US Open 2014. Trionfo di Cilic, delude Nishikori

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Dopo ben 13 anni un giocatore croato torna a vincere uno slam, prima Ivanisevic nel 2001 a Wimbledon ieri Cilic a mettere la firma sulla coppa di questo US Open 2014. Sì, proprio quel Goran Ivanisevic, diventato coach di Marin Cilic, aveva trionfato e la sua mano si è vista nel gioco del tennista ora (nuovamente) numero 9 della classifica ATP.
Questo US Open ci ha riservato parecchie sorprese a partire dalle due sorprese presentatesi in finale dopo aver sconfitto da un lato del tabellone, quello del vincitore, Federer e dall’altro Djokovic e Wawrinka; senza contare il fatto che il vincitore del torneo soltanto più di un anno fa subiva una squalifica per doping di 8 mesi, squalifica maturata durante il torneo ATP 250 di Monaco a causa di uno stimolante il nikethamide che Cilic sosteneva di aver ingerito per colpa di un integratore.

Ma è proprio da quell’episodio che è nato il sodalizio con il connazionale Goran Ivanisevic. Già perché il coach croato è riuscito a far ripartire quasi da zero un Cilic giù di tono, permettendogli di cambiare il suo stile di gioco e il suo approccio al campo, ottenendo più di una soddisfazione nel 2014: trionfi di Zagabria e Delray Beach, la finale di Rotterdam (ATP500), i quarti di Wimbledon, e il coronamento grazie alla straordinaria vittoria ottenuta a Flushing Meadows.

Kei Nishikori invece in questa finale, dopo esser stato il primo giocatore asiatico ad arrivare così lontano in un torneo dello Slam, ha deluso le aspettative, certamente la strada verso la finale ha fiaccato il giocatore giapponese che non ha espresso quel tennis che gli aveva permesso di sconfiggere Raonic, Wawrinka e Djokovic, il risultato di 6-3 6-3 6-3 in favore di Cilic è abbastanza chiaro su quale sia stato l’andamento del match.

L’incontro è rimasto teso per i primi sei game, fino al punto in cui Cilic sul 4-2 è riuscito a strappare il break all’avversario e con l’impressionante numero di 17 aces è sempre riuscito a mantenere il gioco ben saldo sulle sue corde.
Come dicevamo merito anche di un colpevole Nishikori, il quale non è nemmeno riuscito a mettere in difficoltà il croato quando all’inizio del terzo set ha avuto l’occasione di ottenere un break e di guidare per la prima volta nel match; né tantomeno in occasione del penultimo servizio prima della conclusione, in cui Cilic ha dovuto fare i conti con un braccio non proprio saldo, e non si fa fatica a capire il perché.

In questo 2014 è la seconda volta in cui si impone una sorpresadopo Wawrinka agli Australian Open, anche Cilic mette in bacheca la coppa di un trofeo Slam per la prima volta e contestualmente “spazza” Murray fuori dalla top 10.
L’attuale panorama tennistico risulta quanto mai incerto, Federer, nonostante il bell’anno, non è più infallibile a perdere (più fisicamente che altro), Nadal è reduce da numerosi infortuni e non è ancora tornato a giocare, Murray – in prima posizione giusto un anno fa – si ritrova fuori dalla top 10 e Djokovic sembra aver perso lo smalto che ci aveva fatto vedere nei due anni passati, sarà veramente arrivata l’ora delle nuove leve?

 

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