NBA Finals 2016. Cleveland vs Golden State, LeBron vs Curray

0 0
Read Time5 Minute, 20 Second

Dopo una cavalcata iniziata a settembre, eccoci finalmente alle finali NBA, come dal 2004 trenta squadre con i migliori giocatori del mondo hanno tentato la rincorsa all’anello. Ma solo due sono arrivate fino alla fine, i Cleveland Cavaliers campioni della Eastern Conference e i Golden State Warriors campioni della Western Conference, in una riedizione della finale di un anno fa.

maxresdefaultCLEVELAND CAVALIERS

E’ stata una cavalcata trionfale quella della squadra dell’Ohio, con 57 vittorie su 82 partite, LeBron James e soci hanno potuto affrontare i playoffs con il miglior record ad oriente. Il tabellone li ha quindi premiati, mettendoli davanti prima ai Detroit Pistons, battuti 4-0 e poi agli Atlanta Hawks, in una riedizione senza storia della finale di conference della scorsa stagione, come un anno fa infatti i ragazzi di coach Mike Budenholzer hanno subito un 4-0, molto criticata in patria la scelta dell’allenatore degli Hawks di difendere solo il pitturato, subendo la precisione dei tiratori dei Cavs, che in gara 2 hanno stabilito un nuovo record, quello di 25 triple messe a segno. Il campanello d’allarme non è stato sufficiente per gli Hawks che hanno continuato questo tipo di difesa andando così a trovare l’eliminazione. La finale ha messo in risalto qualche limite di Cleveland, contro i Toronto Raptors i Cavs si sono portati sul 2-0. Ma quando la serie è passata in Canada, l’Air Canada Center è diventato un fattore, tra le loro mura infatti i canadesi hanno pareggiato la serie. Sul 2-2 è uscita però fuori la maggior esperienza dei Cavs che hanno vinto gara 5 di 38 punti e gara 6 di 26 punti trovando quindi l’accesso alla finale.

LeBron James

Il prescelto sembra in gran forma, il fatto che la NBA oggi abbia un altro padrone (Steph Curry) gli leva pressioni di dosso, ma al tempo stesso lo motiva, non si sente inferiore e raggiunge questa finale con un anno in più di esperienza e più freschezza in confronto agli avversari avendo raggiunto le finals dopo “solo” 14 partite.

Il supporting cast

Al 100% anche Kyrie Irving (che non partecipò a tutta la serie dello scorso anno per infortunio) e Kevin Love che la scorsa stagione perse i playoffs per infortunio, quest’anno i Cavs hanno tutti i migliori abili ed arruolabili a differenza della scorsa stagione e LeBron non ha bisogno di caricarsi l’intera squadra sulle spalle.

GOLDEN STATE WARRIORS

I Golden State Warriors della stagione 2015-16 sono già entrati per la storia, con il record vittorie di ogni epoca in NBA (73). Con un biglietto da visita del genere tutti pensavano ad un facile approdo in finale, ma così non è stato. Durante la serie contro Houston, Steph Curry si è infortunato, con tempi di recupero brevi, ma che non gli hanno permesso di tornare prima che fosse iniziata la serie di semifinale della Western Conference. I texani hanno provato a riaprire la serie anche grazie a questa mancanza, ma sono riusciti a vincere solo una partita nella serie. Nel turno successivo i Warriors hanno incontrato i Portland Trail Blazers, clienti difficili, con l’astro nascente Lilard, molto motivato a dimostrare al mondo di essere maturato quanto basta per definirsi All Star. Tuttavia anche per loro il trattamento è stato lo stesso, con Golden State battuta solo in gara 3, ma subito tornata a gestire la serie già da gara 4 con il ritorno a tempo pieno dell’MVP Curry autore di 40 punti al suo rientro. La finale della Western Conference infine è stato il top che la NBA potesse mettere a disposizione quest’anno. I campioni in carica si sono trovati di fronte agli Oklahoma City Thunder del duetto Durant-Westbrook, che già avevano eliminato i candidati al titolo San Antonio Spurs.  Che fosse una serie diversa dalle altre si capì già al primo incontro tra i due team, con i Thunder che espugnavano la Oracle Arena (primi quest’anno a riuscire nell’intento). Dopo questo scivolone i Warriors pareggiarono la serie in gara 2 ed entrambe le squadre si spostarono ad Oklahoma. Alla Chesapeake Energy Arena i padroni di casa hanno imposto il loro ritmo vincendo due partite e portando la serie sul 3-1, ottenendo così 3 match point per eliminare i campioni in carica che entravano così nella situazione denominata “Win or go home”. Anche la statistica era contro i californiani, solo il 3,8% delle squadre che si erano trovate sotto 3-1 in una serie di playoffs sono riuscite poi a superare il turno. Mai dare per morti questi Golden State però che sanno bene che senza l’anello anche la stagione dei record sarebbe sporcata, così pian piano di punto in punto i ragazzi di Kerr superano le statistiche avverse e gli Oklahoma, soprattutto grazie alla grande prestazione di un miracoloso Klay Thompson che in gara 6 manda a referto 41 punti facendo registrare il record di triple segnate in una partita di playoffs NBA ben 11.

Stephen Curry

L’MVP ha avuto guai fisici in questi playoffs, ma sembra averli superati, le ultime partite contro i Thunder sono state letteralmente pazzesche, lo sguardo è quello di un bambino, ma la cattiveria in campo poi è tranquillamente paragonabile a quella di Kobe Bryant o Michael Jordan, a proposito del più famoso 23 della storia, Curry vuole assolutamente quest’anello per cancellare definitivamente i Chicago Bulls del 1996 che detenevano il record ogni epoca di vittorie (72 superati proprio da Golden State), ma che poi arrivarono a conquistare il titolo in NBA dopo il primo ritorno di MJ dopo il ritiro.

Il supporting cast

Definire Klay Thompson supporting cast è offensivo, il numero 11 con record di triple e partite da più di 40 punti, non è solo lo scudiero di Curry, ma anzi una vera e propria All Star che può fare la differenza contro i Cavs. Male invece Green, contro OKC ha sofferto molto Adams (rischiando una squalifica lunga dopo averlo scalciato) deve ritrovare la concentrazione in questa finale. La panchina può essere il punto di forza dei Warrios, se sui titolari i campioni della Eastern Conference possono giocarsela, la panchina dei californiani è nettamente superiore. Capitan Igoudala può con le sue doti difensive contenere anche LeBron James e Barbosa, Livingston e Barnes sono in grado di andare in doppia cifra anche in partite così importanti, dall’altra parte levati i big three (James, Irving e Love) far punti è molto più complicato.

di Flavio Sarrocco

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleppy
Sleppy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *