Tennis. Sharapova e doping, polverone o polveriera?

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Lunedì 7 marzo Maria Sharapova ha tenuto una conferenza stampa a Los Angeles, nella quale ha ammesso di essere risultata positiva ad un test antidoping durante gli Australian Open, il farmaco incriminato che ha portato alla squalifica è il Meldonium. 

Maria-Sharapova-640Ciò che è certo è che intanto Maria Sharapova sta pagando un conto molto salato, l’ITF (Federazione Internazionale del Tennis) ha provvisoriamente sospeso con effetto immediato la tennista siberiana, che ora rischia una pena di 4 anni di esclusione dai campi, pena che molto probabilmente sarà ridotta date svariate attenuanti quali ad esempio la mancanza di precedenti, insomma nella migliore delle ipotesi Masha potrebbe essere fermata per “solo” 6 mesi.
La questione è spinosa poiché il Meldonium è entrato nella lista dei farmaci proibiti solamente nel dicembre del 2015, alla Sharapova è quindi imputata la negligenza di non essersi aggiornata riguardo le normative anti doping per i farmaci con l’aggravante di alcune precedenti comunicazioni a riguardo, che la tennista siberiana ha smentito, rincarando la dose, e affermando che prendeva il farmaco con il suo nome tecnico ossia Mildronate.

Le accuse sono fondate, tutto giusto, ma viene spontaneo chiedersi se è possibile far ricadere sugli atleti simili negligenze, visto e considerato che, ogni atleta a questi livelli, viene seguito da medici di ogni genere, motivo per il quale la Federazione Russa è già stata tirata in ballo visti i molti atleti risultati positivi al farmaco. A seguito delle dichiarazioni la Sharapova ha subito una serie di attacchi più o meno diretti da svariati colleghi, sia del circuito WTA che di quello ATP, c’è chi ha invocato la cancellazione di tutti i risultati, chi ha espresso solidarietà malgrado la gravità dell’accaduto (in testa a questo sparuto gruppo Williams e Pennetta), e chi ancora ha calcato la mano sulla questione doping sollevando un polverone vero e proprio, ed in questo Nadal è in testa. Il danno d’immagine però per Masha c’è già stato visto che, oltre alla reputazione, ha perso alcuni dei suoi sponsor principali, Nike e Porsche in testa.

La questione Sharapova è solamente uno squarcio su quello che potrebbe essere un problema di molta più grande entità, nel tennis la questione doping è stata più volte affrontata con un po’ di leggerezza dall’ITF e la stessa WADA (World anti doping association) ha alcune volte espresso dei pareri negativi sul comportamento dell’ITF nei confronti di atleti trovati positivi a sostanze dopante, qualcuno ricorda il caso Gasquet?

Le dichiarazioni di Nadal invece hanno sollevato un polverone enorme, in molti sostennero al tempo della sua lunga sosta a seguito del fenomenale 2013, che la sosta sia stata indotta da cause non del tutto legate a un infortunio quanto piuttosto ad una presunta positività al doping insabbiata con il lungo ritiro. A dare seguito a quelle che ovviamente sono soltanto supposizione è intervenuta l’ex Ministro dello Sport e della Salute francese, Roselyne Bachelot, la quale ha dichiarato che, quando i tennisti vengono fermati per lunghi periodi da infortuni, allora spesso, si tratta di insabbiamenti riguardanti test doping positivi.

La questione ha fatto infuriare Nadal il quale, insieme a suo zio Tony, ha detto che adirà alle vie legali, e molto piccato è stato anche il comunicato dell’ITF “I nomi di tutti i giocatori che sono condannati per violazione della Anti-Doping Programme Tennis vengono resi noti a livello pubblico, come stabilito dal Codice mondiale antidoping. Inoltre, la WADA ha una supervisione indipendente dei risultati che vengono raccolti dai giocatori di tennis nell’ambito del programma, e quindi sarebbe a conoscenza di qualsiasi insabbiamento o mancata risposta relativa a qualsiasi test positivo”.

Il doping è certamente un cancro per lo sport, e si fa fatica a credere che ci siano ancora così grandi disparità nella gestione dei casi positivi e nella decisione delle differenti sostanze tra uno sport e l’altro. Da questa storia comunque rimane solo un augurio, quello che la Sharapova possa rientrare nel circuito e non concludere la sua carriera con questa brutta parentesi, e soprattutto si spera che da questo momento in poi la ITF in collaborazione con la WADA, riesca ad arginare il problema doping, con maggiore serietà e chiarezza, nel rispetto dello sport e soprattutto di chi lo segue.

di Francesco Galati

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