Somalia, attacco all’hotel Maka al Mukarama

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A general view shows the entrance of the Maka Al-Mukarama hotel during an attack by Somalia Islamist group al Shabaab in MogadishuHotel Maka al Mukarama, Mogadiscio, Somalia. Un enorme palazzone bianco che si staglia tra le strade spoglie e sterrate della capitale somala, frequentato in gran parte da funzionari amministrativi, diplomatici e parlamentari. Nella serata di ieri nove jihadisti di al-Shabaab attaccano l’edificio e ne prendono il controllo. Un copione messo in scena innumerevoli volte.

Una violenta esplosione causata da un’autobomba posta da un kamikaze di fronte l’ingresso dell’albergo e successivi colpi di arma da fuoco, provenienti da una sparatoria condotta all’interno dell’edificio da cinque assalitori: questo è quanto hanno riferito i testimoni dell’attacco.

Le forze di difesa somale hanno immediatamente dichiarato il completo controllo dell’hotel da parte dei militanti e la loro presenza sul tetto dell’edificio e all’interno della struttura.

La rivendicazione da parte del portavoce del gruppo islamista al-Shabaab, Sheikh Abdiasis Abu Musab non ha tardato ad arrivare.

Ma la risposta delle teste di cuoio somale “Gaashaan” addestrate negli Stati Uniti, è stata altrettanto repentina, facendo irruzione nell’albergo sfondando un muro, hanno ucciso con colpi d’arma da fuoco i combattenti barricati all’interno. Alle prime luci dell’alba il controllo del Maka al Mukarama è stato riconquistato.

Dopo tredici lunghe ore di assedio il bilancio finale è di diciotto morti: dieci civili, sei miliziani di al-Shabaab e due agenti della sicurezza. Secondo il governo somalo tra le vittime sarebbe presente anche Yusuf Mohamed Ismail Bari-Bari, ambasciatore Onu in Svizzera.

Al-Shaab. In arabo indica “i giovani”, o “la gioventù”. È anche conosciuto come ash-Shabaab, “Partito della gioventù”. Sono presenti nel sud della Somalia e mantengono diversi campi di addestramento nei pressi di Chisimaio. Si sono sviluppati in seguito alla sconfitta dell’Unione delle Corti Islamiche (UCI) causata dal Governo Federale di Transizione (GFT) e dei suoi sostenitori, in primo luogo i militari etiopi.

Tre anni fa, in un video-messaggio di quindici minuti, Moktar Ali Zubeyr “Godane”, ha annunciato l’affiliazione di al-Shabaab ad al-Qaida. Una parte consistente dei finanziamenti di al-Shabaab proviene dalle attività dei pirati somali, vari Stati inoltre, sono accusati di sostenere Al-Shabaab. Le accuse più frequenti e fondate si concentrano su Eritrea e Somaliland. Al-Shabaab ha da tempo tra le sue fila un buon numero di miliziani stranieri, soprattutto nelle posizioni di comando, tra questi guerriglieri del Golfo Persico e jihadisti internazionali, al fine di continuare la lotto contro il governo somalo e gli alleati etiopi.

Tuttavia la rete di terrore tessuta da al-Shabaab pare essersi avviata verso la ritirata, nelle aree del sud, da dove è partita qualche anno fa. Tutto ciò è stato possibile grazie alla lotta al jihadismo delle forze dei paesi dell’Unione Africana, Kenya in testa, che è intervenuto a sostegno di Mogadiscio dal 2011.

(di Azzurra Petrungaro)

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