Libri – Luis Sepulveda come sempre magnifico

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LIBRI – Come tutti i libri di Sepulveda, anche L’avventurosa storia dell’uzbeco muto, va letta solo dopo aver esplorato la storia del Sudamerica, delle sue crisi, guerre, ma anche di tutto ciò di positivo che i Latini hanno saputo dare al mondo.

In questo breve volume – si compone di appena 141 pagine – l’autore narra le vicende dei giovani sudamericani degli anni ’70, con le loro speranze, gli ideali professati, il divertimento, le relazioni sentimentali e l’amicizia sconfinata. Come ben saprete, in quel periodo si sognava il modello comunista sovietico e vietnamita, tant’è che tutti e nove i protagonisti, lottano in nome di ideali, di parole e utopie – le quali in molti casi non rimasero che tali. Importante collocare nella storia questi racconti, anche perché tutto ciò che viene narrato in questo volume, si spense improvvisamente nel 1973, a seguito del colpo di stato cileno.

Sepulveda ha scritto questo libro con il tipico stratagemma del “romanzo in storie”, nove racconti brevi, ambientate fra il continente americano ed europeo. Il titolo del romanzo, in realtà, riprende il nome del protagonista del primo racconto, che è il personaggio più vistoso del libro, anche se non è né uzbeko né muto, come lascia intendere il titolo. Si tratta del peruviano Ramiro, uno studente come tanti altri del Terzo Mondo che sogna un’istruzione sovietica in Russia. Mosca, però, gli lascia l’amaro in bocca e non offre ciò che Ramiro in realtà desidera di più: ragazze, musica e alcol. Peggio gli va quando tenta di raggiungere Praga, ma approda invece in Uzbekistan, con un freddo glaciale e nemmeno un goccio d’alcol.

Come tutte le altre opere di Sepulveda, anche questa si distingue per l’originalità e l’inconfutabile stile. L’autore cileno ha sempre avuto una strabiliante capacità narrativa e lo dimostra anche in questo volume, dove le parole fanno diventare vivi personaggi e luoghi tanto da rapire il lettore.

Molto bello ne L’avventurosa storia dell’uzbeco muto il fatto che nonostante il filo conduttore morale sia sempre il medesimo, le storie sono leggibili anche separatamente. Inoltre, così come il Cile è sempre nel cuore dell’autore, dopo aver letto qualche volume di Sepulveda, sarà sempre nella mente dei suoi seguaci – tanto da far venire voglia di esplorarlo di persona.

Sicuramente un libro che invita chi lo legge a riflettere sull’essere umano stesso, che da un lato può avere sì un’indole bellicosa, ma dall’altro è capace di un immenso altruismo e pieno di quella voglia di cambiare il mondo in meglio.

Un libro adatto ai più.

 

(di Arianna Catti De Gasperi)

 

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