Amarcord. Il Vicenza e la Coppa delle Coppe, un sogno infranto sul più bello

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VicenzaNon solo Paolo Rossi e Roberto Baggio. A Vicenza c’è anche qualcun altro che il popolo biancorosso non dimentica, ovvero gli autori di una cavalcata trionfale che per un soffio non è culminata con un successo europeo che avrebbe avuto dell’incredibile ma che sarebbe stato del tutto meritato. E’ la banda di Francesco Guidolin che nella stagione 1997-98 giunse ad un passo dalla finale di Coppa delle Coppe, dieci anni dopo l’analoga avventura dell’Atalanta di Mondonico.

E’ il 29 maggio del 1997 quando il Vicenza allenato da Guidolin trionfa in Coppa Italia ribaltando nell’infuocato stadio Menti lo 0-1 dell’andata subìto al San Paolo di Napoli e vincendo per 3-0 dopo i tempi supplementari portando a Vicenza il primo alloro della sua storia. Ad agosto, poi, i veneti si giocano la Supercoppa Italiana in casa dei campioni d’Italia della Juventus che vincono 3-0 grazie alla doppietta di Filippo Inzaghi e ad un gol di Antonio Conte. Poco male per il Vicenza, pronto a tuffarsi nel nuovo campionato e soprattutto nella fantastica avventura europea in Coppa delle Coppe dove i biancorossi partono indietro rispetto a formazioni più blasonate ed esperte ma hanno carattere ed entusiasmo da vendere, oltre ad una rosa al massimo della forma fisica e mentale con gli attaccanti Luiso ed Otero in grande spolvero ed un centrocampo rodato con il mastino Di Carlo a fare da diga e i talentuosi Viviani e Zauli ad inventare gioco. Nel primo turno i veneti pescano i polacchi del Legia Varsavia giocando l’andata in casa: lo stadio Menti, piccolo ma ribollente di passione, è completamente esaurito ed il Vicenza non delude l’innamorato pubblico vincendo per 2-0 grazie ai gol di Luiso ed Ambrosetti; per Pasquale Luiso sarà la prima di una serie di reti che lo condurrà a vincere la classifica marcatori della competizione. Nella gara di ritorno a Varsavia il Vicenza difende un cospicuo vantaggio uscendo dallo stadio con un ottimo 1-1 (rete di Zauli) e la qualificazione agli ottavi di finale dove l’urna mette di fronte ai biancorossi gli ucraini dello Shakthar Donetsk che non è ancora la squadra affermata di fine anni duemila. Nell’andata in Ucraina il Vicenza fa la voce grossa e spadroneggia vincendo 3-1 con una doppietta di Luiso ed un gol di Massimo Beghetto, terzino col vizietto di spingersi in avanti e segnare spesso come quando decide la sfida di campionato contro la Juventus (2-1) nella stagione 1995-96. Nel ritorno al Menti il Vicenza passeggia e si diverte vincendo 2-1 con reti di Luiso e Viviani, mentre per i sovietici va a segno Atelkin che poche settimane dopo verrà a giocare in Italia nel Lecce senza lasciare segni rilevanti. Nel frattempo in campionato i vicentini non riescono ad andare di pari passo con l’ottimo andamento europeo rimanendo ben presto invischiati nella lotta per non retrocedere che, a parte Lecce e Napoli che appaiono fin da subito condannate ad un’amara caduta in serie B, comprende diverse squadre che, a differenza degli uomini di Guidolin, non hanno pensieri infrasettimanali e possono preparare le partite con un’intera settimana a disposizione. Ma l’avventura in coppa è troppo stimolante per mollarla a cuor leggero ed il Vicenza continua la sua marcia e negli ottavi di finale gioca forse le due gare più belle della sua storia: di fronte ci sono gli olandesi del Roda Kerkrade che in casa vengono demoliti per 4-1 da uno straripante Vicenza che crea azioni spettacolari a ripetizione e segna con Luiso due volte, con Otero e col rude stopper Belotti. A Vicenza, nella sfida di ritorno, i biancorossi sanno che la qualificazione è ormai acquisita, ma non per questo si fermano davanti ai malcapitati gialloneri olandesi: finisce 5-0, va ancora in gol Luiso a cui replicano Firmani, Mendez, Ambrosetti e Zauli per una vittoria che spaventa le rivali europee che si accorgono della freschezza e dell’entusiasmo dei vicentini. Si arriva così alla semifinale dove il Vicenza pesca il Chelsea degli italiani Vialli (che ha il duplice ruolo di allenatore e giocatore), Di Matteo e Zola, partendo forse per la prima volta nella manifestazione da non favorito. Nell’altra semifinale i tedeschi dello Stoccarda affronteranno i russi della Lokomotiv Mosca. La finale di Stoccolma del 13 maggio è ormai l’obiettivo dichiarato e per nulla nascosto di un Vicenza consapevole della sua forza e dell’irripetibilità di un’occasione da sfruttare a tutti i costi. L’andata è allo stadio Menti dove il tifo è alle stelle e dove Lamberto Zauli, al termine di una tenace azione personale, porta in vantaggio il Vicenza che per il resto della partita difenderà il vantaggio rendendo inutili gli assalti del Chelsea che uscirà sconfitto per 1-0 affidando al ritorno di Londra le speranze di rimonta.

E’ il 16 aprile del 1998, lo Stamford Bridge di Londra accoglie la semifinale di ritorno della Coppa delle Coppe con la ferma intenzione di ribaltare la situazione. Pasquale Luiso, invece, non è d’accordo e  porta in vantaggio i biancorossi che vedono la finale ad un passo; al Chelsea servono ora tre reti per qualificarsi e gli inglesi non sembrano in grado di compiere l’impresa, annichiliti dalla sicurezza di un Vicenza che continua ad attaccare e che troverebbe anche la rete del 2-0 (ancora con Luiso) se un guardalinee poco attento non segnalasse un fuorigioco pressochè inesistente. E’ l’episodio chiave di una partita che per il  Vicenza si trasforma ben presto in un incubo: Vialli crea, Poyet e Zola concretizzano e in poco tempo il Chelsea si porta sul 2-1 ad una sola rete dalla finale. Il Vicenza è alle corde, il pubblico inglese spinge i suoi vedendo vicino il gol qualificazione che puntuale arriva grazie ad un preciso diagonale di Mark Hughes, da poco in campo. 3-1 per il Chelsea e Vicenza a casa; gli uomini di Guidolin si riorganizzano, più con la forza della disperazione che con idee vere e proprie, ed all’ultimo istante hanno la clamorosa occasione di segnare il 3-2 che li riporterebbe in finale ma il tirocross di Luiso attraversa l’intero specchio della porta sfiorando il palo senza che nessun attaccante vicentino riesca a dare la zampata vincente. L’avventura biancorossa in Europa si ferma così, ad un passo dall’ultimo atto e dopo 6 vittorie ed un pareggio con 19 reti realizzate e Luiso capocannoniere della manifestazione con 8 gol all’attivo; l’unica sconfitta si rivela decisiva privando il Vicenza di una finale che avrebbe meritato e che il Chelsea vincerà contro lo Stoccarda grazie ad un gran gol di Gianfranco Zola negli ultimi minuti; guardando con delusione la finale di Stoccolma aumenteranno i rimpianti di Guidolin perchè quello Stoccarda era davvero poca casa e forse il Vicenza ce l’avrebbe fatta.

Il campionato dei veneti si concluderà con una salvezza sofferta e conquistata nel penultimo turno nonostante la sconfitta di Empoli. Luiso segnerà 8 reti anche in serie A chiudendo la stagione con 16 marcature stagionali fra campionato e coppa per quella che sarà la sua migliore stagione di sempre. Un campionato anonimo per un Vicenza che ricorderà quel 1998 per la fantastica avventura europea, una finale sfiorata ed una serata londinese sfortunata e maledetta più che mai, anche se l’orgoglio mostrato renderà indelebile il ricordo di una cavalcata amara per il risultato finale ma dolcissima per impegno e volontà. Una salsa agrodolce che ha condito un cammino irripetibile e pieno di nostalgia, perchè quel Vicenza è durato troppo poco, così come in fondo poco è durata la Coppa delle Coppe, mandata in pensione nel maggio del 1999 per far posto alla Coppa Campioni allargata.

di Marco Milan

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