Montagnola, dopo la Pasqua ricomincia la lotta per la casa

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di Irene Salvi

municipio (1)Mercoledì scorso circa 200 famiglie si sono ritrovate senza un tetto, dopo essere state sgomberate dallo stabile in via Baldassare Castiglione alla Montagnola – a pochi passi dalla sede del Municipio VIII – che il Coordinamento cittadino di lotta per la casa aveva occupato lo scorso 6 aprile. Si è trattato di uno sgombero massiccio e violento, che ha fatto molto discutere per le modalità di azione delle forze dell’ordine – le cariche della celere per disperdere gli occupanti davanti all’ingresso hanno causato diversi feriti – e soprattutto per la scelta della Questura di ordinare l’operazione senza aver prima concordato alcuna misura alternativa per accogliere gli sgomberati, fra cui circa 70 bambini. Subito dopo lo sgombero gli occupanti, con tutte le loro cose chiuse in sacchi e scatoloni, sono entrati nel vicino Municipio in via Benedetto Croce e hanno dichiarato la volontà di restare finché non fosse stata proposta loro una soluzione concreta. E così hanno fatto: sono seguiti giorni frenetici, in cui il Presidente del Municipio Andrea Catarci e gli altri rappresentanti locali hanno tentato senza successo di individuare uno spazio nel territorio in cui accogliere le famiglie, mentre iniziava la mediazione tra movimenti e Comune di Roma. Giovedì si è svolto un incontro con il vicesindaco Nieri, che ha deplorato lo sgombero e promesso impegno per una soluzione: ma alla richiesta di rilasciare subito gli spazi del Municipio, e al netto rifiuto da parte del Coordinamento, la trattativa si è arenata.

È seguito il lungo weekend di Pasqua, in cui un’apparente calma ha regnato nel Municipio occupato. Ma stamattina tutte le criticità sono tornate a imporsi, I dipendenti municipali, tornati al lavoro, hanno tenuto un’assemblea nel cortile con i loro rappresentanti sindacali – presenti Cisl, Uil e Csa – che hanno invitato tutti alla calma ribadendo però l’impossibilità di svolgere le mansioni nei locali finché saranno in stato di occupazione, data «la precarietà delle condizioni interne dal punto di vista igienico, sanitario e strutturale». Il mancato ingresso degli impiegati ha fatto

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scattare la denuncia per interruzione di pubblico servizio, che il Municipio aveva tentato di rimandare nella speranza si giungesse quanto prima a una soluzione condivisa, e così la situazione si è fatta – se possibile – ancora più complessa. Nel pomeriggio di oggi il Coordinamento ha tentato di occupare una scuola abbandonata poco distante, in via di Tor Carbone 218; ma l’intervento della Questura, che è subentrata al nucleo dei Carabinieri di Tor Carbone inviando sul posto decine di blindati, si è concluso con l’immediato sgombero dell’immobile.

Nel frattempo centinaia di persone restano accampate nel parcheggio di via Benedetto Croce. Questa sera era in corso un’altra assemblea, dai toni stanchi e preoccupati, per discutere l’ipotesi che alcune famiglie vengano “ospitate” da altre occupazioni abitative dei movimenti in zona, lasciando un gruppo che resti a picchettare l’ingresso del Municipio nell’attesa che dal Comune di Roma arrivi una soluzione per tutti. Ma a parte la visita di un nucleo di intervento del Gabinetto del Sindaco, passato stamattina dal Municipio senza portare novità, in Comune tutto tace da prima delle feste; e sembra che l’emergenza abitativa continui, nel deserto della mediazione politica, a essere gestita come una semplice questione di ordine pubblico.

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