Amministrative Milano: Sala può candidarsi

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Inammissibile. Così il Tar ha dichiarato il ricorso del Movimento Cinque Stelle che ha avuto per oggetto l’incandidabilità di Giuseppe Sala, ex Commissario unico di Expo e ora candidato sindaco di Milano del centrosinistra

giuseppe-sala-milanoIl tribunale amministrativo regionale nella sentenza ha giudicato inammissibile il ricorso del Movimento 5 Stelle in virtù del fatto che in questo caso non spetta al Tar decidere sull’eventuale idoneità alla candidatura di Sala, ma il tema della sua eventuale ineleggibilità resta aperto. Dovrà tuttavia essere esaminato e giudicato in futuro.

In un passaggio della sentenza infatti, il Tar spiega che “la questione circa l’asserita ineleggibilità potrà trovare tutela, successivamente all’espletamento delle elezioni e a seguito della convalida degli eletti, davanti a un giudice ordinario, ai sensi della normativa in vigore”.

I grillini sono già sul piede di guerra e decisi a percorrere questa ulteriore strada: La sentenza del Tar è chiara, il nostro ricorso è inammissibile perché Sala è ineleggibile e non incandidabile, ha commentato con una nota Gianluca Corrado, candidato sindaco grillino nel capoluogo lomabardo, Corrado ha aggiunto: “Questo è il frutto delle assurde leggi italiane che permettono a Sala di candidarsi, ma immediatamente dopo di poter essere dichiarato ineleggibile, con la conseguente decadenza dalla carica di sindaco. Milano non merita questo sfregio, non merita un candidato zoppo con una tegola sulla testa, che rischia di portare i milanesi a votare di nuovo”.

La motivazione del ricorso è da ricercare nella polemica sollevata dal settimanale Panorama secondo il quale Sala si sarebbe dimesso soltanto da amministratore delegato di Expo s.p.a., ma non da commissario unico del governo per l’Esposizione universale, di conseguenza secondo la legge Severino non avrebbe potuto presentarsi alle Comunali. Dal governo però erano giunte rassicurazioni, affermando la ricezione della lettera formale delle dimissioni di Mr Expo, sarebbe stata inviata dallo stesso Sala il 15 gennaio 2016 e protocollata dalla presidenza del Consiglio il 18 gennaio 2016. Peccato che sia spuntata la firma di Sala su un rendiconto della contabilità speciale del Commissario, datato 3 febbraio e presentato attraverso un esposto dai Radicali, che sostengono la stessa battaglia.

Un secondo esposto presentato sempre dai radicali solleva dubbi riguardo eventuali incompatibilità tra la carica di Sala nel cda di Cassa Depositi e Prestiti e la sua candidatura per la guida di Palazzo Marino, Sala da parte sua annuncia che se sarà eletto si dimetterà subito da tale carica, bontà sua.

L’evoluzione della vicenda dovrà attendere probabilmente le sempre già prossime amministrative, senza alcun dubbio la vicenda sull’incompatibilità di Sala con il ruolo di candidato continuerà ad essere un polveroso terreno di scontro in campagna elettorale.

(di Azzurra Petrungaro)

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