Serie A. Befana di polemiche: Roma a -1. Lazio e Napoli sognano lo sgambetto alle prime

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La Roma torna a -1
La Roma torna a -1

La Befana è arrivata ed oltre a portarsi via tutte le feste ci ha anche regalato nella calza una bella 17esima giornata di Serie A condita di polemiche, veleni, oltre che di gol e spettacolo.

Inutile negarlo l’attenzione, anche quest’oggi, va su quanto accaduto sui campi di Juventus e Roma. Polemiche al vetriolo hanno accompagnato la decisione dell’arbitro Guida di convalidare il primo gol in maglia giallorossa di Davide Astori. Il colpo di testa del centrale della Roma ha picchiato sulla traversa prima di sbattere per terra. L’arbitro di porta non dà il gol, Guida lo smentisce dopo qualche secondo e convalida il gol da tre punti della Roma. La squadra di Garcia nel corso del primo e nel secondo tempo sciupa le solite 3 o 4 occasioni e il gol contestato diventa quindi un gol pesantissimo da tre punti. Polemiche a non finire per una decisione che alla fine sembra giusta. Polemiche sbagliate? tutt’altro, forse mal direzionate. Il problema va oltre il gol-non gol, preoccupante è che il direttore di gara ha deciso di non tenere in considerazione la valutazione della persona messa in quella posizione quasi esclusivamente per questa situazione. L’errore per il quale arrabbiarsi, senza dover invocare per questo favoritismi a favore delle lamentele di Garcia (ricordare Roma-Milan e la parata di De Jong sul colpo di testa di Gervinho sono sotto gli occhi di tutti), è semmai il rigore non dato per fallo di Emanuelson su Kone.

La Juventus dal canto suo ha deciso di dare così ancora più patos alla giornata impattando nel posticipo contro l’Inter. Per un primo tempo in cui i bianconeri potevano chiudere avanti di due o tre gol, c’è stato il secondo in cui la squadra di Allegri non si è dimostrata in grado di conservare il vantaggio, ma anzi è calata vistosamente e pericolosamente di condizione fisica e mentale. Vidal e Pirlo sono usciti dal match passato il 60esimo e i soli Pogba e Marchisio non hanno retto alla distanza un Inter, che a dire il vero, è sembrata tutt’altro che una corazzata. E mentre Marotta prima del prima match ha parzialmente ritrattato l’ostracismo bianconero alla moviola, ammettendo la necessità soltanto della Goal Line Technology, i suoi in campo dopo il vantaggio di Tevez e il pareggio della solita bestia nera Icardi, hanno rischiato seriamente di perdere partita e primato in solitaria. Prima Icardi a porta vuota ha spedito fuori (su assist di un ben Podolski al debutto), dopo una colossale ingenuità di Bonucci e poi ci ha dovuto pensare Buffon a fermare un bolide del solito Icardi. L’argentino è stato così grande protagonista e forse ha voluto esserlo troppo scatenando le ire dell’Osvaldo Furioso che dopo una passaggio (sacrosanto) non fatto da Maurito si è scagliato contro il compagno, provvidenziale per evitare lo scontro l’intervento di Guarin. Alla fine 1 a 1 e Roma a -1, con uno sguardo alla domenica di fuoco che ci aspetta: scontro tra la prime quattro, Roma – Lazio domenica alle 15 e Napoli-Juventus la sera.

E allora dando uno sguardo alla avversarie di Roma e Juventus possiamo vedere come proprio Lazio e Napoli (entrambe terze a 30 punti) arrivino meglio delle rispettive dirimpettaie alla sfida dell’11 gennaio. Il Napoli, dopo aver alzato la Supercoppa contro la Juventus, si è confermata con un roboante 4 a 1 sul campo del Cesena. Le reti sono state di Higuain (due volte), Callejon e Hamsik (con devizione di Capelli), mentre il gol della bandiera cesenate è di Franco Brienza. Il Napoli è quindi pronto per la sfida alla vecchia signora, che già l’anno scorso pagò dazio alla legge del San Paolo, quest’anno però i bianconeri hanno una coppa da vendicare. Discorso simile a quello fatto per il Napoli può essere applicato alla bella Lazio che nel 2015 ha confermato i buoni propositi stoppati soltanto momentaneamente della zampata di Palacio a Milano. Pioli si gode un Felipe Anderson di altissimo livello e una squadra che gira con tutti i suoi interpreti. Il brasiliano ci ha messo un po’ ad ingranare ma ora non si ferma più, suo il gol dell’1 a 0 contro la malcapitata Sampdoria, lontana parente di quella vista nel 2014. Il raddoppio è stato del solito Parolo, quantità e qualità, mentre la terza firma l’ha messa quello che ormai ha scalzato Re Miro dal centro dell’attacco, Filip Djordjevic, che non ha dovuto fare altro che toccare un ciccolatino offerto dallo straripante Anderson.

Tanto altro è successo, con tantissimi spunti di riflessione. Si può parlare del Milan che si ripresenta con Alex (preso per fare il titolare) e torna a subire gol, di contro si deve parlare del grande Sassuolo che espugna San Siro rimontando il gol di Poli in apertura. Prima Sansone, che ha ringraziato l’improbabile linea guidata dall’ex Chelsea, e poi l’euro gol di Simone Zaza che di contro balzo da calcio d’angolo ha sparato alle spalle di Lopez (evidente però il blocco falloso ai danni di De Sciglio, che era in marcatura su Zaza). Tornando al fiacco Milan c’è da registrare il debutto stonato di Alessio Cerci e la scarsa vena di Menez. La zona Champions resta così lontana. Di Francesco ringrazia e torna alla vittoria dopo due pareggi e una sconfitta, volando a quota 23 punti (uno in più dell’Inter). Il Milan resta fermo a 25 raggiunto da un’altra squadra che al pari e forse di più del Sassuolo sta incantando l’Italia: il Palermo di Beppe Iachini. I rosanero hanno stentato molto all’inizio, dopo lo 0-4 subito in casa contro la Lazio in tanti lo davano già per partente, ma per la prima in vita sua Zamparini ha contato fino a 1000 prima di licenziare un suo tecnico e i risultati sono arrivati. Il Palermo non perde dal 26 ottobre, era la sfida con la Juventus, e dopo il 5 a 0 sul malcapitato e malridotto Cagliari di Zola si è posizionato a ridosso della zona Europa League a quota 25 punti insieme al Milan. L’oro di Palermo, ovviamente, è Paulo Dybala autore di una doppietta (9 gol come Higuain e Callejon a -2 da Tevez), ma ci sono anche i vari Vasquez, Barretto (in gol) e Maresca che danno sostanza a un’organico che sembra funzionare con poche sbavature. In gol contro il Cagliari anche Morganella e Munoz. Futuro difficile per il Cagliari che occupa il terzultimo posto e che forse non aveva in Zeman l’unico responsabile dei problemi.

Detto della Samp che si è sciolta come neve al sole contro la Lazio, c’è l’altra genoana che sta incontrando più fatiche, che il fenomeno genovese si sta spegnendo? forse no, ma quanto meno si sta normalizzando. Il Genoa dopo due sconfitte di fila è andato sotto 2 a 0 in casa contro l’Atalanta (gol di Zappacosta e Moralez), la rimonta è riuscita con il solito grande cuore del grifone, prima Falque dal dischetto e poi Matri hanno permesso così a Gasperini di salire a quota 27 punti proprio insieme alla Samp, per una corsa almeno all’Europa League che sicuramente le vedrà protagoniste. L’Atalanta piano piano cerca di risalire e con il 2-2 centra il secondo pareggio di fila.

Si conferma regina dell’incostanza la Fiorentina di Montella che in quel di Parma ha incassato la sconfitta per 1 a 0 (rete di Costa). Gomez si conferma a tutti gli effetti un problema in casa viola, visto che su azione fa fatica a tirare e su rigore centra il portiere avversario. Proprio Mirante ha così impedito ai viola di pareggiare quanto meno il conto. Il Parma, che continua a navigare in acque molto mosse, per lo meno ritorna alla vittoria che mancava dalla sfida con l’Inter e prova a dare un senso a una stagione nata sotto una cattiva stella. Due pareggi senza gol e con poche emozioni sono andati in scena a Verona (Chievo – Torino) e a Empoli (Empoli – Verona).

( di Cristiano Checchi)

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