Fifa Ballon d’Or: un pallone veramente d’oro?

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balonTra i tanti sogni che accompagnano i ragazzi che giocano a pallone, che sia una scuola calcio o un semplice giardino di quartiere, spesso sono gli stessi a ripetersi nelle menti dei giovani calciatori: affermarsi, diventare famosi e vincere trofei come la Coppa del Mondo e la Champions League, o essere immortalati con il più prestigioso riconoscimento calcistico a livello individuale, il Pallone d’Oro.

Con riferimento a quest’ultimo, come da tradizione l’avvento dell’autunno ha portato con se la lunga lista dei 59 candidati alla vittoria del trofeo tra cui, agli albori del 2016, verrà nominato il miglior calciatore del mondo per il 2015; nell’attesa, già impazzano tra addetti ai lavori e non riflessioni, critiche e commenti per la composizione della lista dei candidati.

Tra le esclusioni eccellenti, la più rumorosa è sicuramente quella di Gigi Buffon, autore con la Juventus di un 2015 straordinario in cui solamente il fenomenale Barcellona di Messi&Luis Enrique ha impedito il Triplete ai bianconeri nell’anno che era cominciato con l’addio di Conte. Dopo la fusione tra il “FIFA Player of the Year” ed il “Pallone d’Oro” di France Football avvenuta nel 2010, si è venuto a creare un ibrido che mantiene eternamente attuale il dilemma sui criteri di assegnazione del prestigioso riconoscimento. Va a chi si è distinto nella stagione passata conquistando i principali allori internazionali o ha avuto un eccellente rendimento? O al calciatore più forte in circolazione in valore assoluto?

Provando ad interpretare le due differenti chiavi di lettura, l’esclusione di Buffon dalla lista dei 59 rimane comunque inspiegabile: nel primo caso la stagione del n.1 della Nazionale viene reputata inferiore a quelle di giocatori capaci al più di qualificarsi con la propria squadra in Champions League (De Bruyne, Otamendi e Lacazette tra gli altri) o di ben figurare in manifestazioni continentali per nazionali senza però trionfare (come il peruviano Guerrero, il ghanese Andrè Ayew o il sud-coreano Son). Nella seconda ipotesi nonostante sia tornato a livelli di eccellenza assoluta Buffon viene ritenuto inferiore, tra i portieri, al colombiano Ospina dell’Arsenal ed a Claudio Bravo del Barcellona; in generale poi qualche perplessità la fa sorgere, se vale il valore assoluto del calciatore, l’inclusione di Gary Medel, dell’australiano Longo del QPR, o dell’ex-meteora partenopea Edu Vargas.

Il fatto che nel 2015 si siano svolte 4 manifestazioni continentali per Nazionali (in Sud e Centro-Nord America, Asia ed Africa), unitamente alla sopracitata fusione tra “Pallone d’Oro” e “FIFA Player of the Year” giustifica in parte l’inclusione di nomi altrimenti improbabili, anche se già prima di questa unificazione spesso e volentieri l’assegnazione del Pallone d’Oro non ha mancato di far discutere.

Nel 1962 il Benfica conquista la sua seconda Coppa dei Campioni consecutiva trascinato da un fenomale Eusebio, ma il Pallone d’Oro finisce tra le mani di Josef Masopust vice-campione del Mondo in Cile con la sua Cecoslovacchia; incredibile è il secondo posto di Luis Suarez nel ‘64, con lo spagnolo che nonostante nello stesso anno salga sul tetto d’Europa con l’Inter e la nazionale Spagnola vede il Pallone d’Oro finire tra le mani di Denis Law, mentre tra le assegnazioni più contestate si ricorda quella del 1986 al sovietico (e poi ucraino) Belanov a discapito del duo Butragueno-Lineker.

In età “contemporanea”ha fatto scalpore nel 1996 il Pallone d’Oro assegnato al libero tedesco Matthias Sammer (e il fatto che, nello stesso ruolo, mai sia riuscito a conquistarlo Franco Baresi colonna del Milan degli olandesi), che grazie alla vittoria del campionato Europeo con la propria Nazionale spense i sogni di gloria di un giovane Alex Del Piero, quarto classificato per France Football nonostante il successo in Champions League di Roma e il gol vittoria con il River Plate che valse alla Juventus la Coppa Intercontinentale.

Se l’esito di Mondiali e Campionati Europei ha spesso influenzato le votazioni finali, del tutto inspiegabile resta invece l’assegnazione del primo “Pallone d’Oro FIFA”, quello del 2010, a un Leo Messi forte quell’anno “soltanto” della vittoria in Liga dopo aver fallito gli appuntamenti in Champions ed al Mondiale sud-africano, mentre più ragionevole sarebbe stato premiare uno tra gli interisti Sneijder e Milito Campioni d’Europa e “tripletisti”, o ancora a don Andrès Iniesta autore del gol che regalò alla Spagna la sua prima Coppa del Mondo.

Incredibile come, in virtù di carriere leggendarie condite da una pioggia di successi, non siano mai riusciti a convincere la giuria di France Football giocatori come Raul, David Beckham, Giggs, Xavi, Maldini, Buffon e Kahn, con questi ultimi due che loro malgrado pagarono probabilmente l’essere portieri. Anche nel partito di chi attribuisce un peso specifico inferiore agli trofei internazionali non mancano esempi illustri di calciatori fenomenali mai insigniti del massimo riconoscimento individuale, basti pensare a Thierry Henry, Zlatan Ibrahimovic o tra gli italiani a Francesco Totti, che pur pagando la scelta di cuore nei primi anni 2000 figurava senza dubbio tra i primi giocatori del mondo.

Con buona probabilità il Pallone d’Oro 2015 presenterà forti tinte catalane, e qual’ora dovesse trionfare Leo Messi la scelta sarebbe stavolta condivisibile data la stagione perfetta dei blaugrana; quello sul reale valore e sui criteri d’assegnazione del Pallone d’Oro è però un tema destinato senza dubbio a far discutere a lungo anche in divenire, tra candidati insoliti, mancate vittorie ed assegnazioni discutibili.

Sarà vera gloria? La storia, le esclusioni eccellenti e la saggezza popolare, ci insegnano che non sempre è oro tutto quel che luccica.

Michael Anthony D’Costa

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