Eni, Enel, Poste e Finmeccanica: identikit dei Presidenti e degli Ad nominati dal Governo Renzi

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di Alessandra Lunetta

Il 14 aprile il governo Renzi apre le danze delle nomine delle società a partecipazione statale con Eni, Enel, Poste Italiane e Finmeccanica. Nonostante Delrio avesse rassicurato riguardo allo svelamento dei nomi che andranno alla guida di FS e di Terna, a oggi si hanno ancora solo voci insistenti che vorrebbero riconfermato alla presidenza  Lamberto Cardia per quanto concerne la prima, e Catia Bastioli alla presidenza dell’operatore di reti con AD Aldo Chiarini di Gf-Suez. Concentriamoci dunque sulle scelte effettive operate, scelte che sembrerebbero vertere, anche in questo caso, a un mantenimento dell’equilibrio politico, attraverso l’applicazione di forze uguali e contrarie. D’obbligo è pertanto un breve identikit di ciascun protagonista.

Eni. Alla presidenza è stata chiamata Emma Marcegaglia, prima donna a ricoprire il ruolo di numero uno degli industriali. Laureata in Economia aziendale alla Bocconi di Milano, è AD del gruppo industriale Marcegaglia SpA operante nel settore metal siderurgico insieme al fratello Antonio, ragione per la quale si sono già sollevate le polemiche per un potenziale conflitto di interessi. Futuro AD del “Cane a sei zampe” sarà Claudio Descalzi: direttore generale (Chief Operating Officer) della divisione Exploration & Production di ENI, sostenuto dall’AD uscente Paolo Scaroni, vive le dinamiche interne della società sin dal lontano 1981. Descalzi, poco incline alle relazioni con la politica nostrana, attuerà una decisa virata verso l’esplorazione all’estero di nuovi giacimenti e la produzione d’idrocarburi, con sforzi tesi a una sempre maggiore internazionalizzazione.

ENEL. Seconda nomination al femminile per la presidenza con Patrizia Grieco. Laureata in Legge alla Statale di Milano, vanta nel suo curriculum numerosi incarichi di prestigio: è stata AD di Italtel, Siemens, Olivetti (di cui è stata anche presidente dal 2011). Molto attiva nel sociale, dal 2010 è consigliere di Save the Children. Politicamente, pare essere vicina a posizioni di centro sinistra. Il ruolo di AD è stato assegnato a Francesco Starace: laureato in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano, approda nel colosso elettrico nel 2000, fino a diventare AD di EGP nel 2008. Il manager romano, che ha vissuto molti anni all’estero, ha portato la società a conseguire risultati brillanti, con una progressiva affermazione nei mercati oltreconfine.

POSTE ITALIANE. Conclude, al momento, la terna di donne nominate alla presidenza Luisa Todini: laureata in Giurisprudenza, è presidente della Todini Finanziaria Spa e della Domus Etruria Srl di cui possiede il 100% delle azioni. Ha militato sempre nelle fila di Forza Italia, partito per il quale è stata eletta deputata europea nel 1994. Dal 2012 è consigliere d’amministrazione Rai in quota Pdl. Il nuovo AD sarà invece Francesco Caio: laureato in Ingegneria elettronica al Politecnico di Milano, approda a Poste con la fama di uno dei manager più esperti di comunicazione in Europa.  È stato vicepresidente per l’area europea di Lehman Brothers, AD di Telecom, di Endemol e di Avio. Dal 2013 è nominato da Enrico Letta super commissario dell’Agenda Digitale Italiana.

finmeccanica. Unico confermato alla presidenza (carica che ricopre dal luglio 2013), è Gianni De Gennaro.  Prefetto, ex capo della Polizia, capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Sottosegretario di Stato con delega ai servizi segreti, è stato indagato per i fatti del G8 di Genova (prima condannato poi assolto). Trasloca come nuovo AD in Finmeccanica, Mauro Moretti, dopo aver incassato i meriti del risanamento di FS (hanno chiuso il bilancio con un utile di circa 450 milioni di euro), di cui è stato AD dal 2006. Il manager riminese, laureato in Ingegneria Elettrotecnica presso l’Università di Bologna, ha vinto nel 1977 il concorso pubblico per i ruoli direttivi della allora Azienda Autonoma Ferrovie dello Stato. Attualmente è anche Presidente del CER e del CIFI.

Il quadro che emerge da questa prima tornata di nomine ritrae le società a partecipazione statale come un corpo che percorre una traiettoria circolare cui il governo ha applicato tanto una forza centripeta quanto una centrifuga, ravvisabili rispettivamente nella scelta dei presidenti e in quella degli AD. In fin dei conti l’elezione di tre donne ai vertici (seppur, bisogna sottolinearlo, con mansioni più che altro rappresentative), di varia estrazione politica, e la riconferma di De Gennaro, mette il sigillo alla volontà renziana di rottamare ed innovare, con le cosiddette quote rosa, ma anche di mantenere intatto il gioco delle larghe intese: così facendo e, in un certo senso, attirando verso “il centro”, calamita e trattiene nell’entourage delle dinamiche interne i re della scacchiera delle partecipate. Viceversa, proprio come la forza centrifuga, che altro non è che una forza apparente, i posti di comando realmente operativi sono stati affidati a top manager, ognuno con una pluriennale esperienza nelle società in cui sono stati sottoposti a investitura, che hanno sempre intrattenuto prevalentemente rapporti con l’estero e nel contesto internazionale. Adesso bisogna solo attendere e vedere se questo corpo riuscirà a rimanere in assetto o se partirà per la tangente.

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