Alba Dorata. L’altra faccia della Grecia di Tsipras

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Greece Far RightUna macabra ironia. Alba Dorata diviene il terzo partito greco due giorni prima il Giorno della Memoria. Xenofobia e filo-nazismo hanno conquistato la medaglia di bronzo nella Repubblica Ellenica.

Organizzazione criminale, aggressioni a militanti di sinistra e immigrati, omicidio del rapper Pavlos Fyssas. Sono le accuse che dal 28 settembre 2013 tengono in carcere Nikólaos Michaloliákos, leader del partito e altri sei massimi dirigenti di Alba Dorata. Il Parlamento ha bloccato il finanziamento pubblico, ma l’ascesa rabbiosa del movimento ha preso comunque il volo.

Fondato ufficialmente nel 1993 Alba Dorata sorge dalle fila dell’omonima rivista, Chrsí Avgí, fondata nel 1980 dall’attuale leader detenuto in attesa di giudizio. Michaloliákos non è nuovo alle prigioni greche, già in passato è stato ospite delle carceri elleniche per reati di matrice politica.

È qui che stringe i legami con i membri della Giunta militare Greca, raccogliendo tutte le istanze della destra più estrema e fondendole in una forza partitica che ha trovato nella crisi greca degli ultimi anni, l’ambiente ideale per fomentare e strumentalizzare la rabbia, la frustrazione e l’odio di una popolazione furiosa e prostrata dai dettami della Troika. Una rigenerazione della nazione greca secondo ideali neonazisti, proprio come diceva Hitler, «una delle più grandi personalità del ventesimo secolo», secondo Michaloliákos.

Tolleranza zero verso i criminali, contrasto delle linee d’austerità comandate dall’Ue, espulsione forzata dei clandestini, una lotta contro l’immigrazione senza esclusione di colpi. Neanche quelli più ignobili e scellerati come le mine antiuomo: Michaloliákos suggerisce di sotterrarle lungo i confini turchi e il fiume Evros.

Si affaccia sulla stazione ferroviaria di Larissa la sede ateniese di Alba Dorata, la palazzina di due piani ospita schivi e diffidenti militanti vestiti di nero, che tra tatuaggi e anelli simbolici professano il loro credo xenofobo e fascista. Queste sale hanno accolto in queste ore la gioia festante degli uomini e delle donne di Alba Dorata, non lontano da Piazza Omonia che troneggia spaziosa al centro del capoluogo della periferia dell’Attica.

L’altra faccia della vittoria colma di speranza di Alexis Tsipras è quella di Nikólaos Michaloliákos che dalla sua cella festeggia il risultato del 6,3%, i 17 seggi in Parlamento e l’essere la terza scelta dei greci.

Fa tremare la previsione dell’ideatore di Chrsí Avgí, l’indesiderata Cassandra parla in questi termini del prossimo futuro greco: «Tra sei mesi il suo fallimento di governo la farà scendere al 15 per cento, e tra due anni al 4. E sapete dove andranno quei voti? Andranno a noi di Alba Dorata», una distopia che Tsipras dovrà prepararsi a scongiurare.

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