negli ultimi anni condotto a salvezze insperate prima il Chieti e poi il Siena, si presenta col piglio del sergente di ferro, afferma che la squadra, nonostante l’ultimo posto in classifica, si può salvare e non si cura del fatto che i calciatori si siano schierati apertamente a favore del vecchio allenatore, addossandosi anche le colpe dei miseri 5 punti racimolati in 11 giornate di campionato.

Salernitana-Fermana 3-1 segna la prima partita di Di Chiara sulla panchina gialloblu, le cose in campo non sembrano cambiare e prima di Natale la Fermana non vince più raggranellando solamente 2 punti in 5 partite, frutto dei pareggi per 1-1 a Marassi contro il Genoa e in casa contro il Cosenza. La sconfitta di Ravenna nell’ultimo turno dell’anno è decisiva in negativo per Di Chiara che il 28 dicembre 1999, durante la sosta natalizia, viene esonerato per far posto al ritorno di Ivo Iaconi che torna con entusiasmo e fra l’entusiasmo di Fermo che riabbraccia il tecnico della storica promozione. Il sentimento è comune a tutti: la salvezza è dura, forse non arriverà, ma se retrocessione dovrà essere, meglio con Iaconi che con altri. Il cambio di panchina sembra far bene ai gialloblu che alla ripresa del torneo, il 6 gennaio 2000, battono la capolista Atalanta 1-0 con gol del solito Fanesi e riaccendono qualche speranza in chiave salvezza nonostante l’ultimo posto in classifica e gli 8 punti da recuperare sulla quint’ultima posizione. Inizia il miglior periodo della stagione dei marchigiani, ringalluzziti dal nuovo corso di Iaconi e forse consci di non aver più nulla da perdere in un campionato che li vede quasi spacciati. Dal 6 gennaio al 27 febbraio, infatti, la Fermana resta imbattuta e inizia a rimontare: dopo l’Atalanta arriva il pari in casa della Sampdoria, la vittoria contro la Ternana, i pareggi con Empoli e Pistoiese all’inizio del girone di ritorno, l’esaltante e storico successo al Recchioni per 3-2 contro il Napoli e lo 0-0 di Brescia; tutti risultati quasi insperati, di sicuro impronosticabili per il fanalino di coda del campionato, capace così di battere Atalanta e Napoli (che a giugno festeggeranno la promozione in serie A) e ferma la Sampdoria (altra formazione in lotta per i primi posti) e il Brescia che nel frattempo ha scavalcato l’Atalanta in vetta alla classifica. La salvezza, insomma, non è poi così impossibile per Di Fabio e compagni, peccato per quell’inizio al rallentatore.

I tifosi iniziano a sperare in una riedizione del campionato precedente: avvio mesto e finale sprint; nel 1999 era arrivata la promozione, stavolta basterebbe la salvezza, pure se soffertissima. Ma la rimonta fermana si ferma qui, quasi inspiegabilmente: i marchigiani perdono pesantemente 3-0 in casa col Pescara, poi 3-2 a Treviso e 2-1 a Torre Annunziata contro il Savoia, tornando a vincere solamente il 2 aprile 1-0 col Cesena. Nelle ultime nove giornate, la Fermana conquista appena un successo, il 7 maggio del 2000 in casa, 2-1 contro il Genoa; quel giorno, sotto la pioggia, i gialloblu vanno sotto a causa del gol genoano del capocannoniere del torneo, Cosimo Francioso, poi rimontano grazie alle reti di Fanesi e di Chianese al 92′. E’ la sesta ed ultima vittoria in serie B della Fermana, il nono ed ultimo gol di Fanesi, bomber prima disprezzato e poi amato dai tifosi gialloblu.

La squadra di Iaconi retrocede mestamente in serie C e disputa la sua ultima partita in cadetteria domenica 11 giugno 2000 perdendo 2-1 a Terni. Un campionato pieno di rimpianti quello della Fermana, partita male e capace per appena un mese di raddrizzare una barca colata poi a picco definitivamente in primavera. Ultimo posto finale, 29 punti (a pari merito col Savoia), 6 vittorie, 11 pareggi e ben 21 sconfitte, 36 gol fatti e 66 subìti: numeri impietosi, pur considerando che si è trattato di una matricola e di una debuttante assoluta. Si aspettavano certo di più gli appassionati di Fermo, delusi anche dalle stagioni successive con un doppio mancato accesso ai playoff, la retrocessione in C2 e un doppio fallimento (2006 e 2013) che ha costretto i gialloblu a ripartire dai dilettanti. Mai niente sarà come quel 1999-2000, quell’esordio tra i grandi per una città orgogliosa e fiera non di aver vinto ma di esserci comunque stata.

di Marco Milan

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