Tennis, Fed Cup: la sconfitta delle azzurre rappresenta la fine di un ciclo

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Finisce presto l’avventura dell’Italia in Fed Cup. La squadra azzurra, nell’ultimo decennio vera mattatrice della competizione, ha lasciato il passo alla Francia. Pesante il 4-1 con cui la squadra capitanata da Amelie Mauresmo ha battuto quella di Corrado Barazzutti. 

GiorgiLa fine di un ciclo, questo probabilmente è il significato della sconfitta dell’Italia del tennis nel primo turno di Fed Cup contro la Francia. Le azzurre di Corrado Barazzutti non sono riuscite a vendicare la sconfitta dello scorso anno contro le transalpine e saranno costrette ancora una volta allo spareggio di aprile, decisivo per rimanere nel gruppo mondiale della competizione a squadre del tennis. Il rotondo 4-1 incassato dalle tenniste italiane è l’emblema di un ricambio generazionale che fatica a concretizzarsi. Il simbolo delle difficoltà della Nazionale azzurra è rappresentato da Camila Giorgi, giocatrice dalle potenzialità gigantesche, ma che non riesce a fare il salto di qualità che tutti si aspettavano. Nelle due gare del finesettimana contro la Mladenovic e la Garcia, concluse rispettivamente con una vittoria e una sconfitta, Camila ha mostrato ancora una volta tutti i suoi limiti. I suoi problemi non sono né tecnici né fisici, ma mentali. La ventiquattrenne azzurra non riesce proprio a giocare un tennis continuo e regolare, continuando a commettere un errore gratuito ogni tre scambi e almeno due doppi falli ad ogni turno di servizio.

Pesa naturalmente come un macigno l’assenza di Flavia Pennetta, la sua esperienza e il suo carisma avrebbero dato un contributo fondamentale alla squadra italiana, con lei in campo probabilmente il risultato non sarebbe stato così pesante. Ma la brindisina ormai non è più una tennista e le sue ex compagne di squadra devono trovare la forza di andare avanti. Una forza spirituale e mentale che però non sembra rientrare tra le caratteristiche di Sara Errani che, chiamata a prendersi sulle spalle l’intera squadra, ha deluso profondamente, perdendo entrambe le partite disputate a Marsiglia e regalando alle giocatrici di Amelie Mauresmo due punti fondamentali per volare in semifinale a sfidare le più che abbordabili ragazze olandesi. La Sarita che vinceva con la regolarità dei colpi e la caparbietà caratteriale sembra essere scomparsa. Adesso la ragazza bolognese non riesce ad imprimere alle partite quel ritmo che l’aveva portata ad essere la migliore delle azzurre, soprattutto in prospettiva.

E poi c’è Francesca Schiavone, convocata dal tecnico italiano solo per il match di doppio, perché a quasi trentasei anni non ci si può aspettare che sia in grado di risolvere i problemi della sua squadra anche nel singolare. Fa sicuramente discutere l’assenza premeditata di Roberta Vinci, anche se tutti sanno che la tennista pugliese è ormai più orientata a prepararsi e concentrarsi per gli appuntamenti individuali importanti con la chiara intenzione di godersi la sua ultima stagione di carriera. Per tutti questi motivi la vittoria nello spareggio di aprile appare non tanto come un obiettivo da centrare, ma come una salita da scalare, soprattutto se le azzurre dovessero incontrare le russe, sconfitte a sorpresa dalla Nazionale olandese.

(di Giovanni Fabbri)

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