Verybello.it: il portale della cultura, fenomeno (non proprio) virale

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very belloPresentato lo scorso 24 Gennaio a Palazzo Chigi dal Ministro per i beni culturali e del turismo, Dario Franceschini, insieme a quello delle politiche agricole Maurizio Martina, e dal Commissario unico per Expo 2015, Giuseppe Sala, Verybello.it è il portale che proporrà l’intera offerta culturale italiana durante il periodo di Expo. Aggregatore di 1300 eventi che, dal Nord al Sud e dalle grandi città ai piccoli borghi, animeranno l’Italia da maggio ad ottobre 2015, il sito raccoglierà informazioni su 300 mostre, oltre 200 eventi musicali e concerti, più di 250 iniziative relative a danza, teatro e opera, circa 500 altri eventi tra iniziative per bambini, festival letterari, cinema, itinerari e feste tradizionali. Verybello.it, che nel payoff “viaggia nella bellezza” annuncia il suo ambizioso obiettivo di riscattare l’immagine del Bel Paese attraverso il suo patrimonio artistico-culturale però, sembra non convincere il popolo del web che, già a partire dal nome e dal design, critica fortemente le scelte del Mibact.

Come funziona. Festival, Cinema, Musica e Concerti, Teatro, Mostre, Danza, Feste Tradizionali, Itinerari Turistici, Libri, Bambini, Opera: questi i dodici contenitori culturali che saranno costantemente aggiornati per fornire nel dettaglio le informazioni principali sugli eventi, con rispettive geolocalizzazioni, foto, video e possibilità di condivisione sui social network, per un perfetto storytelling. Pubblicato in versione beta solo in italiano ed annunciato come altamente intuitivo ed interattivo, il portale dovrebbe diventare uno strumento dinamico ed efficace, disponibile in inglese, russo, cinese, spagnolo, portoghese, tedesco e francese, per promuovere l’Italia in Italia e nel mondo durante ed al di là di Expo. “Dalla Biennale d’Arte di Venezia ad Umbria Jazz, dai classici immortali del Teatro Greco di Siracusa, fino al festival degli artisti di strada di Ferrara, passando per il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle VeryBello è un nuovo modo di viaggiare in Italia attraverso la nostra straordinaria offerta culturale” – recita il comunicato diffuso dal Mibact per il lancio – “Una piattaforma digitale interattiva che, attraverso un linguaggio immediato e visivo, racconta l’Italia da un punto di vista inedito per un progetto che nasce appositamente per Expo, ma che ha l’obiettivo di guardare oltre”. Verybello.it, infatti, non solo sarà presentato a tutti i tour operator stranieri il 7 Febbraio prossimo ma, grazie al contributo delle istituzioni coinvolte dal Mibact, Regioni e Comuni, potrà contare su una rete aperta in grado di garantirne la continuità anche al termine dell’Esposizione Universale.

Il girone degli entusiasti. Grandi i numeri, immense le aspirazioni, ancor di più gli entusiasmi: “Il nostro obiettivo – ha spiegato Franceschini, presentando la piattaforma – è quello di rendere più competitiva possibile l’offerta culturale italiana. Expo 2015 è una grande, irripetibile occasione per pubblicizzare in tutto il mondo quel grande museo diffuso che è l’Italia. In Italia la bellezza è ovunque. Non esiste altro Paese che possa offrire tante splendide opere d’arte contestualizzate nei musei del proprio territorio e, intorno, un paesaggio magnifico testimone della cultura e dell’opera dell’uomo”. “Non possiamo e non dobbiamo più limitarci a proporre al turismo mondiale solo le tre grandi città – Venezia, Firenze e Roma – ormai al limite del collasso per la mole di presenze” – ha continuato – Dobbiamo  lavorare sul Paese delle cento città, dei borghi, delle tradizioni, della storia, dei siti archeologici e della bellezza naturale” questa sarà una prima “sperimentazione del modello su cui dovrà investire l’Italia per guadagnare competitività e attrattività”.

Molto soddisfatto anche il Commissario unico di Expo 2015, Giuseppe Sala: “Abbiamo già venduto 8 milioni di biglietti, di cui 5 all’estero e un milione solo in Cina. Un risultato straordinario, di fatto siamo già a un terzo di ingressi venduti. Questo portale è il vero tassello mancante, la risposta a un’offerta molto chiara da tempo. Può rappresentare una svolta clamorosa per l’intero sistema Paese. Dobbiamo avere la forza e la costanza di promuovere questi eventi: abbiamo l’opportunità di far conoscere il nostro intero Paese a tutto il mondo”. E con loro, il Sottosegretario ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni: “Il Padiglione Italia sarà la nostra porta ma promuoviamo anche beni poco conosciuti, uno per regione, con un itinerario unico e gratuito per chi acquista un biglietto dell’Expo. Offriamo uno straordinario catalogo di proposte lungo tutta la penisola spiegando, per esempio, che dalla mostra di Giotto a Milano si possono conoscere luoghi fantastici legati a quel grande pittore, passando da Assisi e Padova fino ad arrivare a Napoli». Per il Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, il portale è «la chiave che può aprire la conoscenza del nostro intero Paese».

I social-sciettici. Ma a meno di 100 giorni dall’inizio dell’esposizione universale ed in pochi minuti dalla presentazione della piattaforma, dopo appalti, tangenti, ritardi e padiglioni, al centro delle polemiche sull’Expo arriva proprio Verybello.it.

La polemica è social, ovviamente, lanciata dai cinguettii del microblog più conosciuto al mondo, Twitter, dove il sarcasmo sul nome scelto dal Mibact ha portato l’hashtag #verybello nei trend topic nazionali con estrema rapidità. In 6 ore il sito ha raccolto 500.000 accessi, cui hanno fatto seguito numerosissime critiche: ironie sui social ma anche disapprovazioni da esperti del settore turistico, che hanno definito il portale “un disastro”.

Sicuramente il nome, mezzo inglese mezzo italiano, è stato scelto per far sorridere: non c’è in fondo quel pizzico di gusto nel buffo tentativo di ogni turista d’imitare maccheronicamente la lingua del posto mixandola con la propria? Espressioni destinate a rimanere impresse nella mente, che avranno certamente motivato la strategia della start up Lola et Labora nel realizzare Verybello.it, molto probabilmente, immaginando anche una campagna di merchandising del marchio. Può darsi. Ma agli utenti di Twitter quel “Very Bello” non è piaciuto ed in molti si sono chiesti se fosse uno scherzo che quel nome sia stato scelto per rispecchiare la cultura e la bellezza della penisola. Il design? Ancor peggio. Messo al pari di qualsiasi blog, che non può valere i 5 milioni di euro investiti nel progetto, è l’immagine di apertura (ora ricorretta), con un’Italia vista dal satellite che, però, taglia mezza Calabria e tutta la Sicilia, ad infuocare ulteriormente gli animi. E così, dopo aver scongiurato l’ipotesi del fake, i tweet sono impazzati: da #sciaobella a #coccobello, passando per il “du is mej ke uan” slogan-tormentone di una nota marca di gelati di qualche anno fa, il “nojo volevon savuar l’indriss” di Totò fino a “un sacco bello” di Verdone, tutto ed il contrario di tutto, per mostrare lo sconcerto sulla scelta strategico-linguistica.

Solo due gli utenti in controtendenza: Martina e Franceschini. Il primo, che ha ribadito come la piattaforma diventerà volano dell’economia ed il secondo che, dopo aver ricordato di aver “scelto gli eventi selezionandoli per qualità e attrattiva internazionale”, ha dichiarato che ci sarà “tempo per  aggiungere ciò che manca”, sostenendo VeryBello.it come “un’occasione unica, da trasformare in un moto d’orgoglio”. Franceschini ha poi risposto anche ad ironie e sfottò, cinguettando: “Come speravamo, grande pubblicità da ironie, critiche e cattiverie sul web… Verygrazie!”.

In o out. Per dirla come il Ministro della cultura e del turismo, Verybello.it “non poteva passare inosservato” ed in effetti, se n’è parlato subito, anche se indiscutibilmente male.

La sequenza di cinguettii-sberleffi, tra cui anche quelli che hanno sottolineato come confondendo una “a” con la “o” si potrebbe facilmente finire su un sito di trucchi per bambine (verybella.it),  metteranno in crisi il raggiungimento dell’obiettivo di fare di Milano “l’occasione in cui ci ritroverà a vedere l’Italia con gli occhi stupiti e ammirati con cui la vedono i turisti” rivelandone la ricchezza e l’unicità? O al contrario, gli innumerevoli tweet diventeranno un asso nella manica per l’indicizzazione del sito cosicché, sarà altamente rintracciabile proprio per l’inizio di Expo?  Il detto dice: “chi ben comincia è a metà dell’opera”, ma se il bene sta nel virale a prescindere o nell’occhio che vuole la sua parte, per ora, non ci è dato saperlo. Ai posteri (dell’Expo) l’ardua sentenza.

(di Annalisa Spinelli)

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