25 aprile: l’Italia celebra il giorno della Liberazione
Come da tradizione anche quest’anno le principali città italiane hanno celebrato il 25 aprile, giornata della Liberazione. 70 anni fa l’Italia veniva liberata dall’oppressione nazifascista e si avviava timidamente a diventare Repubblica. Da Milano a Roma a Napoli, il Paese ha ricordato la solida resistenza opposta dai partigiani con eventi di carattere storico e istituzionale, manifestazioni e momenti musicali.
Una data, quella del 25 aprile del 1945, giustamente esaltata, spesso accompagnata da polemiche in una Nazione che ha sempre fatto fatica a trovare la sua unità.
Milano, medaglia d’oro per la Resistenza, ha ricevuto la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale è salito sul palco allestito nel Piccolo Teatro insieme allo storico Lucio Villari e al Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Carlo Smuraglia.
“La democrazia, al pari della libertà, non è mai conquistata una volta per tutte. E’ un patrimonio che ci è stato consegnato e che, nel volgere di mutamenti epocali, dobbiamo essere capaci di tramettere alla generazioni future”, ha affermato durante il discorso ufficiale Mattarella, dopo essere stato a Roma per l’inizio delle celebrazioni e la consueta deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria.
Poi, il Presidente ha rivolto un pensiero di gratitudine alle tante vittime che hanno sacrificato la loro vita per la Liberazione e un rispetto per chi ha combattuto con coerenza per i propri ideali e convincimenti.
E ancora: “L’antifascismo fu e resta elemento costituivo dell’alleanza popolare per la libertà e quindi dell’Italia repubblicana. L’antifascismo non è stato solo l’esito politico di un conflitto interno, quanto la chiave di apertura della nuova Italia, uscita dalla guerra e dalla dittatura, alla dimensione europea e mondiale”. E tra i frutti lasciati in eredità dalla Liberazione è annoverata anche la Costituzione Repubblicana, intesa come “pietra angolare su cui poggia la civiltà”.
In seguito Mattarella ha rivolto l’invito, in particolare, ai giovani a “curare” i beni ricevuti in eredità, in particolare la libertà e l’unità del Paese. Unità che esige “che le fratture sociali provocate dalla crisi economica siano ricomposte, o quantomeno medicate, con azioni positive. Il diritto al lavoro è la priorità delle priorità se vogliamo rispettare l’impronta personalista della Costituzione, e cioè il riconoscimento dei diritti della persona come valore che preesiste e sostiene l’ordinamento stesso”.
Ma solo poche ore dalle parole pronunciate dal Capo dello Stato, sempre durante il corteo a Milano, al quale hanno preso parte più di 50 mila persone, si è alzata una voce di contestazione da parte di un gruppo filopalestinese nei confronti alla Brigata ebraica, presente come ogni anno, la quale stava manifestando davanti al Pd, altro bersaglio dei contestatori. Probabilmente quest’episodio è legato alle polemiche suscitate negli scorsi giorni dalla decisione della Brigata Ebraica e degli ex deportati nei campi nazisti di non partecipare al corteo che si è tenuto a Roma.
Tuttavia, nel capoluogo milanese, il corteo, iniziato da corso Venezia si è concluso a Piazza del Duomo a ritmo di “Bella Ciao”. Mentre a riscaldare l’atmosfera dalle 21 di venerdì è stata l’iniziativa Liberi di cantare, organizzata nel Castello Sforzesco da Radio Popolare insieme ad Arci e Anpi, che ha invitato milanesi e turisti a ballare in centro, e in ogni piazza della città, in ricordo delle danze che nel 1945 celebrarono la fine del Nazifascismo.
Diversa la scelta del capoluogo campano di celebrare la giornata della Liberazione con una mostra fotografica dell’Anpi, promossa da Cgil, Cisl e Uil di Napoli e patrocinata dal Comune, dal titolo “Finalmente Liberi, le Quattro Giornate di Napoli”, in Piazza Carità.
Mentre, il Campidoglio a Roma ha festeggiato la “storia più bella”, come ha affermato il Sindaco Ignazio Marino. Mattarella ha aperto le celebrazioni al Vittoriano alla presenza del Presidente del Consiglio Renzi, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il presidente del Senato Piero Grasso, mentre la presidente della Camera, Laura Boldrini ha celebrato il 25 aprile a Casa Cervi facendo un parallelo tra il coraggio dei partigiani e i migranti: “Molti giovani in Paesi dove non c’è la democrazia a volte osano sperare di vivere in pace e in sicurezza e prendono ogni mezzo per arrivare in un posto sicuro, avrebbero preferito stare a casa loro, ma non hanno questo privilegio: molti di loro oggi sono partigiani nel loro Paese”, ha commentato Boldrini. Intanto da Porta San Paolo, luogo-simbolo della Resistenza romana, è partito il tradizionale corteo.
La capitale, nella quale, come accennato, non sono mancate le polemiche nei giorni scorsi per la mancata partecipazione al corteo dell’Anpi da parte della comunità ebraica, degli ex deportati nei campi nazisti e della Brigata Ebraica a causa delle tensioni registrate durante la manifestazione dello scorso anno con i filopalestinesi, ha dedicato la giornata a due protagonisti della Resistenza italiana, scomparsi di recente: Massimo Rendina, comandante partigiano e poi presidente dell’Anpi di Roma, ed Elio Toaff, partigiano e poi rabbino capo di Roma.
“La memoria di chi ha combattuto e sacrificato la propria vita per la democrazia, la libertà e la giustizia sociale, è fondamentale per ricordare quanto quei valori siano più che mai attuali per la nostra convivenza civile, anche a 70 anni di distanza”, ha commentato, in una nota, il Campidoglio.
A rendere testimonianza del senso di appartenenza, al quale i cittadini italiani sono richiamati oggi più che mai, le associazioni partigiane e combattenti che hanno contribuito in prima persona alla liberazioni. Ancora, in Campidoglio, il giornalista Rai Roberto Olla ha raccolto le testimonianze delle partigiane Vera Michelin Salomon e Tina Costa.
Non sono mancate le figure istituzionali, quali il sindaco di Roma Ignazio Marino, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e Franco Marini, Presidente del Comitato Storico Scientifico per gli anniversari di interesse nazionale. Per rendere ancora più viva la memoria del 25 aprile di 70 anni fa.
Inoltre, fino al 14 maggio a Roma rimarrà aperta al pubblico la mostra “Storie della Resistenza Italiana. Con uno sguardo sull’Europa resistente”, curata dall’Anpi e ospite nella Sala Mostre della Casa della Memoria e della Storia. Un racconto della resistenza italiana ed europea per immagini, dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale fino alla promulgazione della Costituzione, nel 1947. La mostra è dedicata al Comandante Max.
Infine, in Piazza del Quirinale Fabio Fazio ha condotto lo spettacolo “Viva il 25 aprile”, trasmesso in prima serata su Rai 1. Ospiti d’onore i cantanti Ligabue e Francesco De Gregori. Nella stessa serata altri artisti hanno reso omaggio dalle città-simbolo della Resistenza: i Negramaro a Milano, Pif in Sicilia, Roberto Saviano a Montecassino, Antonio Albanese a Alba.
(di Anna Piscopo)