Libri – Anche la storia può essere divertente

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imageLIBRI – Si può dire che è praticamente un pezzo di storia, anche se non è uscito tropppo tempo fa, il libro Declino e caduta di praticamente tutti firmato da Will Cuppy.
L’autore, infatti, ha dedicato ben 16 anni della sua vita a questo volume, uscito postumo nel 1950 – Cuppy si è suicidato nel 1949 – e tradotto da poco in Italia.

Si vede, nonostante la vena ironica che scorre attraverso tutte e le 228 pagine di questo volume, che l’autore ha fatto ricerche approfondite per ogni argomento e personaggio storico trattato.
Declino e caduta di praticamente tutti è una satira raffinata sui più grandi personaggi della storia dell’umanità: dai faraoni ad Alessandro Magno, da Lucrezia Borgia agli zar russi.

A riprova della sua maestria, anche il fatto che quando uscì nel ’50, rimase per ben quattro mesi in classifica sul New York Times.
Le parole più “azzeccate” per descrivere questo volume sono sicuramente divertente, indovinato, colto.

Ad alcuni, però, questo libro potrebbe risultare alquanto bizzarro. Sicuramente, chi conosce un po’ la storia dei nostri antenati, apprezzerà la semplicità e l’ironia con cui vengono raccontati certi episodi.
Ovviamente e con molta abilità Cuppy ha deciso di descrivere soli i personaggi più singolari e fuori del comune, sottolineando le loro caratteristiche peculiari, e li ha raggruppati per nazionalità: russi, inglesi, francesi, etc.

Un esempio del suo sarcasmo è la descrizione della piramide, inventata da Imhotep durante la III dinastia d’Egitto. Cuppy infatti scrive: “Imhotep il Saggio ebbe l’idea di nascondere la salma reale e i suoi tesori in un monumento così visibile che non poteva in alcun modo passare inosservato a ladri e sciacalli. Naturalmente le piramidi vennero continuamente spogliate del loro intero contenuto, ma per secoli i faraoni continuarono imperterriti a costruirle prima di accorgersi che forse non erano un nascondiglio sicuro”.

Ugualmente descrive i suoi personaggi come Federico Guglielmo I, padre di Federico II detto il Grande, il quale “Risolse anche il problema della disoccupazione: usciva di casa alla ricerca di disoccupati e quando ne trovava qualcuno lo colpiva dietro l’orecchio con una pesante canna di bambù. Non era un metodo propriamente scientifico, ma funzionava”.

Il suo tono irriverente, fa sì che il libro non risulti mai noioso, come molti altri trattati storici invece.
Da ricordare però, che Cuppy, prima di scrivere questo libro, si documentò molto sui vari argomenti che doveva affrontare – pare, infatti, che l’autore fosse solito leggere “tutti” i libri, riviste, articoli e tutto ciò che poteva essere letto, prima di iniziare a scrivere una sola parola.

Dai Faraoni agli antichi Greci e Romani, da Alessandro Magno a Lucrezia Borgia, da Enrico VIII a Lady Godiva (tra gli altri), quasi nessuno viene risparmiato. Ad esempio descrive così la differenza fra romani e cartaginesi: “I romani e i cartaginesi erano molto diversi tra loro nel carattere e nel temperamento. I cartaginesi non avevano ideali. Tutto quello che volevano erano i soldi, fare un po’ di casino in giro e spassarsela. I romani erano severi e austeri, vivevano in modo frugale e aderivano alle tradizionali virtù latine, la gravitas, la pietas, la simplicitas e l’adulterio. Cartagine era governata dagli uomini più ricchi ed era pertanto una plutocrazia. Anche Roma era governata da uomini ricchi e quindi era una repubblica.”

Proprio come è scritto nell’introduzione, se questo libro fosse adottato a scuola, alcuni troverebbero la materia divertente.

di Arianna Catti De Gasperi

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