Più libri, più liberi – La piccola e media impresa è il vero motore del Paese

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libriOriginalità, colori, bellezza, coraggio, lungimiranza: tutto questo e molto altro caratterizzano la Fiera nazionale della piccola e media editoria “Più libri, più liberi”, al Palazzo dei Congressi a Roma dal 4 all’8 dicembre, quest’anno un giorno in più.

Ma, “coraggio” ci sembra in questo momento storico il termine più innovativo: se pensiamo che ogni anno in Italia vengono pubblicate oltre 50 mila novità,  e di queste il 25% è pubblicato da un piccolo o medio editore, sono proprio il “coraggio” e la “cura” nel produrre un buon libro che fanno la differenza; e sono queste le qualità che rendono la piccola e media impresa italiana così vivace seppur lontana dalle cifre dai giganti dell’editoria (con i termini “piccola”, “media” e “giganti” dell’editoria non ci riferiamo alla qualità della produzione, ma alla quantità dei titoli prodotti nell’arco di un anno).

Per questo nel 2002  nasce più “Più libri, più liberi” da una felice intuizione del Gruppo Piccoli Editori di Varia dell’Associazione Italiana Editori. L’obiettivo è di offrire al maggior numero possibile di piccole case editrici uno spazio per esporre e proporre la propria produzione, che spesso si trova letteralmente schiacciata dalle case editrici più forti (almeno nel marchio, sempre meno nella qualità); e insieme di realizzare un luogo di incontro per gli operatori professionali, per discutere problematiche del settore e individuare strategie da sviluppare.

La Fiera, giunta alla sua tredicesima edizione, è organizzata dall’AIE e sostenuta da MIBACT e dal Centro per il libro e la lettura, solo per citarne alcuni. 400 editori, oltre 300 eventi che fanno del Palazzo dei Congressi un’autentica agorà in cui gli operatori professionali, studenti e giovani lettori possano incontrarsi, e comprendere fino in fondo che la lettura è sempre meno un atto di solitudine ma sempre più di costruzione continua del sapere.

“Se si legge di più si è più liberi e viceversa: se si riesce a favorire la circolazione non solo dei grandi marchi ma anche dei piccoli editori, si incrementa la domanda di libertà e insieme se ne favorisce lo sviluppo”, con queste le parole Giampaolo D’Andrea, capogabinetto del Ministro dei beni e delle Attività Culturali e del Turismo, descrive il significato della Fiera “Più libri, più liberi”. E, sempre nella giornata inaugurale, il Presidente del Centro per il Libro e la Lettura, Romano Montroni, ricorda che “i piccoli editori rappresentano il 30% del mercato e dobbiamo a loro l’infinita varietà di idee, proposte e cataloghi che troviamo nelle librerie che ancora svolgono un ruolo di promozione culturale. Sono un po’ come i cani da tartufo: seguendo un’intuizione, vanno a scovare libri sui quali i grandi gruppi editoriali non scommetterebbero”.

Tuttavia, nonostante la crisi economica che ha investito il nostro Paese in diversi settori, l’editoria risulta essere la prima industria culturale in Italia e la settima in Europa, registrando nel 2013 un fatturato pari a 3,1 miliardi di euro. Insieme a questo dato bisogna tener presente che, anche se i numeri calano a causa della crisi strutturale, la percentuale di incidenza sul mercato dei maggiori gruppi editoriali cresce. I cinque gruppi che dominano attualmente il mercato, secondo un assetto delineatosi dalla fine degli anni 10 del 2000 sono: Mondadori, RCS, GEMS (gruppo editoriale Mauri Spagnol), gruppo Giunti e Feltrinelli che si dividono circa il 60% del mercato, mentre il restante 40% è suddiviso tra le case editrici che compongono la piccola e media editoria. Non per questo la qualità della piccola e media impresa e delle realtà indipendenti cala, anzi oggi più che mai è “una lotta di resistenza che vede tutti compatti, affinché il libro possa crescere e svilupparsi”: ne sono convinti Marco Polillo, Presidente dell’Associazione Italiana Editori e Lidia Ravera, Assessore alla Cultura e Politiche giovanili della Regione Lazio.

Abbiamo voluto, inoltre, dar voce direttamente ai protagonisti che hanno reso possibile questa tredicesima edizione: i piccoli e medi editori. Abbiamo circoscritto l’area a 8 editori romani chiedendo loro qual è il genere di cui la casa editrice maggiormente si occupa; se sono o meno soddisfatti di questa edizione di “Più libri, più liberi”; e in alcuni casi l’anno di fondazione.

Li riportiamo di seguito:

  • Arcadia e Ricono

Genere: Adattamenti teatrali

  • Centro di documentazione giornalistica

Genere: giornalismo e comunicazione

  • Edizioni Eraclea (dal 1997)

Genere: sport

  • Fefè Edizioni (dal 2005)

Genere: narrativa, psicologia, pedagogia

  • Lepisma Edizioni (dal 2003)

Genere: saggistica, poesia, narrativa, fantasy, gialli

  • Nemapress Edizioni (dal 1991)

Genere: poesia, narrativa, saggistica

  • Ortica

Genere: saggistica e narrativa

  • Quodlibet (1994)

Genere: saggistica e narrativa

L’esito di questo breve sondaggio mira a mostrare che, sebbene queste case editrici si dicano soddisfatte della manifestazione e riscontrino nella fiera una buona occasione per mostrare le proprie creazioni inedite e originali, lamentano tutti costi troppo elevati. Costi alti per l’iscrizione,  per l’affitto dello stand, che si aggira intorno a 1,500 euro(a volte pochi metri vengono divisi anche tra 2 o più case editrice per risparmiare)e per l’affitto della sale in caso di presentazioni di libri o di reading, intorno alle 500 euro per un’ora. Insomma in Fiera costa tutto, anche la connessione a Internet (tranne in alcune zone apposite), per cui gli editori riescono a malapena a rientrare nei costi. Questa è la realtà, l’altro volto della Fiera con la quale proprio il settore propulsivo dell’editoria italiana si trova a dover fare i conti. Ci chiediamo se non sia il caso di gestire meglio quei 150 mila euro di fondi e permettere, almeno in parte,  ai coraggiosi editori italiani di continuare a esplorare i meandri della creatività e dell’arte e di restituirceli sotto forma di libro.

(di Anna Piscopo)

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