Eurobasket 2015. L’Italia sulle spalle di Danilo Gallinari

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gallinariEssere un predestinato non è mai facile, non lo è stato nemmeno per Danilo Gallinari. Fin da bambino, ogni volta che gli davano la palla in mano, tutti gli dicevano: “sicuramente sarai come tuo padre” e vivere ogni giorno con queste aspettative fin dai tempi del minibasket è una pressione che solo pochi sanno reggere.

Oggi il figlio di Vittorio Gallinari (4 Scudetti ed 1 Coppa Campioni con l’Olimpia Milano) è il giocatore più forte che la nazionale italiana di basket può mettere in vetrina ad EuroBasket 2015. Chi ha visto l’amara sconfitta di sabato dell’Italia contro la Turchia, non può non aver notato come il Gallo, così viene chiamato nello spogliatoio, abbia trascinato con fatica l’Italia a recuperare il distacco con la Turchia segnando 33 punti, un’immensità in una competizione europea. A 27 anni, Danilo è pronto a trascinare l’Italia a trovare un posto per le olimpiadi di Rio 2016. Tutto questo non è nato per caso, se si scorre la sua carriera cestistica, la si può paragonare ad un veterano del settore. Il suo numero è l’otto, questo è dovuto alla sua data di nascita 8/8/88. Fin dalle giovanili, Danilo brucia le tappe, esordisce in B d’eccellenza a 16 anni con Casalpusterlengo, l’anno dopo l’Olimpia Milano lo acquista e gli fa fare le ossa, mandandolo in A2 a Pavia, dove a 17 anni vince il titolo di miglior giocatore italiano di quella categoria. A questo punto, Danilo Gallinari è pronto per il grande palcoscenico della serie A e dell’Eurolega: porta al primo anno l’Olimpia Milano alla semifinale dei play-off vincendo il titolo di miglior giocatore Under 22 della competizione e ottiene la prima convocazione nella nazionale italiana il 23 Dicembre 2006.

Il secondo anno riporta Milano alla semifinale della serie A e in Eurolega riesce a vincere il titolo di miglior giocatore Under 22 della competizione. A quasi 20 anni, seppur giovanissimo, per Danilo sembra tutto pronto per la decisiva maturazione, poter raggiungere gli stessi trofei del padre Vittorio nella sua stessa squadra, l’Olimpia Milano, che in quell’anno è stata ceduta completamente al nuovo presidente Giorgio Armani, pronto a riportarla in alto. Però non si sono fatti i conti con quel sogno, che ogni bambino che gioca a basket custodisce gelosamente nel suo cassetto, ovvero accedere ai giardini dell’Eden del basket che portano il nome di NBA.

Il passo verso il paradiso cestistico, lo ha fatto nel 2008, venendo scelto dai New York Knicks alla sesta chiamata del Draft. L’accoglienza non è stata una delle migliori, i fans dei Knicks, stufi delle ultime annate deludenti, fischiano Danilo, aspettandosi la chiamata di un giocatore americano, che poteva attrarre le fantasie dei tifosi della Grande Mela. La partenza è subito in salita anche dal punto di vista fisico, perché Gallinari si opera alla schiena a Marzo, saltando il resto della stagione.  Per l’ennesima volta, Danilo si ritrova a dover rispettare le aspettative. Avendo giocato così poco i tifosi incominciano a mettere in dubbio le sue qualità tecniche e caratteriali, alcuni di loro ritengono sia stato scelto dai Knicks solo perché l’allenatore, Mike D’Antoni era compagno di squadra del padre. Tanta pressione, spazzata via al secondo anno, stagione 2009/2010, dove il Gallo, si specializza nel tiro da tre, grazie alla filosofia di D’Antoni, che prevede un tipo di gioco veloce basato sui tiri dal perimetro.

Chiude la stagione con 15.1 punti di media a partita e poiché è stato il miglior realizzatore di tiri da tre punti di tutto il campionato, viene invitato a partecipare alla gara del tiro da tre all’All Star Weekend. Nonostante nella seconda stagione Danilo abbia segnato 15.9 punti a partita ed abbia conquistato i tifosi e la stampa, viene ritenuto sacrificabile dalla dirigenza dei Knicks per ottenere una star come Carmelo Anthony con cui viene scambiato. La nuova destinazione di Gallinari è il Colorado, precisamente Denver, non di certo la città americana con maggior appeal. Il Gallo qui trova una squadra più forte ed allestita per accedere ai playoff e l’allenatore George Karl, che gli permette di  ampliare il suo repertorio offensivo. Non gli si chiedono più solo i tiri da tre, ma anche saper giocare il pallone dentro l’area, il processo di completamento è quasi al termine. Quell’anno si toglie la soddisfazione di partecipare ai playoff, persi nella serie (4 a 1) contro gli Oklahoma City Thunder con 12 punti di media a partita. Da adesso in poi nessuno può fermare l’ascesa di Danilo, in quel di Denver diventa uno degli uomini immagine della squadra, è titolare inamovibile e viaggia in doppia cifra di punti, porta la squadra sempre al piazzamento playoff in una conference difficile come quella dell’Ovest. Alla fine della stagione regolare 2012/2013, i Denver si trovano al terzo posto. Il ragazzo non solo ha confermato le aspettative, ma le sta superando. Purtroppo, poche settimane prima di iniziare i play-off, il 5 Aprile in una delle ultime partite della stagione regolare contro i Dallas Mavericks, Danilo subisce un grave infortunio, rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, che lo tiene nuovamente lontano dai campi per molto tempo, questa volta una stagione intera. Gallinari torna per il campionato 2014/2015, pronto a riprendersi l’NBA e la nazionale italiana. Ora arriva la prova più difficile, quella di condurre l’Italia all’obiettivo dichiarato dal presidente della federazione Petrucci, ovvero ottenere una medaglia.

di Simone Sarrocco

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