Cori razzisti di una confraternita in Oklahoma: caso isolato o tradizione?

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sigma-alpha-epsilonNuovi guai per le confraternite americane: dopo i numerosi scandali riguardanti le violenze sessuali, domenica 8 marzo un altro episodio ha portato l’attenzione sulle associazioni studentesche. È stato diffuso un video in cui alcuni studenti della Sigma Alfa Epsilon dell’Università dell’Oklahoma intonavano il coro razzista “Non ci sarà mai un n***o nella SAE/ Lo puoi appendere a un albero/ ma non sarà mai in confraternita con me”. La risposta dell’università è stata pronta: la sede della confraternita è stata chiusa, i membri sono stati sospesi, ma il caso ha sollevato molto clamore. L’associazione, che ha sedi in altre università, si è dissociata dall’idee espresse nel coro e ha negato che fosse un coro storico della Sigma Alfa Epsilon. Gli studenti presenti nel video sono stati espulsi sia dalla confraternita che dall’università.

La vicenda non si è però conclusa: nel corso della settimana sono emerse dichiarazioni contrastanti circa le idee e i valori trasmessi dalla confraternita. Un laureato della Louisiana Tech University ha rivelato alla piattaforma BuzzFeed che il coro veniva regolarmente cantato anche nella sede della confraternita del suo ateneo e ha parlato di un episodio specifico nel 2010. Durante una festa, infatti, dopo aver intonato il coro, alcuni “fratelli” avrebbero addirittura spiegato perché avrebbero ammesso chiunque (riferendosi a minoranze etniche in termini razzisti), ma non rappresentanti afroamericani.
Altri incidenti simili sarebbero stati riportati dagli studenti dell’università dell’Oklahoma: il razzismo del coro, quindi, non sarebbe stato un episodio di goliardia estemporaneo e di pessimo gusto, ma avrebbe radici più profonde. La confraternita avrebbe una storia di episodi simili, diffusa in varie sedi in diverse università. Dal 2006 casi simili si sarebbero verificati nelle sedi della Sigma Alpha Epsilon di Menphis, alla Washington University di St. Louis e alla Clemson University del South Carolina, dove l’intera confraternita è stata sospesa per aver dato una festa che aveva come tema le gang afroamericane. Sempre in questa ultima sede nel 2011, è stato rivelato da un ex membro, che gli studenti che facevano domanda per essere ammessi, venivano classificati secondo criteri razziali e che venivano valutati in base all’uso della lingua: il testimone ha detto che venivano ammessi solo se “quando parlavano sembravano bianchi”.

Queste ulteriori scoperte mettono l’associazione nazionale in una posizione incredibilmente difficile: fanno vacillare la loro precedente affermazione che il razzismo non sia un problema con l’istituzione o con i suoi membri. Il presidente della Sigma Alfa Epsilon in una successiva dichiarazione ha cercato di rimediare, spiegando che la confraternita è nata nel sud degli Stati uniti prima della guerra di Secessione, in un periodo in cui c’era “sentimenti di diversità intensi”.
Nel frattempo gli studenti espulsi hanno deciso di fare causa all’università per essere riammessi. Non si sa come finirà la vicenda, ma questo ultimo caso riporta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione del razzismo nel sud degli Stati Uniti, questione mai del tutto sopita dalla vicenda di Ferguson, in Louisiana.

(di Francesca Parlati)

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