Virtus Roma, può davvero sparire la pallacanestro a Roma?

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La risposta purtroppo è si. Qualcosa intorno alla Virtus Roma non funziona, da anni ormai, ma può davvero uno sport scomparire dalla capitale d’Italia, può una squadra titolata con scudetto e Coppa Campioni nel suo palmares morire?

VirtussSi e sembra che la motivazione sia strettamente burocratica.  In questa sede non vogliamo farci guidare dal cuore e dai sentimenti, ma guardare in maniera oggettiva i fatti. La Virtus Roma ad inizio anni 2000 disputava le finali scudetto al Pala Lottomatica, riempiendo il palazzetto per circa 10.000 posti. L’ingegner Toti in tutti i modi provava a vincere il campionato italiano portando nella capitale campioni riconosciuti in maniera universale come Bodiroga ed Edney, ma dopo tanti investimenti che non hanno portato a successi la Lottomatica pose fine alla ricca sponsorizzazione con la Virtus, la squadra si spostò dal palazzetto col nome dell’operatore di lotterie  al vecchio Pala Tiziano (capienza massima 3500 persone a fronte delle 12000 dell’impianto dell’EUR), il presidente della Virtus Roma allora iniziò a cercare acquirenti, ma a questo punto il basket romano non appassionava più e nessun investitore provò ad acquistarla (fatto in realtà strano per una grande capitale).

Nonostante questo forte ridimensionamento la Virtus Roma nella stagione 2012-2013 riesce a conquistarsi la finale scudetto, guidata da uno spettacolare Luigi Datome (che poi verrà premiato MVP della Serie A e nell’Estate passerà ai Detroit Pistons in NBA) è l’occasione per tornare al Pala Lottomatica è l’occasione per far rinfiammare il pubblico romano. Il secondo posto qualifica la squadra capitolina in Eurolega, ma nuovamente assistiamo ad una strana decisione della dirigenza romana (legata soprattutto all’utilizzo dell’impianto dell’EUR) che porta la Virtus Roma a rifiutare di partecipare alla massima competizione europea con tutto quello che ne consegue.

L’anno successivo i giallo rossi arrivano nuovamente ai playoff e nuovamente il pubblico romano risponde creando un’alchimia con la squadra, tanto che dopo l’eliminazione in semifinale contro Siena, alcuni giocatori (soprattutto Goss) usciranno dal campo in lacrime. L’anno successivo non riserva particolari emozioni e si conclude con un decimo posto senza infamia né lode. L’avvenimento più importante si ha a campionato concluso a causa della difficoltà nel trovare sponsor l’ingegner Toti non iscrive la squadra capitolina alla Serie A, la Virtus Roma deve quindi ripartire dalla Serie A2.

Ma neanche questo ammazza la Virtus Roma. I giallo rossi, questa volta davvero l’ombra sbiadita della squadra di livello internazionale degli anni 2000, disputano un campionato di basso livello nella serie cadetta e solo dopo dei sofferti playout contro Omegna mantiene la categoria, in una serie A2 comunque ricca di nobili decadute come Siena, Fortituto Bologna, Treviso. Un altra strana situazione accade però in casa Virtus Roma, l’ingegner Toti conclude un accordo di sponsorizzazione con l’Unicusano, dopo pochi mesi però il polo universitario chiede la rescissione del contratto, per divergenze sulla squadra (anche questo avvenimento strano per un’azienda che da anni sta tentando scalate importanti nel mondo dello sport italiano, un esempio è nel calcio dove l’Unicusano Fondi dopo la vittoria nella scorsa stagione della Coppa Italia di Serie D disputerà il campionato di Lega Pro).

Anche in questo caso la dirigenza si muove in ritardo iniziando un contenzioso mediatico con l’Unicusano, per poi fare marcia indietro di fronte a prove schiaccianti portate dall’Università (pubblicazione di scambio di mail con utilizzo di PEC da parte dell’ingegner Toti). Ma mentre a Roma l’atmosfera si scuote intorno a questa querelle tra dirigenza e Unicusano i tifosi di questa squadra devono subire un nuovo schiaffo: la FIP (Federazione Italiana Pallacanestro) dichiara che la Virtus Roma si è iscritta in ritardo al campionato di Serie A2 (15 ore) e proprio per questo ne viene esclusa.

La dirigenza fa subito ricorso convinta che sia stata modificata dalla federazione la data per il deposito delle fideiussioni che garantiscono l’iscrizione al campionato, ma questo viene bocciato, gli avvocati allora portano il ricorso alla corte federale d’appello che nuovamente rigetta il ricorso dei giallo rossi e fissa un termine di 10 giorni per depositare la motivazione (anche questa decisione molto strana). L’indomani (29/07/2016) l’ingegner Toti in conferenza stampa fa sentire le sue motivazioni e dichiara che andrà avanti con il ricorso.

Quali sono ora i prossimi passi? Collegio di garanzia del CONI a fine agosto (dopo che verrà pubblicata la motivazione della Corte Federale) ed infine TAR (che nella memoria degli amanti del calcio ricorda il ricorso del Catania che al termine della stagione 2002-2003 sovvertì il risultato del campo, portando la Serie B ad un allargamento da 18 a 24 squadre). In questo caso si dovrà bloccare anche l’inizio del campionato, ma la sensazione ad oggi è molto negativa, se davvero dovesse addirittura retrocedere in Serie B per la Virtus Roma il rischio fallimento potrebbe diventare realtà, i tifosi poi avrebbero un’altra squadra in A2 l’Eurobasket promossa lo scorso anno dalla Serie B, ma ci perdoneranno se per Roma e per la pallacanestro romana dobbiamo assolutamente sperare che in qualche modo gli avvocati facciano il miracolo e che la Virtus Roma possa in pochi anni tornare al livello che gli compete, nuovamente con un palazzetto da più di 10.000 persone pieno.

di Flavio Sarrocco

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