NBA, Playoffs. Ecco le finaliste di Conference: Hawks, Cavs, Warriors e Rockets

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Siamo quasi arrivati al termine della lunghissima stagione NBA. Iniziata ad Ottobre, con 82 partite regolamentari disputate per squadra e serie playoffs al meglio delle sette partite che ci hanno portato finalmente alle finali di conference. Finali dove curiosamente parteciperanno tutte la teste di serie con il numero uno e due delle conference. Analizziamo le due serie che decideranno chi sarà campione ad Est e chi ad Ovest e chi quindi giocherà per il Larry O’Brien Championship Trophy:

Eastern Conference:

Atlanta Hawks-Cleveland Cavaliers:
Hanno dovuto lottare molto, ma ce l’hanno fatta sia Hawks che Cavaliers. Gli Hawks sono qui dopo aver finito la regular season al primo posto in oriente, ma con l’arrivo dei playoffs tutto è cambiato, una squadra fatta di certezze che ha mostrato invece tutte le debolezze nascoste in precedenza. Già al primo turno contro i Nets il passaggio, che normalmente in una serie tra prima ed ottava dura quattro partite, ha visto invece le aquile perdere per due volte. In semifinale di conference poi la squadra di Mike Budenholzer che aveva un’ottima difesa, si è trovata davanti un vecchio esperto del gioco come “The Truth” Paul Pierce, che aveva aiutato i suoi Wizards a portarsi sul 2-1. I finali di gara 5 e 6 poi sono stati dei thriller, in gara 5 sul 78-80 per gli Hawks, Pierce a 8 secondi dal termine segna la tripla del più 1, si gira verso la panchina di Atlanta e dice qualcosa agli avversari. Con 8 secondi gli Hawks si affidano a Shroeder, il tiro del tedesco viene stoppato, ma Horford è più lesto di tutti e con 2 secondi circa sul cronometro tira il pallone dell’82-81. Si torna nella capitale, ma se gara 5 aveva avuto un finale a sorpresa, meglio farà gara 6. All’ultima azione gli Hawks conducono 94-91, i Wizards si affidano ancora una volta al loro uomo d’esperienza. Pierce dall’arco prova la tripla del pari all’ultimo secondo e segna, sarebbero overtime. Gli arbitri però, che negli ultimi minuti di gioco hanno la facoltà dell’ausilio tecnologico vogliono rivedere l’azione all’instant replay e clamorosamente scoprono che la palla si stacca dalla mano del giocatore di Washington quando la partita è già terminata da un decimo di secondo, praticamente nulla. Il canestro non è valido e gli Hawks possono festeggiare, dopo quarantacinque anni sono di nuovo in finale di conference, anche se l’ultima a cui si erano qualificati, nel 1970 era una finale di Western Conference poiché al tempo gli Hawks facevano parte della conference occidentale. Gli avversari di Atlanta sono i Cleveland Cavaliers, non si può non abbassare il cappello davanti a LeBron James, un giocatore spesso odiato in America e nel mondo, ma che dopo il passato vincente a Miami, ha deciso di tornare nella sua Cleveland per vincere. Anche per i Cavs la prova non è stata facile, gli avversari in semifinale erano i Bulls, squadra di grandi difensori e Cleveland ha Kevin Love infortunato fino al termine della stagione ed Irving che gioca non al 100%. La serie è girata la scorsa Domenica, in gara 4, i Bulls conducevano per 2-1 ed in casa avevano rimontato i Cavaliers fino all’84 pari a con 8 secondi sul cronometro James prova a far tutto da solo, ma viene stoppato a 1.5 dal termine, il possesso resta per la squadra dell’Ohio, coach Blatt in un momento di poca lucidità dovuta all’importanza di quell’azione quasi chiama un timeout, non avendone più a disposizione, il che comporterebbe la penalità di un fallo tecnico, fortunatamente i suoi assistenti lo fermano. Nonostante in quel momento abbia un 10/36 dal campo la sfera è affidata a LeBron James, che questa volta è glaciale e pareggia la serie. In gara 5 e 6 i Bulls hanno perso le certezze e pagano a caro prezzo la sconfitta in gara 4 perdendo entrambi gli incontri e facendo accedere alla finale Cleveland, che l’ultima volta che era stata in finale di conference aveva come capitano proprio il prescelto e che aveva vinto quella serie nel 2007 contro i Detroit Pistons, fermandosi poi ad un passo dall’anello contro i San Antonio Spurs, senza praticamente mai essere competitivi in finale, perdendo 4-0. Ma con un LeBron James in questo stato di forma, è inutile porre dei limiti a questa squadra, che ad oggi sembra avere l’esperienza giusta per poter battere gli Hawks e conquistarsi la finale.

Western Conference:

Golden State Warriors-Houston Rockets:

Se il giocatore più forte ad est è LeBron James il suo dirimpettaio ad Ovest non può che essere Stephen Curry. Già premiato come MVP della stagione, sta continuando a tirare fuori prestazioni degne di chi è in grado di portare al successo i suoi compagni. Dopo la stagione di regular season da numeri uno di tutta la NBA non solo della Western Conference i Warriors hanno affrontato in maniera sensazionale anche i playoffs. Il primo turno contro i Pellicans non era probante, ma la vittoria è stata un secco 4-0, mentre come anticipato l’altra testa di serie numero uno ad est ha avuto difficoltà a sbarazzarsi dell’ottava della propria conference. Ma i detrattori dei Warriors attendevano al varco la squadra di Steve Kerr, in semifinale infatti Golden State si sarebbe misurata contro i Memphis Grizzlies, in sostanza era la sfida tra la squadra con il miglior gioco (i Golden State Warriors) e la squadra con più facilità a far giocare male i suoi avversari (i Memphis Grizzlies). Effettivamente la squadra del Tennessee è riuscita a non rendere la vita facilissima ai Warriors, ma nonostante la serie al termine di gara 3 fosse sul 2-1 per i Grizzlies, Golden State ha imposto il suo gioco e con Curry e Thompson (gli splash brothers) particolarmente ispirati e si è sbarazzata in 6 gare degli avversari. I californiani tornano in finale di conference da dove mancavano dal 1976 e dovranno ora affrontare i Rockets protagonisti di una rimonta sensazionale. La squadra del Texas è stata protagonista insieme ai Los Angeles Clippers della gara più combattuta tra le semifinali di questa stagione, per avere una finalista si è dovuto arrivare addirittura a gara 7. La squadra capitanata da James Harden ha compiuto un vero e proprio miracolo sportivo, in gara 4 infatti stava perdendo 3-1 e nella storia di questo sport a rovesciare un 3-1 sono state prima di loro solo otto squadre su duecentoventotto. Da notare in particolare il suicidio dei Los Angeles Clippers in gara sei con i Rockets ad inizio quarto quarto sotto di diciannove punti, che mettono un parziale negli ultimi dodici minuti di 40-15, confermando la fama di squadra più sfortunata e masochista della NBA per i losangelini, che inoltre nella decisiva gara 7 hanno collezionato 18 palle perse. Ora Houston giocherà una finale in cui non potrà permettersi le amnesie che hanno avuto in semifinale perché i Warriors non danno secondo o terze possibilità come i Clippers. La squadra è interamente costruita sull’estro di Harden, forse troppo poco per impensierire i primi ad Ovest che oggi sembrano una macchina perfetta.

di Francesco De Felice

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